dolore

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La frase detta ad Emre,
Mi proietta  inevitabilmente, a quel giorno di quasi due anni fa' , dove le mie radici , sono scomparse, spezate sradicate

Dove quella lama tagliente ha colpito , senza alcuna pietà,  affondando inesorabilmente  dilaniando con ferocia senza un perché

Erano giorni che avevo un senso d'inquitudine  che mi portava a controllare sempree il telefono , non curante del fatto chedove mi trovo non c'è campo .
La campagna fotografica  di cui mi occupavo,  ci portava in posti molto isolati a contatto con la natura spesso selvaggia

Era un progetto per la nazionale geographic, era il mio primo incarico di quella importanza e di quel genere
Avevo faticato molto per adattarmi ad un ambiente del genere  .

Il tempo trascorreva ormai eravamo pronti e l'indomani avremmo lasciato quel posto e saremmo ritornat9 nel mondo civile e soprattutto  connesso
Cosi  avrei potuto contattare "casa ", era tanto che non sentivo la mia mamma , mi mancava
Quel pensiero però  mi turbata w non capivo perché...
La notte passo' serena
E la mattina seguente, come da programma,
partimmo ed in poche ore  arrivammo   al nostro alloggio 
Dopo soli pochi minuti ero già col  telefono  in mano per riattivare la linea,  pochi secondi , sbloccai
lo schermo , una raffica di bip travolsero
le mie orecchie
Chiamate
Messaggi
Notifiche
Uno mi balzo' agli occhi
" mi dispiace " Emre
Inavvertitamente  cominciai a tremare , qualcosa mi diceva  di preoccuparmi
Con forza mi costrinsi..a chiamare , qualche squillo e sentiti la voce  di Emree, era strana , disse semplicemente  < Demet>
Un tono malinconico e affettuoso , non lo avevo mai sentito .
Rispondo anche io dicendo semplicemente
< Emre>
La mia voce trema sempre di più
< sei da sola?>
Mi chiede, ma perché,?
Perché  mi fa' questa domanda
< Demet....> Mi richiama
< Emre mi stai spaventano...parla >
Gli dico
< siediti Demet , ti prego >
Senza ribattere  , lo faccio , mi siedo  su una panchina , una sedia non so
(   poco distante i miei colleghi parlano e ridono serenamente )
<io non so come dirlo  e se sia giusto farlo così >
Ma  CHE VUOL DIRE
Penso..
< Emre , ti prego >
Quasi urlo
<  la mamma >
Alcune lacrime cominciano a bagnare il mio viso mentre il mio cuore sente il loro passaggio e il solco che stanno scavando,  il mo respiro è  fermo come lo sono io , immaginando di dover attutire un colpo ben assestato , che mai avrei potuto immaginare così devastante
< cosa?>
Chiedo con un filo di voce
< Qulche giorno fa' si è sentita poco bene >
Ok, lo ha detto
< ora come sta ?>
Dico
< Demet > ripete dinuovo,
Ora ho paura
< non ce l'ha fatta ,
Le condizioni erano critiche , un trombo.........................>
Non sto più ascoltando  nulla , i suoni sono sempre più lontani  senza che me ne rendessi  conto
Caccio un urlodi pura disperazione che mai avrei immaginato
Ma io non sento nulla

'Urlo straziante di Demet riecheggio'portando il silenzio fra quelle risate
Il suo vecchio amico w collega Osman accorse  intercettando le urla di Emre in panico  preoccupato  recuperato  il  telefono caduto
Sento parlando intorno a me ma  io non riesco a muovermi non sono svenuta ,penso, però  è  così  che mi sento

Il colpo in pieno petto è  stato scagliato la lame e passata indenne e mi ha trafitto
Nessuno l'ha vista
Non su può vedere
Nessuno l'ha fermata non si può fermare

L'unica sensazione che avverto è  dolore  ,
Senza ferita
Non sento più i miei battiti ma strazianti scariche

Avverto degli scossoni , riesco a girare leggermente il volto , non so' come ho fatto perché non sento il controllo delle mie azioni  vedo Osman sembra sia dietro un vetro offuscato  , leggo terrore sul suo volto .
Allora questo non è un incubo  cerco di toccarlo per capire se  è  reale ..luoi subito afferra la mia mano che trema come una foglia , la stringe forte  riesco così a percepire  un lieve calore in quel freddo gelido che mi pervade .

Una frase esce dalle mie labbra sotyoforma di urlo disperato
<non è giusto >
Per quanto tempo ho ripetuto quella frase
Non riesco a dire altro
Piango , piango  tanto ,
Piango tutte le lacrime  che ho
Non guado nulla   , non vedo nulla

Lacrime inesorabili rigano il mio viso
E graffiano il cuore  oeglio , qulo che ne rimane
Questo d'ore è  disumano

Non Vrei mai creduto di riuscire a sopportarlo

Questo dolore è  disarmante

È  feroce
   e inarrestabile

Ciao a tutte
Volevo scusarmi per eventuali errori
È  un capitolo forte che sento molto  quindi  sono andata un po' a braccio

È  un capitolo forte ma necessario
Come dicono sia anche il dolore

Colgo l'occasione per ringraziarvi per aver scelto la mia storia e delle belle parole che mi avete rivolto

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