11. Kacey

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Prima di scendere al piano terra, mi ripassai il trucco e mi resi presentabile. Le guance erano lievemente arrossate dal mio incontro con Chase e mi sentivo eccitata.

L'idea di uscire con lui mi elettrizzava ed ero felice di cedere. Si trattava solo di una cena. Con il mio capo. Avremmo parlato di lavoro? Probabile.

Le porte dell'ascensore si aprirono e trovai Chase già ad aspettarmi. Mi porse il braccio che presi prontamente e mi guidò fuori dell'edificio.

<<Felice che non mi hai dato buca. Di nuovo>>.

Trattenni un sorriso. <<Avevo fame>>.

Ridacchiò. <<Ovviamente>>.

Hearl era lì ad attenderci e Chase mi aprì la portiera, lasciandomi passare per prima. Si infilò subito dietro di me e la sua coscia toccò la mia gamba nuda, provocandomi un lieve formicolio. Il tragitto fu breve e Chase mi accompagnò in un ristorantino italiano discreto e accogliente.

La direttrice di sala ci accompagnò al nostro tavolo in un angolo appartato. Ordinammo del vino e gli antipasti.

<<Notizie da Wyatt?>>, chiesi per rompere questo strano silenzio.

Si imbronciò. <<Non voglio parlare di lavoro con te sta sera>>.

Ok. <<Allora di cosa?>>

<<Che ne dici se io ti faccio una domanda e tu una a me?>>

<<Posso iniziare io?>> Avevo così tante cose da chiedergli...

Mi fece un gesto con la mano. <<Accomodati>>.

Arrivarono i nostri antipasti prima che potessi porgere la mia domanda. Rimasti di nuovo soli mi picchiettai il labbro inferiore con la forchetta. Il suo sguardo scese in quel punto e i suoi occhi si fecero più scuri. Si mosse agitato nella sedia.

<<Kacey>>, mi rimproverò.

<<Com'è essere capo di uno studio come il tuo?>>

Parve rilassarsi. <<Mio padre mi ha preparato per questo momento da tutta la vita. Non ho avuto scelta se non prendere in mano le redini dello studio. So di essere giovane ma mi sono guadagnato il rispetto nell'ultimo anno. Non è stato semplice ma sono orgoglioso del lavoro che ho fatto fino ad oggi>>.

<<I clienti pendono dalle tue labbra>>.

<<E tu?>>

Alzai gli occhi al soffitto. <<Non credo proprio>>.

<<Accetto la sfida>>, disse con un sorrisetto sfrontato.

Arrogante. <<Era quella la tua domanda?>>

<<No>>, rispose. <<Eri gelosa di Cristal?>>

Sbuffai. <<Non ho intenzione di rispondere>>.

Si allungò sopra il tavolo. <<Faccio l'avvocato per vivere. So riconoscere una bugia>>.

Incrociai le braccia al petto. <<Non è una bugia>>.

<<Secondo me muori dalla voglia di conoscere la storia>>.

<<E tu brami dalla voglia di raccontarmela>>.

Ridacchiò. <<Io e Cristal siamo andati al College assieme e ha una cotta per me da allora. A volte si comporta da fidanzata gelosa ma non c'è mai stato niente fra di noi>>, e puntò i suoi occhi nei miei, <<lo giuro>>.

Tirai un sospiro di sollievo. <<E lei lo sa?>>

Sollevò un sopracciglio. <<Che è solo un'amica e una persona con cui sono costretto a collaborare ogni tanto?>>

<<Esatto>>.

Si strinse nelle spalle. <<Sono sempre stato chiaro con lei>>.

<<E con me?>>

Afferrò la mia mano e la strinse dolcemente senza mai distogliere gli occhi dai miei. <<Voglio di più con te. Non so spiegarti cos'è, né dove ci porterà, ma va oltre il piano fisico. Sono attratto da ogni cosa di te: sei intelligente, schietta, divertente, brava nel tuo lavoro>>, disse spiazzandomi. <<Mi fai sorridere senza motivo e non posso negare che ti vorrei nel mio letto un giorno. Penso che ormai questo tu l'abbia capito. Ma voglio anche altro>>.

<<Grazie per essere stato sincero, Chase>>.

Il cameriere ci interruppe proprio in quel momento portandoci la cena. L'atmosfera si era fatta un po' troppo pesante e sentii l'esigenza di alleggerirla. <<Davvero verrai con me al matrimonio?>>

Scoppiò a ridere. <<Certo. Ero serio e l'ho promesso alla tua amica. Sono un uomo di parola>>.

<<Non avrebbe dovuto costringerti>>.

<<Sono felice invece che me lo abbia chiesto>>. Era terribilmente serio. <<Raccontami di lei. Come vi siete conosciute?>>

Nell'ora successiva parlammo di Grace e Travis, raccontandoci gli aneddoti più divertenti assieme ai nostri migliori amici. Chase era un ottimo ascoltatore e sapeva far ridere. Fuori dall'ufficio era una persona completamente diversa: rilassato, divertente, un po' pervertito e rispettoso.

Durante la cena si scatenò dentro di me una dura battaglia tra desiderio e voce della ragione. Al momento, il desiderio stava prendendo a calci la ragione. Ero irrimediabilmente attratta e rapita da Chase

Restammo seduti a quel tavolo fino a quasi mezzanotte. Quando mi resi conto dell'ora, cercai di chiamare un taxi, ma Chase si offrì di accompagnarmi con il suo autista. Non ero ancora pronta a lasciarlo perciò accettai il passaggio.

Arrivati di fronte al mio palazzo, mi accompagnò al portone. Mi prese una mano e mi baciò delicatamente il dorso. <<Grazie per aver cenato con me. Sono stato davvero bene>>.

<<Anche io>>. Ero sincera.

Mi depositò un lieve bacio sulla fronte. <<Faresti meglio a salire, peperino. Rischio seriamente di sbatterti contro questa porta e non siamo ancora pronti per questo. O meglio tu non sei pronta. Però sarò lì ad aspettarti quando deciderai di cedere>>.

Inciampai sui miei passi, infilai la chiave nella toppa del portone e mi voltai a guardare Chase. <<Buonanotte>>, dissi. Ero un po' delusa e un po' sollevata.

Si infilò le mani nelle tasche dei pantaloni del completo nero. <<Notte, Kacey>>.

Entrai dentro al mio appartamento con il cuore in gola e appoggiai la fronte contro la porta. Ero combattuta: desideravo Chase da morire e non mi ricordavo l'ultima volta che mi era capitata una cosa del genere. Anzi, non era mai successo.

All'inizio pensavo solo di essere attratta da Chase in quanto il mio capo. Provavo quella eccitante sensazione di trovarmi di fronte ad un frutto proibito. Ma mentivo a me stessa. Sotto c'era dell'altro. Così tanto altro che ero spaventata a morte. Mi faceva paura.

La storia che fosse il mio capo era stato solo un pretesto per tenerlo lontano da me, ma avevo smesso di raccontarmi bugie. Volevo Chase. Il pacchetto completo.

TELL IT TO MY HEARTDove le storie prendono vita. Scoprilo ora