Corri.
Brucia i grassi.
Ieri Kacey hai mangiato una ciambella glassata gigantesca.
Mentre pestavo i piedi sul tapirulan della palestra che frequentavo da un paio di settimane, mi ripetevo quelle frasi come un mantra. Dovevo assolutamente rimettermi in forma o non sarei entrata nel vestito di damigella della mia migliore amica Grace.
Il mio problema erano i dolci e gli zuccheri: vivevo per loro. Solo che si depositavano subito o sui fianchi o sul sedere e non potevo proprio permetterglielo.
<<Spiegami ancora perché mi hai trascinato in palestra alle sei del mattino>, si lamentò Grace nel tapirulan accanto al mio.
Ridacchiai. <<Hai detto che volevi arrivare all'altare con una taglia in meno>>, le ricordai.
<<Sicura che abbia pronunciato proprio quelle parole?>>
<<Sicurissima>>.
Scese dall'attrezzo e si mise le mani ai fianchi. <<Ho cambiato idea>>.
Alzai gli occhi al soffitto. Grace non era molto amante dell'attività fisica. <<Come vuoi, ma alla prova del vestito non voglio sentirti dire che è colpa mia se non andiamo mai in palestra perché lavoro troppo>>.
<<Ma tu lavori troppo>>.
Aveva ragione.
Da un mese lavoravo nel mio nuovo studio legale: Parker e associati. Mi ero laureata ad Harvard da poco con il massimo dei voti e avevo trovato questo lavoro grazie all'università. Mi avevano raccomandata loro. Ci occupavamo per lo più di diritto societario ma ero affascinata dalle dinamiche di un vero studio. Ero il loro giovane associato meglio nota come schiava.
Facevo il lavoro sporco per i soci anziani. Soprattutto per Luis, un vecchio bavoso che mi guardava ogni giorno dentro la scollatura delle camicette. Quell'uomo mi dava i brividi. Peccato che fosse il mio supervisore.
Per lo più mi occupavo di trovare cavilli nei contratti, scrivere contratti e stare china sui codici ore e ore. Nella mia scrivania quel giorno mi aspettavano sei cartelline piene di documenti da leggere, archiviare e riscrivere.
Sì, amo il mio lavoro.
Non avevo ancora conosciuto il grande capo: Parker qualcosa. Nelle ultime settimane era stato in vacanza e fuori città per accaparrarsi un nuovo cliente. Tutti parlavano bene di lui e dicevano che per essere giovane era uno con le palle.
La società era della sua famiglia da generazioni. Suo padre era venuto a mancare da un anno a causa di un infarto e lui aveva ereditato la società. Ogni giorno da quando lavoravo lì mi domandavo che faccia avesse. Non sapevo quando l'avrei scoperto.
<<Fra quanto devi essere in ufficio?>>
Rallentai la corsa e mi asciugai la fronte con un asciugamano. <<Fra un'ora al massimo. Tempo di fare qualche squat e una doccia>>.
Si lamentò per il resto della seduta di allenamento, ma almeno fece qualche esercizio con molte pause in mezzo. <<Conosciuto il grande capo?>>
Trangugiai metà della mia bottiglietta d'acqua. <<No, non ancora. Dicono che dovrebbe tornare a giorni>>.
<<Hai paura?>>
<<Vorrei fargli una buona impressione. Sono quella nuova e non mi ha nemmeno assunta lui ma uno dei soci>>.
Mi picchiettò la fronte con l'indice. <<Hai una mente brillante, vedrai che ti adorerà>>.
<<Lo spero>>.
Grace andò allo spogliatoio prima di me. Io mi attardai a fare qualche esercizio di stretching. Ero piacevolmente indolenzita e stavo già facendo i calcoli di quante calorie avevo bruciato per potermi rimpinzare a pranzo.
Sempre che Luis non abbia altri piani per te.
Andando allo spogliatoio, controllai i messaggi. Avevo una mail da Luis in cui mi chiedeva di visionare anche un altro contratto con un nuovo cliente. Grandioso. Non avrei lasciato l'ufficio prima delle dieci quella sera.
Rassegnata, stavo rispondendo alla mail, quando andai a sbattere contro qualcosa. No, anzi, contro qualcuno. Qualcuno che era duro come una roccia e che mi prese al volo, prima che mi schiantassi a terra.
Un braccio particolarmente muscolo si avvolse attorno alla mia vita. <<Presa>>, disse ridacchiando.
Alzai lo sguardo e rimasi a bocca aperta. Un cavolo di dio greco mi stava abbracciando. Spalancai gli occhi e mi godetti la vista: alto, bellissimo, occhi verde bosco con una sfumatura azzurra, capelli castani arruffati, mandibola vigorosa e cesellata, con appena un'ombra di ricrescita di barba sulla pelle baciata dal sole e labbra peccaminosamente generose. Gesù, che dio greco stupendo.
Stavo letteralmente sbavando addosso all'Adone che mi fissava divertito e con un sorrisetto sfrontato.
<<Di solito cadono tutte ai miei piedi, ma mai così>>.
Arrogante. Ecco la prima cosa che mi venne in mente. Tornai in me rapidamente. <<È lei che mi è venuto addosso>>.
<<Io non ero intento a scrivere nessun messaggio>>.
Feci un passo indietro e subito rimpiansi il contatto con quel muro di muscoli e testosterone. <<Allora avrebbe potuto evitarmi>>.
Rise. <<Forse l'ho fatto apposta>>.
Arrossii. <<E perché?>>
Mi squadrò a partire dai piedi e salì molto molto lentamente. Mi sentii quasi nuda davanti a quei bellissimi occhi verdi che percorrevano ogni centimetro del mio corpo. Mi erano venuti i brividi lungo la schiena e sentii improvvisamente troppo caldo. Nemmeno dopo una corsa di sei chilometri sul tapirulan mi avevano dato quella sensazione.
Arrivò al mio viso. <<Bellissima>>, disse leccandosi le labbra.
Stavo per morire sotto quello sguardo. <<Grazie, credo>>.
Fece il primo vero sorriso e spuntarono delle profonde fossette e cominciai a crederci quando aveva detto che gli piovevano addosso. Cavolo! Non aveva niente da invidiare ad un modello o ad un attore.
Allungò una mano. <<Chase piacere>>, disse.
Gliela strinsi. <<Kacey>>.
Inclinò la testa di lato. <<Sei nuova da queste parti? Non ti ho mai vista qui>>.
Scossi la testa. <<No, ma lavoro troppo e non ho tempo per andare in palestra. Anzi, a dire il vero, sono in ritardo>>. Purtroppo era la verità.
Annuì. <<Ci si vede in giro, allora Kacey>>. Dio, il mio nome pronunciato da quelle labbra perfette.
<<Ciao Chase>>.
Mi infilai dentro lo spogliatoio e presi un lungo respiro. Avevo il battito accelerato e stavo un po' tremando. Chase. Mi sarei ricordata per lungo tempo di quell'Adone.
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TELL IT TO MY HEART
ChickLitKacey conosce Chase in palestra e fra i due scatta qualcosa. Una scintilla. Fra di loro però c'è una complicazione: Chase è il capo di Kacey. Non solo: hanno un passato in comune. Chase è arrogante, presuntuoso ma estremamente dolce con le persone...