20. Kacey

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Chase non aveva voluto dirmi i programmi della serata. Mi aveva fatta uscire presto dall'ufficio e mi aveva spedita a casa a cambiarmi.

<<Indossa qualcosa di comodo e portati un cambio per domani in ufficio>>. Queste erano state le sue parole criptiche. Nessuna spiegazione.

Hearl mi aveva accompagnata al mio appartamento dove andai per cambiarmi. Decisi di farmi una doccia veloce e di vestirmi comoda come da richiesta. Presi un paio di jeans neri skinny, canotta di seta bianca e giacca in pelle per completare il look. Mi sentivo molto più me stessa così rispetto a quando mi vestivo elegante per andare in ufficio.

Hearl mi scortò fino al luogo dove mi stava aspettando Chase: il porto.

<<Il signore la aspetta in fondo al molo. Buona serata>>, mi disse Hearl.

Scesi dalla macchina e mi buttai sulla spalla la mia borsa pesante. Mi incamminai nella lunga pedana di legno e mi godetti il panorama. Era ancora chiaro e il sole stava quasi per tramontare per sparire sotto l'acqua. Non avevo mai visto un paesaggio così bello prima.

Raggiunsi l'ultima barca e trovai Chase ad aspettarmi ai piedi di una enorme barca a vela blu scuro. Non riuscii a guardare altro se non lui: indossava jeans scuri che gli fasciavano le cosce come un guanto e una felpa bianca che metteva in risalto la sua pelle abbronzata e gli occhi verdi. Era bellissimo.

Allungò le mani e mi tirò contro il suo petto. Non esitò un solo istante e mi baciò profondamente. <<Dio, è tutto il giorno che aspetto questo momento. Oggi avrei voluto chiudere la porta della sala riunioni e cacciare via tutti solo per questo>>, mormorò contro le mie labbra.

Sorrisi. Mi sentivo allo stesso modo. Eravamo stati impegnati tutto il giorno e non ci toccavamo dal giorno prima nel suo ufficio quando avevamo avuto quella discussione. Avevamo del lavoro da portare a termine e avevamo consumato la cena in ufficio. Io ero tornata a casa alle dieci e lui invece era rimasto.

<<Mi sarebbe piaciuto>>.

Scosse la testa, divertito. <<La prossima volta mando tutti a casa e ti prendo su quel tavolo. Fanculo la tua regola del niente sesso in ufficio>>.

Alzai gli occhi al cielo mentre giocherellavo con i suoi capelli della nuca. <<Non puoi farlo! Hai promesso!>>

<<Continuavi a fissarmi e morderti quel labbro carnoso ogni due minuti. Hai messo a dura prova il mio autocontrollo oggi>>.

Scoppiai a ridere. <<Quanto duro?>>

Gemette e trascinò la mia mano sul suo pacco. <<Così>>. Mi caricò in spalla senza preavviso e salì sulla barca. Fece qualche passo ridendo e quando mi depositò a terra, trattenni il fiato. Chase aveva preparato il tavolo con al centro delle candele, due calici di vino e un sacco di antipasti. Sapevo che non poteva aver fatto tutto da solo, ma contava il pensiero.

<<Hai fatto questo per me?>>, chiesi sorpresa. Era l'ultima cosa che mi aspettavo venendo qui. Credevo mi sarebbe saltato addosso e avremmo cenato a letto nudi.

Questo superava di gran lunga le mie aspettative.

Era arrossito e sembrava in imbarazzo. Amavo quando era così vulnerabile e abbassava quella maschera che portava al lavoro. Questo era il vero Chase. Quello pericoloso per il mio cuore. <<Sì, ti piace?>>

Gli stampai un bacio sulla guancia. <<Lo adoro, grazie>>.

Mi porse la mano. <<Vieni, ti faccio fare un giro. Ci vorrà un po' prima che sia pronta la cena, ma possiamo sederci su quel divanetto con un bicchiere di vino e guardare il tramonto>>.

Quasi mi misi a piangere. Era il miglior appuntamento del mondo. <<E'... perfetto>>, dissi con la voce che tremava. Nessuno aveva mai fatto una cosa del genere per me.

<<Vieni>>, disse tirandomi in avanti perché lo seguissi.

Entrammo in un ampio soggiorno con un divano lungo la parete e due poltrone abbinate, una lunga credenza e un televisore. Quella stanza era quasi più grande del mio intero appartamento.

<<Non mi sembra nemmeno di essere in una barca>>, mormorai. Ero piacevolmente stupita.

Accennò un sorriso. <<Lo so. Questa barca era di mio nonno e l'ha lasciata a me quando è morto. Mi piace venire qui spesso. Soprattutto quando ho voglia di pensare e staccare la spina per un po'>>.

<<Capisco perché. Il panorama è stupendo e c'è una pace rilassante>>.

Seguii Chase in cucina e mi resi conto che era grande tanto quanto il soggiorno. Dietro i fornelli c'era un uomo che faceva saltare qualcosa in padella. <<Kace, lui è Paul, il cuoco della mia famiglia. Non ho potuto preparare io la cena. Mi dispiace>>.

<<Piacere di conoscerla>>.

Paul mi fece l'occhiolino. <<Il piacere è tutto mio. Non mi capita spesso di vedere Chase qui con qualcuno>>.

Chase non si fermò e proseguii. Io volevo solo saperne di più su quello che aveva da raccontare quell'uomo per capirne meglio del mio capo. Non ne ebbi occasione. Mi mostrò il resto della barca: una piccola camera da letto di sotto che aveva trasformato in ufficio, una camera per gli ospiti, due bagni, e poi aprì la porta di una camera gigantesca.

<<Wow>>, dissi. Entrai e mi guardai intorno. La stanza era in legno chiaro e c'era un letto al centro con elegante biancheria blu scuro. Davvero bella.

Mi abbracciò da dietro e si abbassò per parlarmi all'orecchiò. <<Ho intenzioni di fare un po' di cosacce più tardi qui dentro>>.

Fui percorsa da un lungo brivido. <<Ah sì? Per esempio?>>

Mi morse delicatamente il collo e poi leccò via il dolore. Il mio corpo si accese dotato di vita proprio e mi ritrovai ad ansimare. Era così bello. <<Tanto per cominciare vorrei assaggiarti tutta e godere del tuo sapore>>.

Mi strusciai contro di lui. <<E poi?>>

La sua voce si fece roca. <<Farti urlare il mio nome. Più volte>>.

<<Sembra un buon piano>>, sussurrai.

Mi afferrò il mento, rovesciandomi la testa all'indietro. La sua bocca famelica piombò nella mia e mi trascinò in un lungo bacio bagnato. La sua lingua affondò nella mia bocca con decisone e gemette. Quel suono disperato mi eccitò quasi quanto sentire il suo corpo marmoreo contro il mio. La borsa cadde ai nostri piedi, mi girai e gli buttai le braccia al collo.

Mi spinse in avanti senza staccare la bocca dalla mia fino a quando non toccai il letto con il retro delle ginocchia. Gli conficcai le unghie nella schiena chiedendogli di più.

Caddi sul letto e lui mi fu addosso in un secondo. Strinse la mia coscia e se la portò contro il suo fianco creando un forte attrito fra i nostri corpi che mi fece rovesciare gli occhi all'indietro.

<<Sei bellissima Kace>>, sussurrò contro le mie labbra un attimo prima di regalarmi un bacio mozzafiato.

La sua lingua torturò la mia in una lenta danza ipnotica e il respiro di entrambi si fece pesante. Era come gettare benzina sul fuoco. Mi aggrappai ai suoi capelli, inarcandomi contro di lui. Chiedendo di più. Implorando di più.

Chase si staccò dalle mie labbra con gli occhi scuri per il desiderio e si fece più indietro. <<Mi sto per odiare per quello che sto dicendo, ma dobbiamo fermarci. Subito>>, disse con la voce arrocchita.

Gli rivolsi un'occhiataccia, ma ero anche divertita. <<Ah, davvero?>>, lo provocai. Le mie mani corsero sotto la sua maglia e passai le mani sui suoi addominali tesi. <<Mi sembra una pessima idea>>.

Ridacchiò e mi si mise in piedi, lontano. Mi allungò una mano e mi aiutò a rialzarmi. <<Paul ha preparato una cena speciale e non voglio rovinarla>>, disse tirandomi contro il suo petto. Abbassò la testa e il suo fiato caldo sfiorò la mia pelle, regalandomi un brivido. <<Ma ho intenzione di mantenere la promessa che ti ho fatto prima, Kace>>.

Ero. Senza. Fiato. <<Promesso?>>

Sorride e mi fece l'occhiolino. <<Promesso>>.

TELL IT TO MY HEARTDove le storie prendono vita. Scoprilo ora