Capitolo 25.

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CLARISSA'S POV :

È passata una settimana da quando Ciro ha deciso di non volermi più aiutare, ed io non ho ancora trovato una soluzione ai miei problemi.
Non riesco a capire perché si sia comportato così, perché per cento passi che fa verso di me ne fa altri cento indietro.
Anita dice che è normale, che il fratello è fatto così, che uno come lui non si può permettere di perdere il controllo, ma io me ne fotto del loro codice di merda. Volevo solo che capisse quanto inaspettatamente e senza spiegazioni logiche io e lui ci siamo legati, e che rispettasse quello che c'è stato tra di noi.

"Lo sai che a furia di pensare ti esploderà il cervello." - Mi prende in giro Anita seduta sul tavolino mentre fuma una sigaretta.
"Lo sai che non sei simpatica." - le faccio un sorriso amaro.
"Stai pensando ancora a mio fratello?" - mi chiede angosciata.
"È così evidente?" - le rispondo sbuffando.
"Senti Clari' non voglio essere cattiva - mi dice mentre spegne la sua sigaretta e si avvicina - ma devi togliertelo dalla testa, questa tra di voi è una storia impossibile."
"Guarda che ti sbagli, a me tuo fratello serve per la questione di mio padre." - mento e neanche così tanto bene.
"Lo sai che ormai me ne accorgo quando menti." - alza un sopracciglio indispettita.
"Che vuoi che ti dica?" - le chiedo roteando gli occhi.
"Che ti piace mio fratello." - mi scruta attentamente.
"E pure se fosse? A te non è mai successo di perdere la testa per qualcuno? Sentire il cuore battere quando si avvicina? O sentirti svenire ogni volta che ti bacia? E quando va via  improvvisamente sentirti la terra mancare sotto i piedi?" - le pongo le domande una dietro l'altra senza pensarci perché è esattamente così che mi sento da quando Ciro è entrato nella mia vita.
" Sinceramente no, ma deve essere bello. " - mi risponde distogliendo lo sguardo.
" Non lo è, se il ragazzo in questione è un apatico, stronzo, menefreghista." - le dico incazzata.
"Ed è per questo che ti dicevo che devi togliertelo dalla testa." - mi ammonisce lei, ritornando a guardarmi.
"Non ci riesco!" - esclamo.
"E che vuoi fare allora?" - mi chiede curiosa.
"Non lo so. Vorrei solo  che capisse in qualche modo che quello che c'è stato tra di noi per me è stato importante." - le confido.
Sospira e poi mi dice. - "Non sarà facile ma forse ho un'idea."
"Le tue idee mi spaventano." - le dico ridendo leggermente.
"Sì ma le mie idee funzionano sempre, anche perché sono l'unica che conosce bene Ciro e sono l'unica in grado di capire cosa potrebbe farlo vacillare leggermente." - mi dice fiera lei.
"E che dovrei fare?" - le chiedo ansiosa di conoscere il suo piano.
"Tu suoni il pianoforte, no?" - mi chiede con un ghigno malizioso.
Io annuisco, nel mentre lei si alza dal letto ed inizia a camminare avanti ed indietro, questo è quello che fa  quando è nervosa.
"Devi trovare la canzone giusta per arrivare al cuore di mio fratello. È difficile, ma credimi sotto un muro altissimo di orgoglio, pregiudizi, e codici di strada, c'è una brava persona con un grande cuore." - mi dice gesticolando nervosamente.
"Che canzone dovrei suonare?" - chiedo confusa.
"Ti sembro una che conosce canzoni d'amore?" - si indica alzando un sopracciglio.
Io scuoto la testa ridacchiando leggermente.
"Forse ho la canzone perfetta, ma come faccio a sapere se tuo fratello la conosce?" - chiedo accigliata.
"L'importante è che tu mostri questo." - mi si avvicina e mi poggia una mano sul cuore.
"D'accordo, ci metterò tutta me stessa." - le dico sorridendo.

Quando entriamo in sala comune, mi iniziano a sudare le mani. Non so se sarò in grado di farcela, è anche vero che grazie al pianoforte sono sempre riuscita a trasmettere le mie emozioni ma il problema è che, questa volta, questo tipo di emozioni non le riesco a riconoscere neanch'io.

"Stai tranquilla, andrà tutto bene." - mi incoraggia Anita al mio fianco.
Mi avvicino titubante al pianoforte dove fortunatamente non c'è nessuno. Così prendo subito posto sullo sgabello dinanzi ad esso.
So che canzone suonare, "Cascare nei tuoi occhi" di Ultimo, l'unico cantante in grado di rappresentare le mie emozioni sempre e comunque.
Appoggio delicatamente le mani sulla tastiera, ma sbaglio melodia così rialzo gli occhi e da lontano noto che Ciro sta guardando proprio nella mia direzione, forse è l'unico che fa realmente caso  a me. Questo mi da una scarica di energia lungo la spina dorsale, la giusta adrenalina che mi serve per riprendere a suonare. Questa volta le mie mani si poggiano sicure sulla tasiera, e la melodia della canzone inizia a riecheggiare nella stanza. La mia testa inizia a viaggiare attraverso di essa, e il mio cuore inizia a liberarsi di tutte quelle emozioni a cui non so dare un nome.
So che lui mi sta guardando, in qualche modo mi sento i suoi occhi bruciare addosso ed è proprio questo che volevo.
Spero solo che riesca a capire tramite questa canzone tutto ciò che avrei voluto dirgli a parole.

ODIJ E AMMORE // MARE FUORIWhere stories live. Discover now