Capitolo 43.

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CIRO'S POV:

Non mi è mai pesata la prigione, sapevo che prima o poi sarei finito qui. È anche vero che ho pagato troppo presto il prezzo di essere un Ricci.
Ma non mi pesa neanche essere un Ricci, anzi ho sempre cercato di portare con onore il mio cognome. E tutto ciò che ho fatto e continuo a fare è per portare in alto il nome di mio padre.

Solo da quando è arrivata Clarissa all'IMP, però ho finalmente capito come ci si sente dietro le sbarre.
Lei mi ha imprigionato non so come ci è riuscita e sinceramente non ci avrei mai neanche scommesso su questa cosa.
Eppure è arrivata in punta di piedi, mi ha chiuso in una cella ed ha gettato le chiavi.
Non so come uscirne, più ci provo più mi ingroviglio.
Per questo ho deciso che sarebbe stato meglio allontanarla, così mi avrebbe lasciato libero.
Ma così non è stato perché dovunque mi giri, mi ritrovo lei che mi ricorda quanto io sia stato debole davanti ai sentimenti.
Così debole che i miei stessi sentimenti mi hanno offuscato la vista ed il mio migliore amico mi ha tradito, ancora.
Mia sorella continua a dirmi che è colpa sua, che lei lo ha provocato solo per il gusto di vederlo cadere ai suoi piedi, ma non mi interessa ciò che dice.
Non le credo, e seppure fosse vero Edoardo non avrebbe mai dovuto cedere.
Sa quanto è importante per me la mia famiglia e soprattutto mia sorella, così tanto che ho affidato a lui il compito di controllarla e lui ha deciso comunque di tradirmi, non c'è spiegazione che regge.
Per me Edoardo è un uomo morto e sto aspettando solo il momento giusto per ucciderlo.

Nel frattempo, purtroppo ho fatto una promessa a Clarissa ed intendo mantenerla.
Lei si è fidata, malgrado tutto di me, ed io le ho promesso di salvare lei e suo padre.
Ecco perché ho deciso, visto che oggi ho il permesso per uscire di incontrare Wanda di Salvo al posto suo.
Noi Ricci abbiamo un conto in sospeso con questa famiglia, e la storia di Clarissa non fa altro che aumentare la mia sete di vendetta.
E poi anche se ho deciso di allontanarla, ci tengo troppo a Clarissa per vederla morire.

"Stasera ho da fare, non mi aspettare sveglio. "- comunico a mio fratello mentre siamo in giardino a fumare una sigaretta.
Clarissa mi ha detto che Wanda le ha fatto arrivare una lettera con luogo e orario dell'incontro. Non mi piace che un di Salvo le faccio arrivare  lettere direttamente nella sua cella, dovrò scoprire ben presto come faccia. Ma nel frattempo è stata una soluzione necessaria.
"E che a' fa?" - Mi chiede serio.
"E a te che te ne fott?" -  gli rispondo irritato. Non mi piace quando vuole fare il capo. Io gli ordini li prendo solo da papà ed ora che lui è in carcere Pietro sembra voglia prendere il suo posto, ma a me non sta bene.
"Ciro, lo sai che mi preoccupo per te e Anita sempre e comunque." - mi dice in modo più dolce e gentile.
"Infatti è per colpa tua se Anita sta la dint." - gli rispondo.
"Ed è per questo che mi preoccupo perché vorrei evitare altri sbagli." - mi dice mentre spegne la sigaretta nel posacenere sul tavolino davanti a noi.
"Devo incontrare Wanda di Salvo." - Gli confido.
"Ma si pazz? I Salvo ci vogliono morti e tu vuoi incontrare una di loro?" - mi dice preoccupato.
"Mi vogliono morto un sacco di loro." - sogghigno.
"Ciro, nun pazzia. Questo non è un gioco." - mi ammonisce lui.
"Quando papà mi ha messo una pistola in mano e mi ha ordinato di uccidere un mio fratello era un gioco o la vita reale? "- riduco gli occhi a due fessure, lui mi guarda ma non mi risponde.
" Allora vengo con te." - mi dice lui.
"No, ci devo andare da solo." - scuoto la testa.
"E se fosse una trappola?" - inizia ad agitarsi.
"Wanda Di Salvo è convinta di doversi incontrare con una ragazza dolce e carina, non sa che sta per incontrare  il diavolo in persona." - sorrido soddisfatto.
"Ma che stai ricenn?" - mi chiede confuso.
"Ti ricordi di Clarissa Parisi?" - Gli chiesi di indagare sul padre di Clarissa per vedere se lei mi stava raccontando la verità, quindi lui sa chi è.
"A ' figl e l' avvocat?" - mi chiede alzando un sopracciglio, io annuisco.
"Wanda Di Salvo le ha chiesto di uccidermi, lei non ha voluto farlo ma a Wanda ancora non lo ha detto. Avrebbero dovuto incontrarsi stasera, ma ci andrò io." - gli spiego velocemente.
"E tu ti fidi di sta' Clarissa?"-mi chiede cercando di capire meglio la situazione.
"Sì, mi fido di lei." - confermo.
"E comm e' possibile? Tu non ti fidi neanche di me che sono il tuo sangue." - mi chiede meravigliato.
"Mi ha dato prove che posso fidarmi." - taglio corto.
"Va bene, se tu ti fidi di lei, io mi fido di te." - alza le mani in segno di resa.
Mi alzo dal divanetto per andare via.
"Ma Ciro, sto più sicuro se vengo con te." - mi dice ancora.
"Vabbuo ma tu resti in macchina, ci devo parlare io con Wanda Di Salvo." - mi arrendo, lui annuisce in segno di approvazione.

Sono le dieci passate, quando io e Pietro ci incammino con la sua macchina verso il luogo dell'incontro con Wanda.
Non voglio farle del male, e pur  sempre una donna, ma voglio spaventarla e farle capire che non deve più infastidire Clarissa.

Quando arriviamo in questo capannone abbandonato ed isolato, Pietro spegne i fari della macchina e si accosta piano all'entrata. Fuori c'è già una macchina, e posso immaginare già di chi sia.
"Se ti servo, sto qua fuori." - mi ricorda Pietro.
Io afferro in fretta la maniglia della macchina e mi precipito fuori senza neanche risponderlo. Ho  la necessità di chiudere questa faccenda il più presto possibile.
Quando entro nel capannone c'è solo Wanda, come avevo previsto è venuta da sola.
"Me ricunisc?" - le chiedo ridendo mentre mi avvicino a lei.
"E tu che ce fai c'ca?" - mi chiede preoccupata.
"Perché comandare gli altri di sporcarsi le mani, se me vuo accirer fall tu."- allargo le braccia, per permetterle di spararmi, so per certo che non lo farà.
"Non mi sfidare ragazzino." - lei incrocia le braccia al petto.
"Mettiamo in chiaro un paio di cose." - mi avvicino a lei.
"La famiglia Parisi mo apparten ai Ricci." - continuo minaccioso.
"E chi la decis?" - mi chiede sogghignando.
"L'ho deciso io." - Ribatto serio.
"Tu si sol nu guaglion di 17 anni, credi di farmi veramente paura?" - mi dice con tono beffardo.
"Tuo figlio Carmine è proprio simpatic assaje, o saje?" - gli dico fulminandola con lo sguardo.
"Non ti mettere di toccare mio figlio." - ispira in modo ansioso.
"Non l'ho fatto fino e mo perché Clarissa mi ha chiesto di tenerlo lontano dalla merda della sua famiglia, ma o saje che non mi faccio scrupoli se devo uccidere qualcuno." - la minaccio.
"Allora è vero che tu e Clarissa Parisi avete una storia." - sogghigna lei.
"Nun so cazz re tuoij." - serro la mascella.
"Sono stato abbastanza chiaro?"-continuo cercando di mantenere la calma.
"Tanto nun me serven chiu se tu hai scoperto tutto." - scrolla le spalle.
"Ancora non lo avete capito che sta guerr nun a putit mai vencer?" - gli dico soddisfatto.
"Guaglió torna nell'IPM ne riparleremo quando uscirai, se uscirai mai." - lei mi da un buffetto sulla guancia, poi mi sorpassa e va via.

Con testa alta  esco dall'edificio, ora che questa storia è finita, c'è solo una persona che vorrei vedere, ed è Clarissa.

ODIJ E AMMORE // MARE FUORIWhere stories live. Discover now