ANITA'S POV:
Non avrei mai pensato che io e mio fratello saremmo arrivati addirittura ad ideare un piano per aiutare Clarissa, e invece è successo proprio questo.
Ho visto Clarissa nelle notti sveglia disperarsi dalla delusione nei confronti del padre, e lì ho iniziato a pensare che forse è vero tutto ciò che ci ha raccontato.
La mia famiglia non è perfetta, ma l'unica cosa che conta sempre è che dobbiamo proteggerci l'uno l'altro, io personalmente darei la mia vita per i miei fratelli e so per certo che anche loro darebbero la loro vita per me.
Quindi non riesco proprio a capire come il padre di Clarissa abbiamo potuto mettere sua figlia in questo casino.
Ecco perché io e Ciro abbiamo deciso di aiutarla, e poi c'entrano i Di Salvo e noi Ricci abbiamo un conto in sospeso con questa famiglia.Siamo tutti in sala ricreativa perché Beppe, il nostro educatore ci deve presentare un nuovo progetto al quale siamo costretti a partecipare tutti.
"Quando finirà questa pagliacciata?" - sbuffo impaziente.
"Dai un po' di arte qua dentro non ci fa male." - mi dice Clarissa ridendo.
Io le faccio il segno della corda attaccata al collo come segno di suicido.
Il nostro rapporto è molto cambiato nell'ultima settimana, adesso sento di potermi fidare di lei."Ragazzi, prestate attenzione, per favore." - ci richiama Beppe, e poi inizia a spiegarci questo progetto.
Ognuno di noi a libera interpretazione deve ricreare un quadro che rappresenti la libertà.
Ma ti pare che me ne freghi un cazzo di queste stronzate?!
Ci dice anche che verremo aiutati da degli studenti del liceo artistico, e subito un vocio emozionato si innalza tutto intorno.
Entrano questi 4 ragazzi che più o meno hanno la nostra età, ma non ci presto molto attenzione.
Qualcuno al mio fianco però fissa con insistenza una ragazzina magra, alta, con gli occhi azzurri e lunghi capelli biondi raccolti in una coda, questo qualcuno è ovviamente Edoardo.
Patetico, è lo stesso sguardo che ha rivolto a me quando sono arrivata in sala comune.Ci mettiamo a lavoro, e quasi tutti si stanno impegnando in questo progetto, tranne ovviamente la sottoscritta.
Non riesco a smettere di guardare Edoardo provarci con la ragazzina bionda. Le sposta i capelli dietro un orecchio, la guarda intensamente, sogghigna malizioso, le riserva attenzioni che fino a stamattina riservava solo a me, e tutto ciò mi da terribilmente fastidio.
Devo fare qualcosa."Me lo fai un piacere?"-chiedo a Clarissa che sta lavorando al suo quadro.
"Che ti serve?" - mi guarda confusa.
"Mi distrai mio fratello, portandolo nella stanza dove parlate di solito." - le spiego, lei è in evidente imbarazzo.
"E come c'è lo porto nella stanza?" - mi chiede ancora.
"Non lo so, inventati qualche stronzata ma tienilo occupato più che puoi." - mi torturo le mani in preda all'adrenalina che mi sento scorrere nelle vene.
Lei sbuffa e poi mi risponde - "E va bene, ma ricordati che mi devi un favore."
"Pure due." - le sussurro vedendola allontanarsi e avvicinarsi a mio fratello.
Fingo di star pitturando, ma in realtà con la coda dell'occhio vedo mio fratello trascinare Clarissa stando attento a non farsi scoprire da nessuna guardia. Quando li vedo scomparire, attuo il mio piano.
Mi avvicino con fare malizioso agli amici di mio fratello, dove poco lontano c'è Edoardo che sta continuando a fare il cretino con la biondina.
"Ciao ragazzi." - li saluto cercando di essere il più ammaliante possibile.
"Volevo vedere a che punto siete con i quadri." - mi invento la scusa più plausibile.
"Chest è sol na strunzat per perdere tempo." - mi dice Totò indicando i quadri, facendo ridere anche gli altri.
"Posso darvi una mano?" - chiedo e senza aspettare risposta, in uno scatto repentino mi infilo tra il bancone ed uno degli amici di mio fratello, mi pare si chiami Milos.
"Ma che cazz faij?" - mi chiede lui in imbarazzo.
"Ti do una mano." - gli rispondo prendendo la sua mano con il quale reggeva il pennello e facendolo girare senza senso sulla tela. I nostri corpi sono molto vicini e le nostre mani sono intrecciate sul pennello.
Noto una presenza affianco a noi e quando sollevo lo sguardo capisco che è Edoardo. Ha fatto esattamente ciò che mi aspettavo, ora che ho la sua totale attenzione mi stacco dall'amico di mio fratello e lui torna a respirare normalmente.
"Che sta succerenn c'ca?" - ci chiede incendiandomi con lo sguardo.
"Niente, aiutavo i ragazzi con i quadri. Ti vuoi unire a noi?"- gli chiedo sogghignando, lui invece è sempre più arrabbiato.
"Vien cu'me" - mi tira per un braccio, stando attento alle guardie mi trascina con lui.
Già so dove mi porterà, sul tetto."Che ti sei messa in testa?" - mi sbraita contro una volta arrivati in cima all'edificio.
"Stavo facendo solo l'altruista e aiutavo gli amici di mio fratello." - gli rispondo fingendo stupore.
"Eri attaccata al cazzo di Milos, ma tu si pazz. Se c'era tuo fratello, accerev a tutt e duij." - è visibilmente incazzato. Forse ho esagerato un po' ma non me ne frega niente, volevo attirare la sua attenzione e ci sono riuscita alla perfezione.
"Mi fa piacere che mentre eri intento a provarci con la ragazzina bionda, hai comunque avuto la premura di controllare quello che facevo io." - lo prendo in giro, lui sogghigna malizioso.
"L'hai fatto per dispetto?" - mi chiede continuando a sorridere maliziosamente.
"Cosa? Ma chi ti pensa?" - vacillo un po'.
"Tu e pure tanto, se sei arrivata a fare ciò per attirare la mia attenzione." - mi dice lui avvicinandosi pericolosamente.
"Ti stai dando troppe arie." - Ribatto io.
Lui mi intrappola tra il suo corpo e il muretto alle mie spalle.
"Piccrè tu me stai facen asci' pazz." - mi dice e appoggia le mani ai lati dei miei fianchi sul muretto, stando attento però a non toccarmi.
"Smettila di chiamarmi così." - gli dico irritata.
"Piccrè tu me rutt o cazz." - mi dice ancora e non ho il tempo di rispondergli perché in un secondo mi afferra da dietro la nuca e incolla le nostre labbra.
Inizialmente sono tentata di non cedere, ma non riesco a resistergli. La sua bocca sa di sigaretta e gomma alla menta, è un sapore inebriante.
Mi tiene ferma con la mano posta alla base della mia nuca, e con l'altra mi accarezza tutto il corpo.
Gli passo le mani tra i capelli, attirandolo se possibile ancora più vicino a me.
Mi incendio come benzina sul fuoco, è così passionale e coinvolgente che non riesco neanche a staccarmi per riprendere fiato.
È lui a mettere fine a tutto questo, ma solo per passare a baciarmi dietro l'orecchio, sul collo e sulla clavicola, ed io glielo lo lascio fare.
Sono in totale balia della passione di questo ragazzo che mi si è annebbiata la vista.
"Fermarmi, ti prego." - mi supplica in sussurro, non riuscendo però a staccarsi da me.
Mi infila le mani sotto la maglia, e riprende a baciarmi con voga. Ma proprio quando le sue mani stanno per arrivare al gancetto del mio reggiseno, sono io a fermarlo.
"Ti stai allargando un po' troppo."- lo ammonisco e lui sfila le mani da sotto la maglia.
"Che cazz amma cumbinat?" - mi chiede con ancora le labbra gonfie dei miei baci.
"Guarda che tu mi sei saltato addosso." - metto subito in chiaro le cose.
"Nun fa accussi, che me fai veni' voglia e te ra' natu vas." - i suoi occhi sono luccicanti di lussuria.
"Allora continuo."- non riesco a staccarmi più da lui, come se qualcuno ci avesse lanciato addosso un secchio di colla.
"Piccrè ora abbiamo un segreto da custodire." - mi sussurra sulla bocca, alludendo al fatto che mio fratello non dovrà mai sapere questa cosa.
"Ti pare che vado a dire in giro che nu scem com a te è riuscito a rubarmi un piccolo bacio?"- gli dico facendolo ridere.
"E però questo scemo qua a te piace assai." - sogghigna lui.
"Ragazzino scendi dal piedistallo." - gli dico e finalmente trovo il coraggio di allontanarlo.
"Mi ci hai messo tu su questo piedistallo." - mi ruba un altro bacio a stampo ma io subito lo allontano.
Non mi piace più questo gioco, quindi è meglio smetterla subito.Volevo provocare una sua reazione e ci sono riuscita, ma deve tenere bene a mente che sono io a dettare le regole di questo gioco, non il contrario.
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ODIJ E AMMORE // MARE FUORI
FanfictionDue ragazze completamente diverse che però condividono due storie molto simili. Anita Ricci è la figlia del boss più temuto di Napoli. Ha 16 anni ma ha le idee già molto chiare, un giorno otterrà tutto ciò che ha suo padre. Non hai mai seguito le re...