Capitolo 41.

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ANITA'S POV:

Quando torno in cella è ormai quasi l'alba. Ho ancora il cuore che batte all'impazzata, le labbra gonfie e i segni sulla pelle.
È stato incredibile, fare l'amore con Edoardo sul tetto con le stelle che ci guardavano. Non ho mai sentito tutte queste emozioni tutte insieme, ed ho così tanta paura.

Mi lascio cadere sul letto pensando e ripensando a ciò che è successo solo poche ore fa.

Improvvisamente la testa di Clarissa fa capolino dal letto di sopra.
"Dove sei stata?" - mi chiede preoccupata.
"A guardare le stelle sul tetto." - rispondo vaga.
"E come sei uscita dalla cella?" - mi chiede ancora più confusa.
"Clarissa, se solo sapessi." - le rispondo sogghignando.
"Ma questi segni?" - mi chiede indicandomi i segni sul fianco lasciato scoperto dalla canotta.
Seguo il suo sguardo notando che effettivamente sì Edoardo mi ha lasciato i segni delle sue unghie.
"Te l'ho detto, ho visto le stelle. Solo che c'è le aveva Edoardo al posto degli occhi. " - le dico con aria sognante.
"Eri con Edoardo ?" - mi sussurra emozionata.
Io annuisco mordendomi il labbro.
"Ho perso la testa Clari', mi serve qualche antidoto." - le dico sorridendo.
"Non ti serve nessun' antidoto, scema." - mi dice lei ridacchiando leggermente.
"E invece sì. Lui arriva all'improvviso, mi punta quegli occhi color mare addosso, mi sorride, ed io non ci capisco niente più. Mi sento la terra mancare sotto i piedi tutte le volte." - le confido intimorita da ciò che sento.
"Ti sei innamorata, non c'è altra spiegazione. E lo so che sei spaventata ma devi solo goderti queste emozioni assaporandole poco alla volta." - mi spiega lei con gli occhi che le brillano.
"Non può succedere." - scuoto la testa.
"Perché? Perché sei la figlia di un boss? Perché sei nata sbagliata? Perché non hai un cuore? Perché non provi niente per nessuno se non per te stessa?"- Clarissa cerca di imitare il mio tono di voce ripetendo tutte le frasi che ho sempre detto io.
"Perché è il migliore amico di mio fratello." - taglio corto io.
"Tuo fratello capirà." - cerca di tranquillizzarmi.
"Tu non capisci, per lui la fiducia è tutto. E come pensi reagirà sapendo che il suo migliore amico fa sesso con sua sorella?" - mi intristisco di colpo.
Clarissa fa un salto e scende dal letto, per poi prendere posto al mio fianco.
"Senti Anita, lo so che è difficile. Ma ormai ti sei spinta troppo oltre per tornare indietro. Edoardo è ormai sulla tua pelle, non puoi cancellarlo così." - sciocca le dita davanti al mio viso.
"Magari si fosse fermato solo alla pelle, io c'è l'ho fino a sotto le ossa." - le dico facendo ricadere la testa sul cuscino.

Veniamo interrotte da un brusio lungo il corridoio, segno che le guardie stanno iniziando ad aprire l celle.
"Buongiorno guagliunce'." - ci saluta Liz, aprendo la nostra cella.
Quando io e Clarissa usciamo fuori, vengo subito cattura dalla frase di una delle ragazze.
"Ma che stai dicendo? Veramente si sono presi a mazzate?" - È Silvia che parla con Naditza.
"Te lo giuro. Dicono anche che se non fosse arrivato il comandante Ciro lo avrebbe ucciso."- le risponde  la rossa. Al nome di mio fratello io e Clarissa ci scambiamo un breve sguardo preoccupato.

Ci avviciniamo subito alle due ragazze, che si ammutoliscono all'istante.
"Chi stava picchiando mio fratello?" - chiedo allarmata.
"Gira voce che tuo fratello ed Edoardo si siano presi a mazzate questa mattina." - mi risponde Naditza.
Guardo Clarissa e lei mi capisce al volo.
C'è solo un motivo per  il quale hanno potuto litigare, e quel motivo sono di sicuro io.

Trascino Clarissa nella nostra cella.
" Visto? Te lo  avevo detto che sarebbe successo. "- esplodo arrabbiata, mi sento terribilmente in colpa.
"Non sai perché hanno litigato." - mi dice lei cercando di mantenere la calma.
"Clarissa." - la ammonisco.
"Dobbiamo parlare con loro. Tu vai da Edoardo, io da Ciro." - mi spiega lei.

Non me lo faccio ripetere due volte, esco in corridoio e cerco Liz. Se sono arrivati alle mani uno dei due è sicuramente finito in infermeria, e ho come l'impressione che ci sia finito proprio Edoardo.
Lì non posso arrivarci senza essere vista, quindi mi serve l'aiuto di Liz.
"Liz!" - la richiamo.
"Che è successo?" - mi chiede ansiosa.
"Devo andare in infermeria, mi fa male la pancia." - fingo una fitta alla pancia.
"Non ci credo neanche un po', un secondo fa stavi benissimo." - lei si porta le mani sui fianchi, guardandomi con occhi indagatori.
Non voglio perdere tempo inutilmente, e quindi decido di dirle la verità.
"Liz, ti prego portami in infermeria. Devo vedere Edoardo." - quasi la supplico.
"E tu che ne sai che sta in infermeria?" - mi chiede confusa, confermando però i miei timori.
"Ho sentito le altre ragazze parlarne." - rispondo vaga, non farò la spia.
"E da chi lo ha sentito?" - mi chiede ancora.
"Ti prego Liz, dopo ti dirò tutto però adesso devo vedere se lui sta bene." - continuo a supplicarla. Sarebbe stato meglio scappare ed intrufolarmi in infermeria.
"Sai che non posso farlo." - mi dice lei con tono autoritario.
"Solo 10 minuti, tu puoi restare con noi tutto il tempo. Voglio solo vedere se sta bene." - mi sento veramente il mal di pancia in questo momento.
"Edoardo sta bene, te lo dico io." - ribatte lei.
"Liz ti prego, è importante." - quasi mi metto a piangere.
Lei sospira pesantemente e poi mi risponde. - " E va bene 10 minuti, ed io resto fuori la porta tutto il tempo. Ah e se incontriamo qualcuno  tu hai il mal di pancia."
Non la ringrazio ma dentro sto facendo i salti di gioia.

Quando arriviamo in infermeria, Liz si fa dire dov'è Edoardo e poi mi accompagna fuori la sua porta.
"Mi raccomando, solo 10 minuti." - mi ricorda lei prima di aprire la porta.

Lui è steso sul letto con il volto rivolto verso la finestra.
Appena sente la porta aprirsi si gira di scatto, e quando mi nota cerca di alzarsi ma non c'è la fa e resta seduto al centro del letto.
Ha un labbro spaccato, ed un occhio viola e gonfio.
"Come sei arrivata qua?" - mi chiede spaventato.
"Hai importanza adesso?" - gli rispondo avvicinandomi.
Lui scuote la testa, e mi guarda con occhi tristi.
"Ti fa tanto male? " - gli chiedo accarezzandogli la guancia.
"Il dolore più grande è quello che porto qui - si porta una mano sul cuore - è quello di aver tradito il mio migliore amico ."
Immediatamente tolgo la mia mano dalla sua guancia come se mi fossi bruciata.
"È tutta colpa mia." - ammetto.
"È colpa di entrambi. "-mi dice cercando di afferrarmi di nuovo la mano ma io mi scanso.
" Ma se io non fossi finita qui, se non ti avessi provocato, se ti avessi detto di no dal primo momento, tutto questo non sarebbe successo. "-gli dico iniziando a camminare nervosamente per la stanza.
Lui si alza tenendosi lo stomaco probabilmente sarà pieno di lividi, mi si avvicina e cerca di tenermi ferma bloccandomi i polsi lungo i fianchi
" Quello che abbiamo fatto, lo abbiamo fatto insieme. Tu non hai la colpa di niente." - mi guarda con quei stramaledetti occhi verdi.
"Non doveva succedere." - gli confesso e sento gli occhi riempiersi di lacrime.
"Non iniziare di nuovo con questa storia. Ho perso già il mio migliore amico, non perderò anche te." - mi appoggia delicatamente una mano sulla guancia, e per un secondo mi tranquillizzo con il  suo calore.
"È tutto troppo complicato." - gli dico e non c'è la faccio a trattenere una lacrima che mi scende sul viso, lui la cattura con il pollice.
" E nun me ne fott, tu si chiu important." - mi dice, e il mio cuore perde un battito.
Non riesco a stare così vicina a lui, non riesco a mantenere il controllo. Così gli tolgo la mano dalla mia guancia e faccio dei passi indietro.
"Dobbiamo smetterla di vederci. Dirò a mio fratello che è stata colpa mia, che tu non c'entri nulla, così tornerà tutto come prima." - gli spiego tirando su con il naso.
"Ani ' nun dicer strunzat. " - mi guarda accigliato.
"Mi dispiace, ma è  esattamente quello che farò." - continuo ad indietreggiare finendo completamente spalle al muro.
"Tu nun puo' decider pure per me." - mi dice incazzato.
"È meglio per tutti quanti." - incrocio le braccia al petto per evitare che si avvicini.
"Ma meglio per chi?! Io non ti cancello dalla testa solo perché tu hai deciso di raccontare sti strunzat a frat't." - ma lui invece si avvicina, fin troppo, tanto che non riesco a respirare.
Così decido di superarlo, e di avvicinarmi alla porta.
"Peggio per te, questo è esattamente quello che dirò e ti conviene confermare la mia storia." - gli dico guardando ovunque ma mai nei suoi occhi.

"Anita se tu esci da questa stanza, è finita per sempre. Non ti rincorrerò più, non ti cercherò più, non ti saluterò neanche più." - le sue parole mi arrivano dritto in faccia, uno schiaffo avrebbe fatto meno male.
"È esattamente quello che voglio." - mando giù il nodo che mi si è formato in gola.

" E allora vatten.!"- mi grida lui indicandomi la porta.
Mi giro e mi avvicino alla porta, rimanendo però con la mano a mezz'aria.
So che quando aprirò questa porta sarà realmente tutto finito, e allora con la mente ripercorro l'ultimo mese insieme ad Edoardo  come se fosse un film da rivedere.
Un'altra lacrima mi ricade sul viso, ed improvvisamente altre ancora seguono lo stesso tragitto sulle mie guance.
Sento il cuore spezzarsi in mille parti, ed io non pensano neanche di averlo un cuore.

ODIJ E AMMORE // MARE FUORIWhere stories live. Discover now