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Chaper 11:there won't be a 'next time'

Io e jisung stavamo tornando a casa, a piedi fianco a fianco.

Le foglie secce giacevano sul pavimento ai lati dell'asfalto mentre dei piccoli uccellini cercavano un riparo caldo tra gli alberi della piazza.

Tutto attorno un silenzio aveva preso possesso di noi per quasi tutto il tragitto scuola-casa.

Dopo  la pausa pranzo siamo stati in sala prove e abbiamo fatto un altro
pezzo di ballo (in cui anche jisung era presente). Non se la cavava male per aver iniziato a ballare da solo un messe.

<cosa si mangia sta sera?> chiese il biondo guardandosi i piedi mentre seguiva una linea tracciata dal cemento fresco.

<quello che vuoi> risposi.

<fai tu, a me piace tutto>

E da lo ripartì il silenzio.

Spostai lo sguardo sul biondo: portava un mascherina bianca che gli copriva naso e bocca e un sottile giubbotto nero sopra la divisa scolastica.
La sue dita erano rosse così come le punte delle orecchie.

Era ormai ottobre, era palese che facesse freddo. Anzi mi meravigliai che non stesse nevicando.

<mi spieghi a cosa serve un giubbotto senza tasche?> chiesi io al biondo che stringeva i pugni e li faceva oscillare mentre teneva lo sguardo sull'asfalto.

<non è mica colpa mia se vendevano solo questi!>si giustificó senza alzare lo sguardo.

<ecco scoperto il motivo delle mani fredde> esclamai ironico facendolo ridacchiare.

Gli presi una mano, quella piu vicina a me, e me la infilai nella tasca.

L'altra, ovviamente, dovette restare fuori, ma meglio di niente, giusto?

<siamo quasi arrivati. Poi ti puoi mettere a letto mentre preparo>

[jisung]

Non appena la mia mano toccó quelal calda di minho mi salirono i brividi su per la schiena.

Che diamine fai? Cosi mi farai saltare la copertura!!

Abbassai du nuovo lo sguardo per evitare che sia visibile il rissore che ora abitava sulla mia faccia.

Passo dopo passo la mia mano diventava sembre piu calda e quella di minho non smetteva di stringerla.

Arrivammo a casa dopo qualche secondo e quando levó la mia mano dalla sua, e di conseguenza dalla sua tasca, sentii un brivido talmente fastidioso che mi portó a prendermela e stringerla.

Fece scattare la serratura e aprì la porta. Mi ci fiondai dentro cosa che fece anche lui dopo di me.

<ho freddo..> lo avvisai

<lo so, puoi stare nel mio letto se ti è piu comodo> propose levandosi il giubbotto.

Solo se vieni an....ma che cosa dico, mi sta andando in tilt il cervelo!!

<ma va,è il tuo letto. Mi metto un po sul divano con la coperta.>levai il 'giubbotto' anche se sembrava piu una camicia che un giubbotto.

Dopotutto non avevo un lavoro, ero uno studente, quindi non avevo soldi per comprarmi questo tipo di cose.

Mi buttai sul divano.

Nyctophobia*- h.J X l.m.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora