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Chaper 29: not afraid anymore

<come ti senti?> mi chiese la dottoressa tamponandomi le ferite che mi erano state infierite in giorno prima.
<come dovrei sentirmi?> sussurrai giardandomi la ferita sulla coscia che perdeva ancora un po di sangue se premuta. La donna sospiró.
<passerà non preoccuparti.>
Quella dottoressa era finita li per caso. Lavorava con mio padre da anni e mi conosceva da quando ero piccolo. Non era contro la comunità lgbtq ma mio padre la obbligó a curare le ferite che poi mi avrebbe fatto lui stesso. Con lei riuscivo a stare tranquillo perche sapevo che non mi avrebbe fatto del male.
Erano le 14 passate e di minho e gli altri non c'era traccia. Pensai che sarebbero venuti la sera e non mi preoccupai troppo.
<ieri è venuto yeonjun da noi> inizió la donna dai capelli neri attirano la mia attenzione. Annuii incitandola a continuare.
<ci ha detto che il tuo amico, minho, sta impazzendo per cercarti. E ha consigliato al sig. Han di trasferire il nostro ospedale prima che ci trovi. Che ti trovi.> mi guardó dispiaciuta.
<e-e?> balbettai in ansia. Lei riabbassó lo sguardo sulla garza continuando ad attorcigliarla attorno alla mia coscia.
<è convinto che non ti troverá mai, ma si sta preparando a cercare una struttura.> taglió l'eccesso di garza e la depositó sul carrellino alzandosi dal mio letto.
<riposati, oggi non hai visite> sorrisi a quell'affermazione e ringraziai la donna che ,con un sorriso triste ,lasció la stanza.

•••

[me]

Tutto era pronto da un paio d'ore, ma avevavo deciso di andare a tardo pomeriggio. Erano tutti vestiti nello stesso modo; jeans skinny neri e maglia a maniche corte del medesimo colore. Tutti apparte Yeonjun, che era vestito con dei jeans chiari e un top rosa con lo smile. Minho, da un po' di tempo, girava per la casa senza dire o fare altro. Camminava senza fermarsi,immerso nei suoi pensieri.
Aveva paura che tutto sarebbe sndato storto. Aveva paura che avrebbe perso il suo amato. Il suo Jisung. Il pensiero della sua vita senza di lui lo terrorizzava e non riusciva a lasciare la sua testa.
Il moro continuava a girare per la casa torturandosi le mani. Basta. Non ce la faceva piu. Doveva andare da lui. Doveva tirarlo fuori da li.
Piantó i piedi per terra girandosi verso bangchan:<Andiamo?> disse cercando di sembrare calmo.
•••
Erano lí. Nascosti che aspettavano un segnale da yeonjun che si trovava gia all'interno della struttura.
Le mani dei ragazzi tremavano come non mai. Tutti cercavano di calmarsi a vicenda. Ovviamente, gesto invano. L'aria era fresca e piena di tensione.
La voce del rosa riempì il silenzio facendo spaventare tutti. Tutti eccetto seungmin che aprì il computer e inizió a smanettare cose.
< minho, bin, tenetevi pronti vicino alla finestra> queste furono le parole che fecero tremare minho.
Paura. Nuovo sentimento sbloccato. Un sentimento che ti mette i brividi fino alla punta del naso. Che accellera le pulsazioni del tuo cuore. Che ti mozzava il respiro. Che ti porta a fare cose senza pensare e a fare attenzione a ogni rumore circostante. Ecco cos'era la paura. La paura è bastarda. E chi ha un po' di paura spesso finisce per esserne mangiato.
<hey, andrà tutto bene. Stai tranquillo> disse changbin tenendo la mano del moro.
È il momento che tu te ne vada Paura. Vattene e lasciami in pace.
Camminrono lentamente mano per la mano verso la finestra del paziente a cui erano interessati. Minho lasció la mano dell'amico e si affacció sulla camera. Jisung era seduto per terra a gambe incrociate.
<cosa fa?> sussurró bin osservando la scena.
<non lo so...> sussurró a sua volta.
<andate, veloce> la voce di seungmin fuori uscí dagli auricolari die ragazzi spingendoli a bussare alla finestra.
Il piccolo all'interno della stanza si giró di scatto e , con un gesto veloce, si alzó e aprì la finestra.
<ragazzi> sorrise.
Minho guardó terrorizzato changbin.
<o mio dio> sussurró quest'ultimo.
I due si affrettarono ad aggrappare jisung dalle braccia e tirarlo fuori facendo attenzione a non schiacciare sulle ferite.
Minho non riusciva a guardarlo in quello stato, infatti guardava il terreno mentre lo facevano scivolare fuori. Una volta fatto uscire fuori, jisung prese un respiro profondo assaporando l'aria fresca.
Minho lo sapeva. Sapeva che stava per scoppiare a piangere. Jisung aveva il viso completamente pallido sporcato in modo geometrico di sangue. Il liquido rosso disegnava perfette linee parallele, ma non erano ferite, era solo sangue. Il camice, invece, nascondeva molte ferite aperte da cui fuoriusciva sangue. <cosa...jisung..> disse confuso bin. La serratura della stanza fece un rumore forte, segno che qualcuno stava entrando.
<andate via> quasi urló seungmin. Minho prese per mano jisung e inizió a correre seguito dall'altro amico. Chris aveva chiamato la polizia quando seungmin aveva ordinato ai ragazzi di entrare nella stanza, quindi questi erano quasi arrivati. Qualcosa non andava.
E minho lo sapeva. Lo sapete perchè? Perchè era andato tutto troppo liscio. Yeonjun. Dovevano chiamare yeonjun.
I tre arrivarono dagli altri. I.N,Hyunjin e changbin iniziarono a fare l'interrogatorio a jisung mentre minho corse da chris e seungmin.
<dov'è yeonjun? Sta uscendo?> chiese velocemente.
Il maggiore negó con un movimento della testa.
<dov'è?! Dove cazzo è chris?!> la paura era tornata, o forse non lo aveva mai lasciato.
Nei giorni passati a progettare quel piano si era affezzionato a lui. Lo aveva scoperto e conosciuto per quello che era. Aveva paura che gli fosse successo qualcosa.
Le lacrime combattevano contro la volontà di minho.
<mi dispiace minho non lo so..> le sirene della polizia si facevano smepre piu vicine e la speranza degli straykids aumentava. La speranza. Forse piu infame della paura. La speranza è un'amica tossica. Appare solo quando la tua mente sa che ormai tutto è andato a rotoli. Arriva lei, che per qualche minuto ti rassicura dicendoti ' tranquillo,va tutto bene. Ti stai solo facendo paranoie. Alla fine tutto andra come vuoi tu.' E ti convince di questo. Fino a quando la realtà non ti colpisce dritto in faccia con in sottofondo la risata di piacere della speranza. È nata per farti soffrire. E in quel momento tutti credevano che sarebbe andato tutto come avevano pianificato.

••tre giorni dopo••

Nella stanza d'ospedale regnava la pace e la felicità. I petali di narciso bianco decoravano i muri e il bordo del lettino di jisung. Quest'ultimo era altrettanto felice, nonostante i vari tubi collegati alle sue braccia.
La mano di minho stringeva quella del suo amato. Come era andata?
Dopo l'arrivo dei polizziotti e dell'ambulanza jisung fu subito portato all'ospedale mentre le pattuglie entravano in quel posto da brividi. Arrestarono tutti i dottori compreso il padre di jisung ma di yeonjun non ci fu traccia. Era svanito! Sparito nel nulla. Peró, ogni notte, minho sognava di abbracciare l'amico e di scusarsi per come lo aveva trattato tutti quei mesi. Poi, una volta svegliato, non riusciva piu a dormire. Era davvero convinto che fosse tutta colpa sua. Il pensiero della sua sparizione lo tormentava. Tutta la citta lo cercava.
La dottoressa entró avvisando il gruppo che avrebbero dovuto lasciare la stanza e così fecero, minho peró rimase li. La dottoressa non disse nulla. Vedeva che quei due avevano qualcosa da dirsi. Lo vedeva ogni volta che il piu alto andava a trovare quel paziente. Il modo in cui si guardavano. Notava che ogni volta che erano insieme, avevano il bisogno di essere a contatto tra di loro. Come fosse una sicurezza che l'altro fosse davvero affianco a lui e non se ne sarebbe andato. La donna lasció la stanza chiudendo la porta alle sue spalle.
A quel punto in quella stanza rimanevano solo i due ragazzi e i loro sentimenti( che tra poco sarebbero venuti a galla)
Minho sapeva quello che faceva. E aveva in mente un modo per dirglielo. Doveva semplucemente raccontargli la sua storia.
<sai. Ti vorrei raccontare una storia. Ti va?> chiese gentilmente il ragazzo guardando dolcemente l'altro. Questo annuì. Minho sorrise e prese ad accarezzare la mano di jisung.
<c'era una volta, una ragazza di nome kate. Era davvero una bella persona e amava aiutare gli altri. Un giorno incontró, per puro caso, un uomo del villaggio. Fu amore a prima vista. Rimasero insieme a lungo fino a che lei non rimase incinta. E da quell'amata coppia, nacque un bel bambino dagli occhi scuri. Come quelli del padre. Insieme decisero di chiamarlo Minho.> jisung era confuso ma continuó ad ascoltare attentamente.
< questo bambino per qualche anno visse felicemente. Arrivó l'asilo e la sua infanzia inizió a diventare sempre migliore. Si fece tanti amici e i suoi genitori avevano tanto soldi. Gli compravano tanti giocattoli. Alle elementari tutto andó liscio. Poi arrivarono le medie. Qualcosa ando storto e tutti i suoi amici lo tradirono brutalmente. Come? Avevano detto a tutta la scuola che quel bambino era attatratto dagli uomini. Dai ragazzi.> jisung abbasso lo sguardo sulle loro mani. Il battito cardiaco inizió ad accelerale. Minho se ne accorse e sorrise stringendo di più la presa sulla sua mano. < da li si chiuse in se stesso. Solo 7 ragazzi gli parlavano. Quelli con cui poi lui riuscì ad aprirsi. Quelli che diventarono i membri degli straykids insieme a lui. Eppure apparte con loro, lui non riusciva piu a provare sentimenti. Col tempo si dimenticó ogni singola sensazione. Poi nella sua vita entró un ragazzo. Un ragazzo bellissimo e simpatico. All'inizio non provava molto. Andarono a convivere. E piano piano minho iniziava a provare sentimenti. Sentimenti per lui. Per quel ragazzo. Solo dopo si accorse che forse a lui piaceva. Quando poi jisung sparì-> il diretto interessato perse un battito. Questa cosa lo costrinse a prendre un respiro profondo.
<-il cuore di minho si spezzó. Nulla e nessuno lo fermó nella sua ricerca. Per trovarlo arrivó persino a diventare amico del ragazzo che odiava. Solo e solamente quando, alla fine, lo trovó e riuscì a toccare di nuovo la sua pelle, si rese conto che in realta quello che provava non era solo una cotta. Minho lo amava. Minho amava jisung.> il moro guardó il paziente negli occhi.
<io ti amo han-ah> questo sorrise. Ma non disse nulla. La testa di jisung era piena di pensieri e non riusciva a decidere cosa fare.
Senza pensarci troppo, con la mano libera, avvicinó il viso del maggiore al suo. Non fu immediato. Anzi per i due la cosa duro anche troppo.
I loro visi erano vicini, i loro nasi i sfioravano. Minho non riusciva a sopportare quella distanza. Aveva quelle labbra troppo vicine alle sue.
Lasció la mano di jisung per posare entrambe le sue sulle guance del suo amore. In un battito di ciglia la distanza tra loro venne azzerata.
I due erano così felici in quel momento. Così liberi.
Le labbra di jisung sapevano di sicurezza. Quel bacio diceva "io sono qui e staró al tuo fianco per sempre." Minho chiese immediatamente l'accesso picchiettando la lingua sul labbro inferiore di jisung che schiuse leggermente le labbra. Le loro lingue ballavano sotto le note del loro respiro che, pian piano, diventava sempre piu affannato. L'unico rumore in quella stanza era lo schiocco dei loro baci. Duró un po' finchè i loro polmoni non li costrinsero a staccarsi.
Le loro fronti si toccavano e entrambi si accarezzavano il volto con dolcezza.
<ti amo anche io minho> disse.
Ora sapeva che non avrebbe piu dovuto avere paura. Sapeva che non sarebbe piu stato al freddo ed era sicuro che il buio non lo avrebbe piu spaventato se minho sarebbe stato con lui.

                       -the end-

Nyctophobia*- h.J X l.m.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora