EDOARDO'S POV:
Ormai il giorno è arrivato.
Stasera se tutto andrà bene saremo finalmente liberi e da domani inizierà per noi una nuova vita.
Non avrei mai immaginato che sarebbe andata così, io e Ciro avevamo programmato di evadere ma restare comunque a Napoli. Saremmo rimasti nascosti per un bel po' di tempo, avremmo aiutato la sua famiglia a prendersi tutta la città e poi a tempo debito uscire allo scoperto ed iniziare a vivere veramente. Invece non andrà esattamente così.Nella vita di Ciro è arrivata Clarissa, che gli ha regalato la cosa più bella del mondo: un figlio. Loro per lui sono stati la sua rinascita, e sì la loro è stata una relazione complicata ma alla fine Ciro ha deciso di restare al loro fianco e combattere per loro, quindi restare a Napoli e far vivere suo figlio chiuso in un luogo sicuro ma senza mai vedere la luce del sole non è mai stata un' eventualità da tenere in conto.
Per quanto riguarda me, io mi sono innamorato per la prima volta in vita mia, e per quanto non mi sarebbe pesato restare rinchiuso 24h su 24h in una casa buia insieme all'amore della mia vita, so che per lei non è così. Forse mi avrebbe anche seguito, perchè li conosce bene i rischi di questa vita, ma non è giusto. Anita, seppur ancora non lo sa, è destinata a fare grandi cose ed io voglio solo che lo capisca ed insegua i suoi sogni.
Dunque tenendo conto di quanto siano cambiate le nostre vite, l'unica soluzione è evadere dal carcere e sparire per sempre da Napoli, assumere delle nuove identità e trasferirci in una nuova città più lontana possibile dall'Italia.
"Sei nervoso?"- chiedo a Ciro che appoggiato alla finestra sta fumando la sua sigaretta.
E' il mio migliore amico, mio fratello, ormai lo riconosco dalle sue espressioni facciali quando c'è qualcosa che non va. E nel caso di Ciro è anche molto più semplice di così, se sta in silenzio e guarda un punto fisso non è mai un buon segno.
"Tu no?"- mi chiede confermando che sì è nervoso. Mi avvicino a lui, accendendomi anch'io una sigaretta.
"Sì che lo sono, ma so anche che andrà tutto bene."- gli rispondo, incoraggiandolo.
La speranza è l'unica cosa che ci serve ora, perchè non possiamo permettere ai nostri brutti pensieri di prendere il sopravento.
"E se non dovesse andare tutto bene?"- si gira a guardarmi e nei suoi occhi neri e profondi così simili a quelli della persona che amo di più , ci leggo dentro forse per la prima volta la paura.
"Perchè dici così?"- gli chiedo corrugando la fronte."Perchè non siamo solo io e te, ci sono pure Anita, Clarissa e mio figlio."- mi risponde confidandomi la sua reale paura.
"Cirù - mi avvicino a lui e gli appoggio una mano sulla spalla - proprio per questo deve andare bene, perchè dobbiamo farlo per loro. O vuoi restare tutta la vita ca dint mentre tuo figlio cresce vedendoti na vot alla settimana?! O saje buon che non può succedere. Il piano è tutto programmato nei minimi dettagli, anche nell'eventualità che potrebbe succedere qualcosa. Quindi sì, io ho una fottuta paura, ma non possiamo permettere che la nostra paura mandi tutto all'aria, perchè abbiamo troppo da perdere. "
"Se mi dovesse mai succedere qualcosa. .."- inizia a parlare lui ma io lo interrompo.
"Non ci succederà proprio un cazzo, a nessuno di noi. Domani saremo in una casa tutta nostra, e tu sarai nel letto con tua moglie con in braccio tuo figlio."- sto tremando ma devo essere forte, devo riuscire a pensare solo alle cose belle, perchè in questo momento ansia ed insicurezza non possono insinuarsi nella mia mente.Il piano è molto semplice: dopo cena rientreremo nelle nostre celle, per poi uscire all'orario in cui vengono i camion nell'IPM a ritirare i sacchi dell'immondizia. Uno di questi camion sarà guidato da un affiliato del clan Ricci che stando attento alle guardie ci farà salire al suo interno. Una volta dentro io e Ciro ci caleremo in dei sacchi neri della spazzatura, e ci nasconderemo tra tutti gli altri sacchi, in modo che quando le guardie dell'IPM guarderanno nel camion vedranno solo un mucchio di sacchi e nient'altro.
Una volta fuori dall'IPM raggiungeremo la casa sicura che la famiglia di Ciro possiede da anni, dove ad aspettarci ci saranno Pietro, Anita, Clarissa e il piccolo. Prenderemo loro e andremo via dall'Italia, sempre aiutati da affiliati della famiglia Ricci.
Domani mattina quando entreranno nella nostra cella non ci troveranno, ma a quel punto noi saremo già abbastanza lontani da essere raggiunti in qualche modo.A cena ovviamente il clima è quello di sempre, nessuno sa della nostro piano di fuga, non possiamo permetterci rischi. Mi dispiace un po' lasciare i miei compagni qua dentro, siamo stati un branco, un gruppo, se uno veniva umiliato o infastidito in qualsiasi modo eravamo sempre pronti a difenderci l'uno con l'altro. Siamo stati leali nei confronti di Ciro che ci ha unito, e ci ha fatto diventare un'unica cosa, e siamo così diventati una famiglia.
Ma so benissimo che loro capiranno che lì fuori, soprattutto Ciro, abbiamo qualcosa di troppo grande ad attenderci.Dopo aver mangiato, ed aver salutato i miei amici, i quali non hanno capito che questo sarà il nostro ultimo saluto, io e Ciro torniamo in cella.
Nell'armadietto abbiamo rinchiuso degli zainetti in cui abbiamo messo le poche cose che non volevamo lasciare in queste quattro mura.
Arrivati all'orario prestabilito, ci lanciamo una breve occhiata, e senza dire nulla prendiamo i nostri zaini ed usciamo dalla cella.
Ho il cuore che batte all'impazzata, mentre in silenzio percorriamo il corridoio stando attenti a non farci scoprire da nessuna guardia.
Quando arriviamo giù nel cortile, il camion è già lì fermo mentre il ragazzo affiliato alla famiglia di Ciro ci sta aspettando facendo finta di eseguire il proprio lavoro.
Appena ci vede camminare rannicchiati per non farci scoprire da nessuno, subito ci aiuta a salire nel camion, ci aiuta ad infilarci nelle buste nere, facendo un piccolo foro per farci respirare, e poi richiude il camion. Trattengo il fiato più che posso, e cerco di restare immobile quando sento una guardia riaprire il camion e controllare che sia tutto apposto.
Poi torna ad essere tutto buio e finalmente sento il camion muoversi. Passati alcuni minuti sento battere tre colpi di pugno dal lato dell'autista segno che siamo ormai lontani dall'IPM e perciò possiamo uscire da i sacchi.
Guardo Ciro e subito mi catapulto ad abbracciarlo.- "Ce l'abbiamo fatta, siamo liberi Cirù."Non vedo l'ora di baciare Anita fino a quando l'aria nei polmoni ci manchi....
La casa sicura della famiglia Ricci è ovviamente situata fuori Napoli, dunque ci mettiamo un bel po' prima di arrivare. Ma una volta arrivati nel giardino della casa, il camion si ferma e finalmente usciamo all'aria aperta.
La prima cosa che faccio a respirare a pieni polmoni l'aria che ci circonda, anche se è notte fonda e fa freddissimo, tutto mi sa di libertà.
Poi in silenzio seguo Ciro all'interno dell'enorme villa situata nel bel mezzo del nulla, per essere il meno rintracciabile possibile.Appena mettiamo piede nel soggiorno, vengono totalmente travolto da qualcuno che buttandosi addosso quasi mi fa cadere a terra. Chi potrebbe essere se non l'uragano di Anita?!
"Siete qui, finalmente."- mi dice e non mi da neanche il tempo di controbattere che mi bacia appassionatamente, davanti a tutti, davanti ai suoi fratelli. Ovviamente mi stacco subito.
"Che è succies?"- mi chiede preoccupata.
"Non mi sembra il caso ora, piccrè."- le dico indicandole con la coda dell'occhio i fratelli che mi stanno guardando come se volessero consegnarmi di nuovo alla polizia.
"Hai paura dei miei fratelli, ancora cu sta storia?"- Anita ridacchia, ma io non ci trovo nulla di divertente.
"Allora, mi vuoi spiegare cosa significa tutta questa storia?"- la voce di Clarissa ci riporta alla realtà che arrabbiata come non l'ho mai vista si avvicina a Ciro.
"Che significa?"- Ciro la guarda indispettito.
"Evadere dal carcere, andare via e trasferirsi in un'altra città fuori dall'Italia?! Io non posso farlo." - gli dice Clarissa incrociando le braccia al petto.
Guardo Anita la quale sembra molto triste, so che lei sapeva del nostro piano perché gliel'ho spiegato io ma per quanto riguarda Clarissa immagino che abbia scoperto tutto solo stasera.
"Che cazzo ti aspettavi facessi?! O questo, oppure vedere te e nostro figlio una volta alla settimana, cosa avrei dovuto scegliere secondo te?!" - Ciro è molto arrabbiato e le urla contro.
"Non questo Ciro, avremmo cercato un'altra soluzione quanto meno una soluzione legale. Perché se vi prendono finirete di nuovo dentro e veramente non ci sarà più nulla da
fare." - gli grida contro ancora Clarissa.
"Non c'è nessuna soluzione legale, nun se po fa. Io ho ucciso una persona e devo scontare 30 anni di carcere tu o sapiv buon chi ero." - Ciro è sempre molto calmo, ma questa volta sembra perdere proprio la testa.
"No, non ci provare. Non iniziare di nuovo a raccontarmi questa storia del cazzo dove mi dici che io sapevo bene tu chi fossi." - gridano così tanto che il piccolo Salvatore che stava dormendo nel carrozzino si sveglia ed inizia a piangere.
Clarissa e Ciro subito si precipitano dal piccolo e lei lo prende dal carrozzino mentre piano lo dondola e cerca di calmarlo." Lei non lo farà, non vuole venire con noi." - mi spiega Anita mentre abbassa gli occhi.
"Stai tranquilla piccrè, Ciro la convincerà." - la rassicuro mentre la abbraccio.Deve farlo per forza, non possiamo lasciarli qui. Ciro ha fatto tutto ciò per loro, non può finire così....
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ODIJ E AMMORE // MARE FUORI
FanfictionDue ragazze completamente diverse che però condividono due storie molto simili. Anita Ricci è la figlia del boss più temuto di Napoli. Ha 16 anni ma ha le idee già molto chiare, un giorno otterrà tutto ciò che ha suo padre. Non hai mai seguito le re...