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era ormai passata una settimana da quel pomeriggio, una settimana da quando avevamo stipulato quell'accordo che aveva come obiettivo quello di migliorare la vita di entrambi e di non farci sentire più tanto soli.

nel corso di quella settimana, tra me e jisung, non era cambiato granchè. probabilmente perchè ci eravamo sempre comportati come una coppia, tenendoci spesso la mano, passando pomeriggi interi a stare abbracciati sul mio letto o davanti alla televisione. c'era una cosa che però era cambiata, e quella era il modo in cui mi approcciavo a lui, come mi sentivo quando eravamo insieme.

all'improvviso, stargli vicino mi faceva sentire in un modo che neanch'io riuscivo a spiegarmi e che per quanto fastidioso alle volte, mi dava l'impressione di essere un qualcosa di piacevole. mi sentivo vivo quando lo stringevo tra le mie braccia, quando lo vedevo alzare lo sguardo verso di me sorridendo, quando mi prendeva le mani per giocarci.

ma se c'era una cosa che le coppie facevano e noi no, quella era baciarci. non c'eravamo mai baciati e mi veniva da pensare che non sarebbe mai successo, che jisung stesse preservando il suo primo bacio per qualcuno che veramente amava, per cui provava veramente qualcosa e questi pensieri, non so perchè, ma mi facevano stare male.

cos'altro mi faceva stare male? il fatto che dal vivo sembrasse mantenere le distanze. passava dallo stringermi forte la vita di notte, al ignorarmi non appena mettevamo piede fuori da casa mia ed entravamo a scuola. era come se avesse paura di qualcosa, il punto era, cosa? non gli avevo mai chiesto il motivo di tanta discrezione e probabilmente non l'avrei mai fatto, la paura di farlo sentire sotto pressione, di gran lunga superiore della mia curiosità.

scossi il capo, spostando lo sguardo sull'orologio posto sopra alla cattedra, tra la lim e la lavagna, sorridendo largamente quando mi resi conto che mancassero solo 5 minuti al suono dell'ultima campanella, che segnava la fine dell'ultima ora e la possibilità di poter, finalmente, tornare a casa.

quel giorno ero più contento del solito all'idea di tornare a casa, questo perchè sapevo che jisung sarebbe venuto da me e rimasto a dormire. non era una cosa strana, ultimamente stava succedendo più di frequente, ma nonostante questo, sentivo qualcosa dentro di me che non faceva altro che urlarmi 'oggi sarà diverso'.

la campanella finalmente suonò e io mi alzai dal mio posto rapidamente, senza aspettare chan e ricevendo di conseguenza una sfilza di insulti da parte sua, ma poco importava. mi affrettai a uscire da quella struttura tanto infernale, sedendomi poi sul muretto fuori dal cortile della scuola, aspettando di vedere tra la folla una chioma blu. aspettai circa cinque minuti e poi lo vidi arrivare, affiancato da felix e gli altri, un sorriso luminoso sul suo viso e il mio cuore che non sembrava intenzionato a calmarsi.

abbassai lo sguardo, cercando di sistemarmi i capelli e indossare un'espressione che non urlasse 'ommioddio mi sento esplodere a causa del tuo stupidissimo sorriso', poi lo rialzai, incrociandolo con il suo e ricevendo un sorriso ancora più grande, se possibile.

''minho hyung'' mi salutò, sventolando la piccola manina e io gli sorrisi facendo lo stesso ''ci vediamo domani ragazzi'' disse, rivolgendo la sua attenzione ai nostri amici e dopo aver detto loro 'ciao', cominciammo a incamminarci verso casa mia.

durante tutto il tragitto, la tentazione di afferrargli la mano, la quale continuava a sfiorare la mia, era alta. dovetti trattenermi a fatica, ricordandomi quanto odiasse il contatto fisico in pubblico e soprattutto, quanto sembrasse ignorare la mia esistenza quando eravamo in giro.

una volta arrivati davanti a casa, aprii il cancello e poi la porta ''entra pure'' sussurrai facendomi da parte, permettendogli di entrare e quando lo sentii ridacchiare, inclinai il capo con espressione confusa.

cherry kisses [minsung]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora