Prologo

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"Allie alla cassa, Allie per la cassa grazie"

Sento gracchiare queste parole dall'altoparlante e lascio perdere gli articoli che stavo cercando di riordinare a scaffale avviandomi sorridente verso le casse.

"Ciao Manuel, Victoria.." sblocco la cassa numero 7 e giro la chiave nel cassetto prima di accendere la luce verde. Con la mano faccio poi cenno al cliente in fila di avvicinarsi.

"Com'è andato il giorno di riposo? Grazie, arrivederci... Prego!" Manuel adora chiacchierare ed io non sono da meno così cominciamo a raccontarci le cose.

"Sai che non me lo godo mai, ogni volta che sono a casa sfrutto la giornata per fare tutte le commissioni e le faccende domestiche che lascio indietro per tutta la settimana. Mi rilasso di più quando vengo al lavoro, credimi. Sono 23.15€, grazie e a presto. Prego signora! E tu hai cominciato la serie TV che ti ho consigliato?"

Quando la fila in cassa viene smaltita spengo la luce, chiudo il cassetto rimettendomi la chiave in tasca e torno alla merce da sistemare.

Mezz'ora dopo ho l'onore di ammirare i ripiani perfettamente allineati e sospiro ben sapendo che non dureranno intatti per altri 20 minuti.

Nemmeno a farlo apposta un ragazzo si avvicina e comincia a rovistare. Mi correggo, nemmeno 20 secondi. Sbuffo e mi volto per non vedere lo scempio che si sta svolgendo alle mie spalle.

Chissà se oggi ho superato i 10000 passi

Guardo l'orologio che ho al polso e "yuhuuuu, che brava" mi trovo a sospirare sarcastica.

Non me ne sono nemmeno resa conto ma il mio turno è finito da ben 5 minuti così torno indietro per fare chiusura e recuperare l'incasso. Con il cassetto sotto al braccio busso alla porta blindata della sala casse e aspetto che venga aperta dall'interno.

Prima che ciò accada alle mie spalle un ragazzo si avvicina per dirmi sottovoce che mi aspetta agli spogliatoi. Annuisco perplessa, mi avrà rivolto la parola solo un paio di volte, fino a che ho pensato di stargli antipatica.

"Ciao Allie, dai cominciamo così puoi andare a casa. Manuel ha quasi finito poi tocca a te. Siediti pure" il responsabile si fa indietro per lasciarmi passare e dopo aver posato tutto mi siedo su di uno sgabello.

Sbaglio due volte di premere i tasti pensando a ciò che mi verrà detto nello spogliatoio, così mi tocca rimandare il pensiero.

"Eccomi, scusa se ci ho messo tanto ma non la finivo più di sbagliare" gli sorrido imbarazzata e mi appoggio con la spalla agli armadietti "dimmi tutto".

Per la prima volta mi concedo di guardarlo con tranquillità e mi accorgo di quanto sia carino.

Il fisico è decisamente attraente, ma il viso è ciò che mi conquista di più, la mascella ben pronunciata, le labbra carnose serrate in una linea dura, le palpebre socchiuse sulle iridi castane e i capelli come l'ebano cortissimi sui lati e un po' più lunghi in cima che gli danno un'aria seria ma al contempo da super bad boy.

Si posiziona davanti a me con le gambe leggermente divaricate e incrocia le braccia al petto costringendomi ad alzare lo sguardo verso il suo viso.

Con il faretto dello spogliatoio che lo illumina da dietro il suo viso è immerso nella penombra e risulta ancora più serio e tenebroso del solito.

D'improvviso avverto molto caldo e sento le guance divenire bollenti, schiudo un po' le labbra e deglutisco il più silenziosamente possibile. Non devo fargli capire che mi sto surriscaldando per lui.

Mi sento attratta da questo ragazzo per la prima volta, forse e anzi, sicuramente perché non mi aveva mai guardata così prima d'ora.

"Beh.."

"Zitta!" si avvicina a me e abbassa la testa "scusa, non sono molto bravo con le parole, vorrei..."

"Vorresti?" lo incito sporgendomi in avanti e giocherellando con qualche ciocca di capelli.

"Vorrei chiederti se ti piacerebbe uscire con me questa sera".

"Oh" non ho mai fantasticato su un'uscita con Alan, ma devo dire che dopo le emozioni che ho provato in circa 10 minuti in sua presenza posso dirmi entusiasta della sua proposta.

"Io...sì, non me l'aspettavo a dire la verità. Ma ok" mi guardo intorno dubbiosa "ma vuoi uscire subito o più tardi?"

"Come preferisci, però mi piacerebbe non fare tardissimo che domani ho apertura" mi guarda interrogativo e io gli annuisco.

"Comunque avevo intenzione di farmi una doccia qui. Mi sono appena trasferita e non mi hanno ancora attaccato il gas, quindi niente acqua calda. Per fortuna non fa ancora freddo".

"Mi devo fare la doccia anche io. Ci vediamo fra poco allora" si volta per uscire dallo spogliatoio femminile.

Resto ancora qualche momento appoggiata all'armadietto a guardare il vuoto, e chi l'avrebbe mai detto?!

Prendo tutto l'occorrente, infilo le ciabatte e mi avvolgo l'asciugamano, fin troppo corto, attorno al corpo.

Le due docce femminili sono vicine e non hanno nessun divisorio dallo spogliatoio dove mi trovavo fin poco fa, se non si considera il fatto che sono incassate in una specie di nicchia e davanti hanno un bel finestrone. Dopo aver sperato per tutta la durata del lavaggio che nessuno passi al di fuori della finestra e ti veda, devi cominciare a sperare che nessuno si stia cambiando quando esci dalla nicchia...

Sotto l'acqua bollente però dimentico questi problemi che vengono sostituiti da pensieri che non riesco a frenare e insaponandomi mi accorgo che mi sto soffermando un po' troppo sui seni e in mezzo alle cosce.

Mi stupisco di essere così sensibile e di essermi bagnata a questa maniera mentre parlavo con Alan.

Quando ripasso per l'ennesima volta la mano tra le gambe mi sfugge un gemito che mi porta a tapparmi la bocca con la mano e ad aprire gli occhi di scatto.

Mi rendo immediatamente conto che se ci fosse stato qualcuno nello spogliatoio mi avrebbe di certo sentita così finisco la doccia di fretta e spengo l'acqua riavvolgendomi nell'asciugamano.

Sto tornando di la con lo sguardo basso mentre tengo i lembi dell'asciugamano uniti con le mani quando mi fermo di botto altrimenti sarei finita addosso a qualcuno.

"Alan... che ci fai qui?" divento tutta rossa.

"Io ci sto davvero poco in doccia, tu invece sembra proprio che ti fossi persa nei pensieri, così sono venuto a cercarti" spero non stia alludendo a qualcosa che ha sentito.

"Ehm, sì, bene ora però dovrei cambiarmi. Ti spiace uscire?" mi lancia un'occhiata divertita ed esce frizionandosi i capelli con l'asciugamano che teneva arrotolato attorno al collo.

Se continua così questa serata sarà davvero lunga.

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