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minho's pov

''minho, dobbiamo parlare''.

''o-oh, mh, certo, entra p-pure'' gli dissi, dopo aver passato qualche secondo a fissarlo in silenzio, troppo sconvolto per parlare.

lui sorrise leggermente, passandomi accanto ed entrando in casa, piazzandosi poi al centro della stanza e dondolandosi con fare nervoso.

''s-siediti'' gli proposi, balbettando nuovamente e maledicendomi in 87 lingue diverse per averlo fatto, torna in te lee minho, è solamente jisung!

solamente jisung...

sbarrai leggermente gli occhi, realizzando in che situazione mi trovassi.

quello che avevo davanti era lo stesso jisung che per giorni mi aveva ignorato, che aveva finto di non conoscermi e aveva evitato il mio sguardo. lo stesso che aveva calpestato la mia insicurezza, mi aveva urlato contro invece che cercare di rassicurarmi e capirmi.

quello stesso jisung, adesso aveva rimesso piede in casa mia dopo poco più di una settimana e mi stava parlando.

cosa stavo provando in quel momento? un misto tra rabbia, incredulità e ansia.

rabbia per il modo in cui ero stato trattato, incredulità nel vederlo lì e ansia perchè nonostante tutto, nonostante quanto avessi sofferto, averlo lì, davanti a me dopo giorni, mi faceva ancora battere il cuore da morire e anche perchè non sapevo che aspettarmi.

''mh-mh, grazie'' sorrise nuovamente, prendendo posto e alzando lo sguardo verso di me ''siediti anche tu'' aggiunse e io mi impanicai, dandogli le spalle e dirigendomi verso la cucina.

''vuoi qualcosa, hai fame?'' gli chiesi e per poco non mi misi a esultare dopo essermi reso conto di essere riuscito a parlare senza balbettare e utilizzando un tono deciso, nonostante dentro di me stessi tremando.

lui dovette aver capito il mio stato d'animo, perchè accettò immediatamente, quando in realtà, solitamente, tendeva a rifiutare il cibo per un paio di volte, prima di lasciarsi convincere e dire di sì.

queste cose io le sapevo, lo conoscevo.

in cucina, cominciai a cercare qualcosa che potesse andargli bene e dopo aver trovato del gelato alla vaniglia e qualche fragola, gliene preparai una 'coppa', che gli portai qualche minuto dopo, non prima di aver fatto qualche respiro profondo.

quando la vide, i suoi occhi si illuminarono e il mio cuore si scaldò di conseguenza, ma la mia mente non ci mise troppo a ricordarmi ciò di cui jisung era colpevole, stroncando quella sensazione di famigliarità e calore.

gliela passai, sedendomi sul divano, poco lontano da lui e voltandomi verso di lui ''che volevi dirmi?'' dissi subito, guardandolo con lo sguardo più freddo possibile, cosicchè potesse capire quanto fossi ancora amareggiato e infastidito da quanto successo il giorno del compleanno di seungmin.

lui annuì, appoggiando la 'coppa' sul tavolino e girandosi verso di me ''volevo parlarti di noi, minho'' rispose e seppur la mia faccia rimase impassibile, dentro di me qualcosa esplose e il mio cuore riprese a battere all'impazzata, come avessi corso una maratona.

quando si rese conto che non avessi intenzione di dire qualcosa, continuò, non prima di aver sospirato ''mi ci è voluto un po', ma ti chiedo scusa per quanto successo alla festa di seungmin'' si morse il labbro, guardando qualcosa sulla parete alla sua sinistra, ignorando il contatto visivo ''è veramente difficile chiederti scusa perchè il mio orgoglio è da una settimana che mi urla di non farlo, ma così non posso andare avanti io e neanche tu. stavamo aspettando entrambi che uno dei due facesse il primo passo e alla fine l'ho fatto io e posso anche capire perchè ti aspettassi che fossi il primo a scusarsi'' disse, facendo un sorriso impercettibile dopo l'ultima frase e io annuii.

cherry kisses [minsung]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora