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Lealtà

La lealtà era qualcosa che i Mangiamorte custodivano come un segreto. Non avrebbero mai voltato le spalle al loro Comandante, Voldemort, il più temuto mago di tutti i tempi li teneva come cani al guinzaglio. Molto probabilmente anche la paura di cosa gli avrebbe potuto fare, giocava un ruolo fondamentale nella lotta al potere.

I suoi sudditi svolgevano come piccole formiche ogni tipo di incarico, dal più insignificante al più terribile. Non interessava la motivazione per cui venivano chiamati a fare qualcosa, se era il Signore Oscuro a chiederlo non c'erano dubbi. Draco sapeva bene cosa significasse stare al suo fianco. Lui era il suo braccio destro, aveva onori a cui tutti ambivano, ma anche dei terrificanti doveri.

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Draco si era smaterializzato dall'altra parte del paese, Voldemort richiedeva la sua presenza per interrogare un discepolo di Harry fottuto Potter. Non sapeva se sarebbe stato pronto a seviziare qualcuno con cui aveva condiviso la scuola. Le sue uccisioni prevedevano la morte di Mezzosangue di cui non sapeva nulla. Ora, invece, si sarebbe dovuto occupare di qualcuno che aveva già visto, di cui magari conosceva la famiglia. Non poteva tirarsi indietro.

Entrò nelle segrete del castello, grossi muri di pietra riflettevano la luce della luna. Era spettrale, tutto riconduceva al dolore. Piccole candele spargevano luce calda, dando la possibilità di vedere il terreno per non inciampare. Malfoy camminava a testa alta, facendo volteggiare dietro di sé il mantello nero, al volto la maschera di Babà Yaga. Pensò che se non fosse stato riconosciuto sarebbe stato più semplice cavare le informazioni richieste senza provare pietà. Varcò l'enorme portone di legno, le assi erano incrociate le une con le altre, non sarebbe mai stato possibile tirarlo giù a spintoni, solo la magia poteva spostarlo.

Mise una mano in tasca tirando fuori una sigaretta stropicciata che aveva rubato a Evie poco prima, l'assaporò sentendo il suo odore fin dentro il tabacco. Non sapeva come fosse possibile, ma quell'involucro di carta profumava della sua pelle, un ricordo dolce che non avrebbe potuto accostare a ciò che avrebbe fatto a breve. Con la bacchetta l'accese e inspirò a pieni polmoni, prese la sedia poco distante da lui e la fece strisciare a terra fino ai piedi del ragazzo che penzolava attaccato al soffitto, il viso era coperto da un sacchetto, le braccia incrociate sopra alla testa strette da una catena che lo teneva in alto.

'' Siamo svegli ? '' grugnì Draco vedendo che la sagoma di fronte a lui non emetteva il minimo suono, ci mise poco a perdere la pazienza, gli scagliò un pugno in pieno petto e quest'ultimo respirò a fatica trattenendo il dolore. Il Serpeverde si rimise seduto con un ghigno sul volto. Vedeva il suo respiro farsi sempre più lieve, tanto da sembrare che stesse sparendo. Doveva impedire che morisse prima che potesse interrogarlo, così invocò un incantesimo silenzioso facendo sparire il sacchetto che aveva in testa. Rimase sotto shock quando riconobbe il ragazzo.

Capelli rossi, vestiti da due soldi, corporatura longilinea, era un fottuto Weasley.

Per l'esattezza si trattava di Fred, uno dei gemelli. Fratello di Ron, colui che non sopportava dal primo giorno che lo aveva incontrato a Hogwarts. I due si guardarono, Draco non era riconoscibile data la maschera. '' Non ti dirò niente, qualsiasi cosa tu mi farai '' disse quasi senza fiato il rosso, sputò una piccola quantità di sangue mentre abbassava lo sguardo al pavimento.

'' Questo lo vedremo feccia '' Draco era furioso, non apprezzava la devozione per Harry Potter lo riteneva un debole e come tale non avrebbe mai potuto comandare un esercito. Torturò Fred con ogni maledizione ai tempi conosciuta. Lo vedeva contorcersi sotto le sue mani, cercava di trattenere le urla, ma quando il dolore si faceva più intenso allora lo sentiva gridare disperato.

Baba Yaga - Draco MalfoyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora