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Chaper 9: it's danger

<quando arrivi, parcheggia piu lontano va bene?> mi avvisó jisung allacciandosi la cintura.

<certo> risposi. Evitai di chiedere spuegazioni siccome le sue mani, podate sul poggia braccio, tremavano, e non per il freddo.

<se ti va posso andare io> proposi tranquillo con gli occhi sulla strada.

Casa sua era a cinque minuti dalla mia quindi sicuramente non ci avrei messo tanto.

<assolutamente no!> urló.

<perchè?> il mio tono rimaneva sempre tranquillo.

Non capisco perche se la prende così tanto, sto cercando di aiutarlo!

<perchè no e basta> sussurró

Spostai lo sguardo su di lui per qualche secondo. Aveva cambiato posizione.

Ora aveva le mani nascoste in mezzo alle gambe e lo sguardo il basso.

<se venissi con te?> proposi ancora rispostando lo sguardo sulla strada per fare l'ultima curva e parcheggiare davanti la casa del vicino di jisung.

Non ottenni risposta.

Sentivo il suo respiro frustrato seppure la musica invadesse l'auto.

I miei ragionamenti dicevano che se tremava in quel modo e se ha reagito così ai messaggi qualcuno voleva fargli del male, e di sicuro non lo avrei lasciato solo.

< va bene..> si slacció la cintura e scese dall'auto cosa che feci anche io.

Iniziai a guardarmi in torno; la villetta bianca giaceva in un vicolo tranquillo e vuoto e le strade erano prive di macchine.

<muoviamoci> disse inziiando a incamminarsi verso l'abitazione.
Lo seguii a ruota guardandomi sempre intorno.

Una volta davanti alla porta del retro fece scattare la serratura cosi da lasciarci entrare liberamente.

<va...vado aspettami qui ok?> non mo diede neancne il tempo di rispondere che gia era corvo fuori dalla mia visuale.

Approfittai del momento per guadare un pó la casa.

Feci almeno 3 passi prima di ritrovarmi in salotto.

Al centro di esso c'era un divano bianco in stoffa a 3 posti che occupava la maggior parte della stanza, davanri ad esso un piccolo televisore posato sopra un mobiletto in legno.

La mia attenzione, peró, venne attirata da una foto, sul comodino.

Questa ritraeva il proprietario di casa con un uomo e una donn, molto probabilmente i suoi genitori, era tenuta dentro una cornice di legno chiaro e ricoperta da un sottile strato di vetro, in quel momento rotto sulla faccia del minore.

Alzai un sopracciglio guardando i frammenti di vetro caduti sul pavimento.

Girai la visuale guardando il resto del salotto.
Quasi non mi strozzai con la mia stessa saliva.

<ji> lo richiamai.

Tutte le sue foto erano spaccate e il vetro riposava tranquillo per terra o sul divano.

<arrivo! Un secondo!>

<muoviti. È pericoloso qui> lo avvisai iniziando a muovermi verso la sua voce in cerca della camera dove si trovava.

<ho quasi finito!> urló e quando queste parole mi furono udibili molto piu facilmente capii che era quella la sua camera.

Aprii la porta velocemente ritrovandomi a indietreggiare immediatamente.

<scusa> sussurró lui.

Il suo viso, fino a qualche secondo prima, era a qualche centimetro dal mio.

<dobbiamo andare> gli presi dalle mani il borsone e iniziai a camminare a passo svelto verso la porta sul retro con jisung che mi seguiva a ruota, ma proprio nel momento in cui entrammo nel corridoio per arrivare ad essa, sentimmo lo scatto di una serratura seguita da un fischietto.

Io e jisung ci fermammo per evitare di fare qualsiasi rumore.

<ji? Sei qui?> la voce di un uomo sulla quarantina rimbombó nella casa.

Mi girai a guardare il biondo.

Questo prese a fare passetti in avanti cercando di entrare del tutto nel corridoio.

Si udì un 'trr' che veniva sempre cullato dall'inquietante fischiettio dell'uomo.

Ce ne fu un altro e a quello la casa apparve molto piu buia.

Merda, sta chiudendo le imposte!

Nonostante il buio riuscì a vedere la pelle del piu piccolo inziare a tremare.

L'uomo lo fece un'altra volta lasciandoci completamente al buio.

<andiamo ji, so che ti stai trattenendo, so che sei qui>  disse con tono talmente dolce che faceva paura.

Preso dalla fretta, poichè sentivo i passi dell'uomo smepre piu vicini e il respiro del biondo farsi sempre piu affannato, gli afferrai la mano, aprii la porta e insieme uscimmo per poi iniziare a correre.

Gliela lasciai solo una volta arrivati davanti all'auto. Presi il mio posto al volante spingendo dietro,nei sedili posteriori, la borsa di jisung per poi partire di corsa.

[jisung]

<mi spieghi cosa sta succedendo per favore?> chiese con gli occhi sulla strada.

Non so se essere piu scioccato per mio padre o se esserlo per quello che ha appena fatto minho.

Pensai guardandomi  le mani.

La pelle d'oca faceva ancora parte di me in quel momento.

<avanti, chi era quello? Cosa vuole da te?> continuó incintandomi a rispondere.

E adesso cosa mi invento? Non posso mica dirgli che sono gay, non mi farebbe mai stare a casa sua.

<em... è...complicato..>

<bhe spiegamelo!>

Tenni lo sguardo basso costante mentre mi torturavo le mani.

Non ci contare minho, non te lo diró mai!anche se potrebbe aiutarlo ad aprirsi e magare uscire dal suo problema...NO JISUNG, EVITA PER FAVORE.

Ci furono secondi di silenzio (che a me sembrarono interminabili) fino a che non parcheggio davanti a casa sua.

<senti, lo capisco che non sono una persona semplice specialmente parlando di fiducia, ma se mi spieghi cosa sta succedendo mi è piu semplice aiutarti. Come faccio a proteggerti se non so da cosa devo proteggerti?>si giró a guardarmi.

<scusa minho...preferirei non parlarne..> mi slacciai la cintura e aprii lo sportello per poi uscire ed entrare in casa.

[minho]

Sbuffai dopo la
Sua entrata.

<ma insomma, io ti voglio solo aiutare. Perche non me lo lasci fare jisung?> sussurrai prima di afferrare il suo borsone e fare la mia entrata in casa.

Jisung non c'era. Al contrario c'era un baccano assurdo che regnava tra i membri.

E hyunjin?

C'erano tutte le coppie eccetto due, quella mia e di jisung e quella di hyunjin e seungmin, o almeno, mancava hyunjin, minnie stava chiacchierando allegramente con jeongin e chan.

Mi avviai verso la stanza per posare il borsone con l'idea di andare a cercare hyunjin per raccontargli ció che era successo. Ma una cosa alla volta...

Nyctophobia*- h.J X l.m.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora