Apro lentamente le palpebre e la sensazione che provo è come di ripiombare nel mio corpo, le orecchie che fino a qualche secondo fa stavano ronzando ricominciano a percepire il casino che c'è attorno a me e la mente riparte a velocità della luce.
Allora non è solo un brutto sogno ma sta succedendo davvero.
Non sento nessun dolore, nessuna zona colpita dal proiettile, ma allora chi è stato colpito?
Volto la testa e trattengo a stento il conato di vomito, Ivory, la commessa all'accoglienza è riversa a terra e un lago di sangue le sta colando dalla tempia.
"Vuoi fare la sua stessa fine puttana?" mi viene sbattuta la testa contro la porta blindata ma non ho reazioni. I miei occhi sono ancora fissi sulla donna a terra, ha gli occhi spalancati e la bocca lievemente socchiusa come se fosse sorpresa, la maglia aderisce al pancione e rende il tutto ancora più macabro e surreale.
"Bene, prendine un'altra. Questa puttana è andata, ci serve un cambio" vengo strattonata di qua e di la mentre passo da un paio di mani ad un altro finché una voce profonda e familiare interrompe il mio aggressore.
"No... fidati, sarebbe un peccato ucciderla" l'uomo mascherato si avvicina a me con passo da predatore e mi punta un coltello alla gola, lo fa scivolare con delicatezza sulla carne morbida fino ad arrivare al bordo del maglioncino che incide brutalmente.
Ansimo e mi tiro indietro spaventata andando a cozzare sul petto dell'uomo che mi tiene stretta dal collo.
Quello che mi sta di fronte afferra il lembo tagliato e lo tira facendo strappare sempre di più il tessuto e scoprendomi i seni.
"Guarda qua... non è proprio inutile la puttana allora" il bastardo che ho alle spalle infila la mano sotto la coppa del reggiseno e stringe forte un seno ridendo.
"Si... le basta solo un piccolo aiutino per rigare dritto" si muove tra i corpi stesi a terra e ne afferra uno per i capelli.
Il cuore mi si ferma in petto e cerco di liberarmi per slanciarmi in avanti.
"Bene bambolina, sai come evitare di fargli saltare le cervella vero? Fatti aprire quella maledetta porta".
Urlo e mi dimeno, scalcio e cerco di mordere il braccio che mi tiene ferma ma non riesco ad ottenere nulla. Imploro che non venga fatto nulla di male a Manuel e fiumi di lacrime mi segnano il viso, poi mi getto sulla porta battendo i pugni urlando di farmi entrare immediatamente.
Ma dopo una decina di minuti sento la lama di un coltello appoggiarsi sul collo e mi blocco.
"Mi spiace bambina, tempo scaduto"
Oh no, no, nononononononononono
Non può succedere. No, non davvero.
CLANK
La porta si sblocca con un suono sordo e viene spalancata con un calcio da uno degli uomini mascherati che entra per primo con le pistole spianate sparando senza sosta. Un tonfo nauseabondo mi avvisa che un altro corpo è caduto a terra senza vita e chiudo gli occhi con forza prima di venire sospinta a mia volta dentro la stanza.
Noto solo i piedi di Carlos e ringrazio il cielo che mi venga risparmiata la vista del suo corpo traforato dai proiettili, mi schiaccio sulla parete sperando che nessuno mi noti e non si accanisca di nuovo su di me ma loro sembrano molto interessati alla cassaforte ed al suo contenuto, così calmando il respiro mi faccio coraggio e strusciando sulla parete esco dalla porta per tornare dagli altri.
Superato l'uscio le gambe mi cedono e cado a quattro zampe ma non mi fermo, continuo imperterrita ad avanzare verso il mio migliore amico che non si è accorto di me e sta sussurrando parole di conforto alla persona accanto a lui.
Finalmente si gira verso di me e noto il sollievo nei suoi occhi a vedermi ancora viva e quasi illesa mentre avanzo gattonando, sono distante da lui solamente pochi centimetri così stacco la mano dal suolo e la allungo per stringere la sua che si tende verso di me.
Il suo viso si incupisce, gli occhi guardano un punto dietro di me e poi apre la bocca per urlare il mio nome, ma troppo tardi, quando faccio per girarmi due mani possenti si stringono sulla mia vita e mi sollevano di peso.
"MANUEL!!!! TI PREGO" vengo issata sulla spalla dell'uomo che mi porta via come un sacco di patate mentre vedo il mio migliore amico balzare verso di me e venire bloccato.
Quando giriamo il corridoio e perdo la visuale sulla folla un secondo colpo di pistola mi fa ammutolire e mi arrendo all'uomo che mi sta portando via.
Il trattamento che ricevo una volta fuori non è di certo da principessa, ho giusto un secondo di tempo per godermi l'aria pulita della sera e respirare a pieni polmoni per schiarirmi le idee che vengo gettata bruscamente dentro ad un furgone.
Quando il mio corpo va a cozzare con la lastra di metallo che funge da pavimento del veicolo sento un dolore penetrante al gomito ma non gli do peso, il maschio che mi ha portata fino a qui è in piedi fuori dal furgone e sta armeggiando con qualcosa all'interno del suo giaccone senza mai perdermi di vista.
Muovendomi con cautela mi metto seduta e porto una mano al gomito per massaggiarlo mentre guardo con occhi sgranati lo sconosciuto.
Con un urlo mi ritraggo spaventata. Ha appena estratto dalla tasca interna del giubbotto una siringa e sta facendo uscire dalla punta un piccolo fiotto di liquido per poi avvicinarsi allo sportello del furgone e montarvici.
"Partiamo subito. Fallo, muoviti!" non avevo visto arrivare il suo compare tanto ero concentrata sull'ago della siringa, ma la sua voce prima che chiudesse con un colpo deciso il portellone, mi fa sobbalzare.
"C-che c-cazzo è? NO. N-non ti avvicinare" mi accovaccio pronta a balzare come una rana a destra e a sinistra per sfuggirgli, ma rinchiusa tra queste 4 lamiere non penso avrò successo molto a lungo.
Il furgoncino si mette in moto e comincia a muoversi ad una velocità folle. Ci schianteremo di sicuro e allora non sarà più un problema quella siringa dal liquido ignoto.
Con un movimento deciso si avvicina a me ma, come da piano, spicco un balzo e mi butto a lato schivando la sua presa.
La caviglia mi cede e non riesco a rimanere accovacciata dopo il rimbalzo, cado sul sedere e mi riposiziono perdendo però l'attimo di vantaggio che avevo guadagnato con questa mossa.
Cerca di acciuffarmi per altra due volte senza successo fino a che si ferma e mi guarda attentamente.
"Credo che così faciliterò la cosa"
Rimango spiazzata da queste parole, che cosa vorranno dire? Ma la risposta non tarda ad arrivare, si siede sui talloni e si porta una mano al passamontagna che indossa, lentamente lo sfila ma non riesco a vedere il suo viso perché si sta in una certa maniera schermando col braccio. Poi, prima di abbassarlo si arruffa i capelli con la mano libera.
Aveva ragione, aveva assolutamente ragione. Le cose si sono facilitate in una maniera inaspettata.
Tanto sono rapita dai suoi movimenti che non ho pensato di continuare a tenerlo d'occhio e con la mano che ha riabbassato ha ripreso la siringa e ha approfittato del mio momento di shock per gettarsi su di me, afferrarmi il collo e spingermi a terra tenendomi ferma.
"Stai buona carina".
Sono le ultime parole che ricordo, l'ultima cosa è stato il bruciore dell'ago che mi viene conficcato nella morbida pelle del collo.
Poi tutto diventa buio.
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Sottomessa🌙
Romance"Inginocchiati" "Non lo farò mai" "Fallo, o le conseguenze non ti piaceranno" "Mi fai schifo!" "Ricordati le mie parole: mi pregherai anche in Turco per poterti inginocchiare a me e succhiarmelo. E ora... buon divertimento, troia" Ringrazio moltissi...