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Puzzle

Evie aveva passato tutta la sua vita a sentirsi come un puzzle, dove però i pezzi, erano stati presi da scatole completamente diverse. Era come se la sua vita fosse piena di componenti impossibili da incastrare. Aveva iniziato a pensare che il pezzo sbagliato fosse lei, credeva di essere lei quell'unico tassello che non si sarebbe mai incastrato con nessun altro. Passare tutto quel tempo con quell'enorme dubbio l'aveva fatto diventare la sua casa.

Temeva tutto ciò che era al suo interno, ma era l'unico posto in cui poteva trovare  quello che cercava. La sua esistenza dipendeva dal ritrovamento di quella dannata bacchetta. Sapeva che usare la magia nera su sé stessa le avrebbe causato problemi fisici e mentali ma non poteva assolutamente redimersi dal farlo. Per una volta voleva che quel dannato tassello si incastrasse con qualcosa che non si sgretolasse sotto le sue mani. I suoi genitori, Silente, Hogwarts. Fino a quel momento sembrava che la sua vita non fosse plasmata su di lei, ma che tutto fosse stato fatto per farla soffrire.

Aiutare Harry Potter a sconfiggere Voldemort l'avrebbe aiutata a uscire fuori dall'ombra, così da godersi la vicinanza di Draco senza pensare di essere un peso per lui. Voleva guardarlo con quei suoi grandi occhi innocenti e convincersi di meritarsi di essere amata. Quella notte la sua memoria sarebbe stata manipolata affinché il ricordo della bacchetta uscisse finalmente dalla sua testa.

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Draco stava riposando accanto a Evie quando lei aprii gli occhi, in piena notte doveva raggiungere Potter per iniziare il rito. Sgattaiolò fuori dalle lenzuola, si soffermò a guardare il ragazzo che dormiva accanto a lei, quell'immagine celestiale sarebbe stata una delle cose che avrebbe voluto ricordare se si fosse messa male la situazione. In punta di piedi raccolse gli abiti scuri che avrebbe indossato, con passo felpato percorse la camera fino ad arrivare alla porta, respirava lentamente e con la mano tremante abbassò la maniglia cercando di non emettere il minimo rumore.

Riuscii a allontanarsi dalla tenda, con l'aiuto della magia si cambiò di abiti e mentre percorreva il sentiero sterrato si infilò le scarpe. Si mise con la schiena dritta, camminava con la bacchetta in mano, se qualcuno l'avesse vista in quel momento non avrebbe mai dubitato della sua autostima. Testa alta, passi svelti e decisi, niente l'avrebbe fermata. Era pronta a conoscere la verità.

Scostò la tenda e entrò dove Potter risiedeva. Lui aveva già preparato sul tavolo una serie di intrugli che avrebbe utilizzato nel caso in cui l'incantesimo si fosse rivolto contro di lei. Pozioni calmanti, lenitive, tutto ciò le fece accapponare la pelle. Era sempre più consapevole di ciò che stava per fare, la sua vita era nella mani della persona che aveva da sempre detestato, colui che le aveva privato la presenza di Silente durante i suoi ultimi giorni. Era sempre in mezzo, sempre così fottutamente pronto a dividerla dall'unica persona che l'aveva cresciuta.

Cercò di trattenere le emozioni, fece un lungo respiro e poi si avvicinò al banco scrutando attentamente cosa avesse preparato per lei. Un'enorme poltrona rossa prendeva gran parte dello spazio, ripensò a quando Draco aveva provato a leggerle la mente nello stesso modo, ma ora la poltrona era molto più imponente e sicuramente niente sarebbe finito con un bacio, ma probabilmente con qualche ferita.

Harry entrò subito dopo di lei, la guardò osservare con attenzione ciò che aveva preparato, fece un ghigno di soddisfazione " Ho fatto il possibile per non dimenticare nulla, sarò pronto a intervenire se dovesse andar male '' Eppure quelle parole non riuscivano a tranquillizzare Evie, non si fidava di lui e la cosa era reciproca.

Baba Yaga - Draco MalfoyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora