33. Kacey

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Chase era un disastro. La barba di due giorni gli incorniciava il viso ancora abbronzato per la nostra recente fuga alle Bahamas e aveva gli occhi arrossati. Sembrava anche che non dormisse da giorni. Eppure ai miei occhi era sempre bellissimo.

Stavo raggiungendo il suo divano, quando mi sentii afferrare per il polso. Finii contro il petto caldo e sodo di Chase e sospirai. Sapeva di sapone e di bucato mescolato a qualcosa di solo suo. Mi era mancato così tanto in quei giorni che dimenticai tutto il resto. Mi abbandonai contro di lui impotente.

Non provai nemmeno a combattere. Ero esausta e a pezzi.

Mi depositò un bacio innocente fra collo e spalla. <<Sei bellissima, Kace>>, sussurrò così piano che per un attimo pensai di essermelo sognato.

Non riuscii a trattenere un sorriso. <<E tu ubriaco>>, risposi cogliendo tutti i segnali. Trent poi mi aveva avvisata mentre venivo qui.

Ridacchiò e mi strinse in un abbraccio. <<Forse e tu sei un cazzo di sogno nel mio delirio alcolico>>.

Okay. Era decisamente andato. <<Chase>>, lo rimproverai a metà divertita.

<<Kacey>>, mi fece il verso. La sua mano scivolò a stringermi appena sotto il seno. Sapeva benissimo che effetto mi faceva e lo stava sfruttando a suo favore.

Bloccai la sua mano e trattenni un gemito quando il suo pollice sfiorò il mio seno teso. <<Sono qui per parlare>>, dissi con voce roca. Non sembravo nemmeno io.

Appoggiò la fronte contro la mia spalla. <<Sono un po' fuori uso al momento, peperino>>.

Annuii. <<Domani allora?>>

Scosse la testa. <<No, non voglio che tu te ne vada. Dammi un'ora e sarò di nuovo lucido>>.

Rachel e Grace mi aspettavano per una serata solo donne, ma ora che ero lì con lui mi resi conto che non potevo più andarmene. Dovevamo parlare e avevo il timore che se lo avessi lasciato, non avrei più avuto il coraggio.

<<Va bene>>, acconsentii. Mandai un rapido messaggio a Rachel.

IO: SCUSA R, DEVO DARTI BUCA PER STA SERA. MI SPIACE, CI VEDIAMO DOMANI IN UFFICIO.

RACHEL: NON PREOCCUPARTI! SPERO TU STIA BENE.

IO: SI, BENE. SONO CON CHASE.

Ci scrivemmo per altri due minuti poi decisi di spegnere il telefono. Non volevo che nessuno ci disturbasse.

Chase mi aspettava seduto sul divano e mi misi accanto a lui. Ci fissammo per un po', senza che nessuno dei due dicesse nulla. Poi si schiarì la voce e spezzò il momento. <<Hai fame?>>, chiese.

Scossi la testa. Avevo lo stomaco chiuso e sottosopra. <<No>>, risposi.

<<Cosa facciamo mentre mi passa la sbronza?>>, domandò biascicando. Non era ancora propriamente lucido.

Sbadigliai in risposta. Ero esausta ed erano due notti che non dormivo. Mi sentivo sola e persa senza Chase nel mio letto. Non sapevo che cosa sarebbe successo fra di noi dopo quella sera, ma anche solo stare con lui così bastava. Non mi sarei arresa con lui.

Ormai avevo deciso. Speravo solo che anche lui si perdonasse e che potesse amarmi senza sensi di colpa. Le parole dure verso sé stesso che aveva pronunciato facevano ancora male. Per lui però. Non volevo si odiasse per qualcosa per cui non aveva colpe.

<<Stanca?>>, chiese al secondo sbadiglio.

Calciai via le scarpe con il tacco e mi misi comoda. <<Molto. È stata una lunga giornata>>, ammisi.

TELL IT TO MY HEARTDove le storie prendono vita. Scoprilo ora