25. Kacey

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Chase aveva un jet privato.

Un bellissimo e nuovissimo jet privato, luccicante con le sue iniziali sulla fiancata.

Stavo per svenire.

E l'interno? Una meraviglia. Sedili in pelle, mobili eleganti e raffinati. Era proprio da lui, esattamente come il suo ufficio e il suo attico. Avevo imparato che Chase era pignolo, ordinato e precisino. Adoravo questo di lui e lo rispettavo come capo.

Non aveva voluto dirmi dove mi avrebbe portata. L'ho semplicemente seguito dentro a questo aereo e mi sono goduta il momento con lui. Aveva il suo portatile con sé. Come immaginavo non avrebbe lasciato il lavoro a cuor leggero e si assicurò che fosse tutto in ordine.

Provai a fare lo stesso, riorganizzando la settimana. Sarebbe stata lunga e piena di impegni, ma se questo significava tre giorni con lui, lontano da tutti, allora non mi importava. Avrei lavorato dieci ore in più.

Ma non mi importava. Stavo assecondando questa follia con il cuore che galoppava furioso nel petto e un sorriso stordito stampato in faccia. No, non sarei tornata indietro per nessun motivo al mondo.

Proprio no.

Chase si allungò nella poltrona accanto a me e spense il portatile. <<Ok, ora sono ufficialmente tutto tuo, peperino>>.

Lo spinsi via, scherzando. <<Proposta allettante, capo>>.

Fece una smorfia. Odiava quando lo chiamavo così fuori dall'ufficio. Mi afferrò per i fianchi e mi trascinò sopra le sue gambe. Mi circondò con le sue braccia muscolose e mi sentii subito al sicuro. A casa. Era un pensiero talmente pericoloso...

<<A che pensi?>>, mi chiese appoggiando il mento alla mia spalla.

Sospirai. <<Sto così bene con te, Chase>>, mi lasciai sfuggire.

Sorrise soddisfatto. <<Mi fa piacere sentirtelo dire e spero che dopo questa fuga, dirai anche sì al vivere con me. Non mi importa nemmeno dove. Da me o da te. Scegli tu>>.

<<Non credi che sia... presto?>>, chiesi cercando le parole giuste.

Alzò le spalle. <<Può essere, ma i nostri orari sono folli. A volte io crollo senza riuscire a venire da te e viceversa. So che ci vediamo al lavoro tutti i giorni, ma è diverso. Voglio solo andare a dormire con te accanto a me e svegliarmi nello stesso modo. È troppo sdolcinato?>>, chiede arrossendo un pochino.

Già, Chase Parker sa arrossire. Ed era maledettamente carino.

Scuoto la testa alla sua domanda. <<No, è bello quello che dici>>, risposi appoggiando la fronte contro la sua. <<Facciamo un patto?>>.

Affondò le mani fra i miei capelli, inclinandomi la testa pericolosamente vicino alla sua. <<Che patto?>>, chiese intrigato.

<<Vediamo come andranno questi giorni assieme e poi deciderò, senza pressioni. Credi di poter aspettare fino a domenica sera?>>.

Scuote la testa con un sorrisetto divertito. <<No, ma renderò questi tre giorni indimenticabili Kacey>>.

<<Tanto per cominciare potresti dirmi dove stiamo andando?>>

Rise. <<No, non ancora. Ma ti piacerà>>.

<<Bisogna indossare il costume?>>, chiesi. Ti prego, dì di sì! Ti prego, dì di sì! Ti prego, dì di sì!

Si picchiettò l'indice contro il labbro inferiore, fingendo di pensarci. <<Non lo so>>.

Mi agitai sopra di lui. La sua erezione premeva contro la mia coscia. Lo desideravo da morire. Tre giorni senza Chase erano stati una vera tortura. Ed era vero. Non lo stavo evitando.

TELL IT TO MY HEARTDove le storie prendono vita. Scoprilo ora