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''minho, spegni la sveglia'' borbottò jisung di botto, girandosi verso di me e dandomi un leggero pugnetto sulle spalle con gli occhi ancora chiusi, invitandomi a fare come richiesto.

''mh?'' mugugnai, rigirandomi nel letto, senza aprire gli occhi e senza capire a che cosa stesse facendo riferimento, troppo addormentato e stanco per riuscire a utilizzare correttamente il mio cervello.

''la sveglia'' ripetè jisung, più convinto e probabilmente sveglio di prima, tirandosi su e scuotendomi ripetutamente le spalle, costringendomi così ad aprire gli occhi e quando il mio sguardo si incrociò con il suo, tutti i ricordi della sera precedente riaffiorarono. 

avere il suo viso, i suoi occhi, le sue labbra a qualche centimetro da me, provocò qualche malfunzionamento al mio essere e così lo spinsi via, sedendomi e prendendo il telefono tra le mani, guardando l'orario.

''ma quale spegnere la sveglia, menomale che ha continuato a suonare!'' esclamai, alzandomi di botto dal letto, cominciando a correre verso la porta del bagno ''sono già le nove passate, la colazione finisce alle nove e mezza e probabilmente gli altri ci staranno già aspettando giù!'' aggiunsi preoccupato, raccattando i vestiti che avrei indossato quel giorno e chiudendomi nel bagno, cercando di lavarmi e vestirmi il più velocemente possibile.

ma proprio mentre mi stavo lavando il viso, la confessione di jisung mi tornò alla mente, facendomi aggrappare istintivamente ai bordi del lavandino, cercando di mantenere la calma e di tranquillizzare il mio battito cardiaco che non sembrava intenzionato a rallentare.

me l'ero sognato o avevo sentito bene? jisung aveva detto che gli piacevo, addirittura che mi amava o era stato tutto frutto dell'alcool e della stanchezza?

ero sicuro di non aver bevuto così tanto e che il sonnellino fatto prima di uscire mi avesse permesso di ricaricarmi un attimo e quindi, probabilmente, quello andato era jisung. probabilmente aveva detto quelle parole perchè troppo ubriaco e l'affetto che provava nei miei confronti lo aveva confuso con amore.

questa era l'unica spiegazione plausibile, vero?

e allora perchè le sue parole sembravano così sincere, perchè il suo sorriso sembrava così vero e soprattutto, perchè nel profondo continuavo a sperare che fosse veramente innamorato di me?

'sei ubriaco jisung, non sei sobrio. quando lo sarai, ne riparleremo' continuava a ripetere la mia mente.

jisung ora non era ubriaco, ma a chi spettava fare il primo passo? si ricordava almeno di quella conversazione e della sua confessione? alla fine, se non se lo fosse ricordato, che senso avrebbe avuto ricordarglielo?

mi dissi che avrei aspettato che fosse lui a tirare fuori l'argomento, terrorizzato dall'idea di essere rifiutato di nuovo, impaurito dalla possibilità di essere ferito ancora una volta perchè io non ero pronto ad affrontare nuovamente quel tipo di dolore e probabilmente, non lo sarei mai stato.

due colpi alla porta mi fecero sussultare e tornare in me ''lee minho, hai finito?'' chiese jisung urlando quasi e io sospirai, infilandomi la maglietta ''mi sono già cambiato, devo solo lavarmi'' aggiunse poi, quindi aprii la porta e lo feci entrare.

''vado a mettermi le scarpe'' gli dissi, dandogli una pacca sulla spalla e lui annuì, prima di aprire il rubinetto e chinare il capo sul lavandino, cominciando a lavarsi il viso, cercando di scacciare il sonno che era ancora evidente sul suo volto.

qualche minuto più tardi anche jisung indossò le sue scarpe e così ci dirigemmo alla sala da pranzo dell'hotel, dove erano ormai rimaste poche persone e tra queste, tutti i nostri amici.

''alla buon'ora, pensavamo foste morti'' commentò seungmin, appoggiando la tazza che stava tenendo tra le mani, probabilmente colma di caffè e latte ''stavamo estraendo a sorte chi sarebbe dovuto venire a controllare e chi avrebbe dovuto chiamare la polizia'' aggiunse poi, facendomi alzare gli occhi al cielo.

cherry kisses [minsung]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora