-23- La punizione è servita🌙

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Esco dalla camera di Caden quasi di corsa e rientro nella mia sbattendomi la porta alle spalle ed appoggiandomici di schiena riprendendo fiato.

Caden mi ha messo una paura assurda quando la statuina che ha fatto volare per mezza stanza è andata a frantumarsi a poca distanza da me, sulla parete alle mie spalle.

Riesco solo a pensare al fatto che sia riuscito a domarsi chiedendomi di andarmene prima di alzare le mani su di me, resto sconvolta quando sento una risatina uscirmi dalle labbra, gli ho davvero sfondato la vetrata e ho aperto un varco nella sua stanza.

Sono una grande!

Seh...

Facendomi forza mi do una spintarella e mi avvicino al letto dove ho notato un tessuto diverso in contrasto con la soffice morbidezza del piumone, è un tessuto che quasi riluce. Avvicinandomi a sufficienza capisco che si tratta di raso, è una vestaglia di raso color panna. La prendo con mani tremanti e la sollevo dispiegandola, come primo artefice mi viene in mente Aurus, così contrario che io non abbia dei vestiti da poter indossare, ma subito dopo mi appare il viso di Caden davanti agli occhi. Così stronzo e indelicato che mai farebbe una cosa del genere di spontanea volontà... però forse se messo a doversi confrontare con un altro uomo dalle mille premure potrebbe sorprendermi tirando fuori un lato di sé che non conosceva nemmeno lui.

Senza rimuginarci troppo indosso la vestaglia frusciante e allaccio la fusciacca in vita con un elegante fiocco, sono così felice per questa piccolezza che mi viene voglia di saltare di gioia.

Mi sono fatta una doccia, ho dormito, ho cercato di leggere qualche pagina di uno dei libri allineati nei pochi ripiani che compongono la mia libreria, girato in tondo per quelle che mi sono parse delle ore, ho dormito ancora, mi sono praticamente sciolta nella vasca da bagno ma di Caden nemmeno l'ombra.

Aveva quindi una bella quantità di rabbia da scaricare per non essere tornato ancora a farmela pagare per come mi sono comportata... Sono passati tre giorni da quella sera e non si è fatto vivo nemmeno Aurus che dovrebbe essere il mio controllore-balia.

Ogni volta che un soldato entra nella mia camera per portarmi il cibo e ritirare il vassoio vecchio cerco di interrogarlo sul perché di questa ostinata assenza ma come volevasi dimostrare non sono mai riuscita ad avere risposta.

Mi raggomitolo sotto alle coperte tirando più vicino il cuscino e bloccando il piumone sotto al viso, per la prima volta mi sono girata in modo da guardare per quel che riesco fuori dalla finestra, invece che controllare la porta come al solito.

La serata è calma e tengo la finestra aperta per far entrare un minimo di frescura, come la ragazzina quale sono non oso dormire scoperta, non sia mai che il mostro mi afferri un piede che si avventura fuori dal bordo del letto.

Cerco di rilassarmi concentrandomi sui fruscii della natura, qualche gufo che si fa sentire, l'alito del vento tra le foglie e così via, non posso fare a meno di chiudere gli occhi e lasciarmi cullare abbandonandomi alla notte.

Quando spalanco gli occhi è ancora notte fonda, e della sagoma che mi ha strappato le coperte di dosso vedo solo i contorni, la figura ormai la conosco così bene che so già di chi si tratta e quando si china su di me per prendermi per le spalle il suo odore mi penetra le narici.

Il cuore mi batte all'impazzata per lo spavento e il petto si alza e abbassa rapidamente costretto dai miei corti respiri.

"Alzati femmina" non mi solleva per le spalle che sta stringendo, invece le lascia libere e si piazza a braccia incrociate ergendosi come un muro di fronte a me.

Eseguo ancora scossa da tale sveglia e spaventata dalla sua stazza, gli arrivo si e no a mezzo petto e sollevo la testa per cercare di scrutarlo in viso.

Sottomessa🌙Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora