10. Kacey

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Come immaginavo, Luis non prese bene la notizia. Anzi, si presentò nel mio ufficio, si chiuse la porta alle spalle e mi puntò contro l'indice.

<<Te la fai con il capo? È per questo che mi hai scaricato? Apri le gambe per lui e bum, ti ritrovi con una promozione?>>

Spalancai gli occhi, sorpresa. Non avevo avuto nessuna promozione, tanto meno ero andata al letto con il capo. Non ancora, si insinuò una vocina nella mia testa.

Dopo quella mattina in palestra sapevo che le cose fra me e Chase erano cambiate. Avevo trovato una tazza di caffè caldo e una ciambella nella mia scrivania quella mattina ad aspettarmi. Aveva anche lasciato un bigliettino.

"NON VEDO L'ORA SIA SABATO."

<<Non ho ottenuto nessuna promozione e non abbiamo una relazione>>, mi giustificai.

Anziché calmarsi cominciò ad urlarmi contro, dicendomi che avvocato pessimo fossi, che avrei fatto carriera solo perché la davo in giro e tutte le cose più brutte che gli vennero in mente. Ero sull'orlo delle lacrime e il labbro mi tremava. Non riuscivo nemmeno a parlare per difendermi.

Uscì dal mio ufficio sbattendo la porta. Sussultai. Mi aveva messo una paura con la sua rabbia. Tremando mi alzai dalla sedia e uscii per andare al bagno. A metà strada mi scontrai con Chase. Appena vide i miei occhi pieni di lacrime, mi prese per mano e mi trascinò nel suo ufficio.

Chiuse la porta alle nostre spalle. <<Che succede?>>

Non riuscendo a parlare, Chase si sedette sul divano e mi trascinò sulle sue gambe. Non si scompose davanti alla mia crisi. Mi tenne semplicemente abbracciata aspettando che mi calmassi. La sua mano scorreva sulla mia schiena dolcemente e le sue labbra erano appoggiate alla mia fronte.

Mi sentii così al sicuro e protetta. Era come se quelle braccia potessero tenere tutto il male del mondo lontano da me.

<<Mi dici che succede? Sono preoccupato da morire>>.

Scossi la testa. Parlare con lui significava far licenziare sicuramente Luis. Non volevo in alcun modo che pensasse di avere ragione su di me. <<Non posso>>.

<<È successo qualcosa qui in ufficio?>>

Annuii. <<Sì, ma non ne voglio parlare con te>>.

Mi sollevò il mento così che lo guardassi negli occhi. <<Kacey se è qualcosa che ha a che fare con uno dei miei dipendenti, ho il diritto di saperlo>>.

Aveva ragione, ma ero comunque frenata. <<Lo licenzieresti>>.

<<Luis?>>

<<Sì, esatto>>.

Mi accarezzò una guancia. <<Kacey, Luis lavora in questo studio da più di venti anni e non mi è mai piaciuto. Tratta gli associati sempre in malo modo e se ti ha fatto del male voglio saperlo>>.

<<Non mi ha fatto del male. È per le cose che ha detto>>.

Aggrottò le sopracciglia. <<Non è felice che lavori per me?>>

Scossi la testa. <<Non l'ha presa bene. Crede che io e te abbiamo una relazione. Pensa che mi sono guadagnata una "promozione" venendo a letto con te>>.

<<Dannazione!>>, esclamò incazzato. <<Gli parlerò>>.

Era una pessima idea. Veramente pessima. Così avrebbe solamente alimentato i suoi pensieri su di noi. <<Non puoi trovargli un nuovo associato da torturare invece? So che l'ufficio accanto al mio è vuoto>>.

TELL IT TO MY HEARTDove le storie prendono vita. Scoprilo ora