ANITA'S POV:
"M'aggia rutt o cazz e sta strunzat." - esclamo sbattendo i pennelli sul tavolo davanti a me, facendo sobbalzare Clarissa al mio fianco.
"Avrei dovuto abituarmi ad i tuoi modi sempre così calmi e tranquilli, eppure mi meraviglio ogni volta."- mi prende in giro lei.
"Ma tu veramente stai perdendo tempo con sto progett' e merd."- le dico guardando il suo quadro che sembra quasi finito, mentre sul mio ci sono solo linee che non portano mai a nessuna parte.
Clarissa scrolla le spalle.-" Ci provo."
D'un tratto si avvicina a noi uno dei ragazzi che ci stanno aiutando in questo progetto.
"Ti serve una mano?"- mi chiede sorridendo dolcemente.
"Ti sembro una che abbia bisogno del tuo aiuto?!"- lo fulmino con lo sguardo.
"Sinceramente sì."- lui ridacchia mentre indica il mio quadro.
"Ma perchè nun vai a scass o cazz a nata parte?"-incrocio le braccia al petto.
"Anita!"- Clarissa mi ammonisce.
Il ragazzo in questione non ha capito che non è giornata e che in questo momento il quadro è l'ultimo dei miei pensieri, e continua a parlare.
"Hai paura di esporre i tuoi sentimenti?"- continua a chiedermi.
"Ti sembro una che abbia paura?"- ribatto, e sto seriamente iniziando ad incazzarmi.
"Se non riesci neanche a disegnare cosa per te rappresenti la libertà, sì mi sembri proprio una che ha paura."- lui mi guarda con occhi indagatori.
"Sai di cosa non ho paura?- lui mi guarda confuso, io afferro un pennello e mi avvicino a lui minacciosamente - Di piantarti la punta di questo nella gola."
Qualcuno però è più veloce di me, e mi sfila il pennello dalle mani. Quando mi giro capisco che è Edoardo.
"La devi scusare. Stiamo ancora cercando di capire come addomesticare sta' tigre."- si rivolge al ragazzo che mi guarda impaurito.
"Quindi vai via prima che ti sbrano."- gli dico simulando il verso della tigre.
"Va bene, ho capito."- il ragazzo alza le mani in segno di resa e poi piano va via.
"Tu sei tutta matta."- Clarissa ride al mio fianco, invece Edoardo mi guarda incazzato.
"Ci lasci soli un attimo?"- chiede Edoardo a Clarissa, lei mi guarda aspettando un mio segno di approvazione, io annuisco. Carino da parte sua pensare che mi serva il suo aiuto per affrontare Edoardo, ma non ha capito che quelli come lui li riducono a brandelli e poi sputo i resti.
Una volta rimasti soli, sfogo tutta la mia rabbia su di lui.
"Che vuoi?"- gli chiedo serrando la mascella.
"Tuo fratello ha detto che qua dentro non vuole casini."- ammicca nella direzione di mio fratello, e quando mi giro noto che mi sta fissando intensamente.
"E perchè non è venuto lui a dirmelo?"- gli chiedo confusa.
"O saje com e fatt, non vuole attirare attenzione."- mi dice asettico, ed è la prima volta da quando sono entrata all'IPM che non si rivolge a me con qualche battutina maliziosa.
"Di' a mio fratello che faccio ciò che voglio."- alzo un sopracciglio.
"Ani'."- mi richiama lui.
"C're? Nun song chiù piccrè?"- riduco gli occhi a due fessure.
"Smettila."- mi ammonisce lui.
"Ho capito. - sogghigno io maliziosa - hai paura che la figlia di papà ci veda insieme."
"Lo sai bene che non mi riferisco a lei."- mi sussurra.
"Hai paura di mio fratello?"- ridacchio leggermente.
"Non ho paura di lui, è il mio migliore amico, lo rispetto e di conseguenza rispetto sua sorella."- lui si guarda intorno per controllare se qualcuno ci stia guardando.
"Ieri però questa regola sembravi averla dimenticata." - lo provoco io.
"Ieri è stato uno sbaglio."- torna a guardami, ed i suoi occhi sono spenti, non mi comunicano più nulla.
"Vogliamo chiedere a mio fratello cosa ne pensa?"-gli chiedo girandomi nella direzione dove prima c'era Ciro ma ora lui non c'è più.
"Ani' ti ho detto ferniscel."- ribatte arrabbiato.
"Rilassati, non dirò nulla a mio fratello."- faccio finta di sistemargli il colletto della maglia ma lui mi sposta bruscamente la mano.
"Voglio che ti sia chiaro che quello che è successo tra me e te ieri non succederà mai più."- punta i suoi occhi nei miei.
"Dai per scontato che io voglia che succeda ancora."- dalla mia bocca fuoriesce un suono simile ad una risatina amara.
Edoardo si allontana il più possibile da me, poi guarda sul bancone il disastro che ho creato sulla tela.
"Questa è la tua idea di libertà?"- mi chiede ridendo.
"Non prendere in giro la mia arte."- mi metto una mano sul cuore fingendomi offesa.
"Non c'è veramente niente che ti faccia sentire libera?"- mi chiede lui fissandomi.
"La sera che sono stata arrestata, lì mi sentivo realmente libera."- lo prendo in giro.
"Anita."- mi richiama lui con tono duro.
"Che c'è?"- lo guardo inarcando le sopracciglia.
"Qualcosa, qualsiasi cosa che ti faccia sentire libera."- mi incita a parlare.
Ho la sensazione che se non gli dica quello che vuole non andrà mai via, quindi tiro un forte sospiro e mi decido a parlare - " Ogni sera prima di andare a dormire, mi metto a guardare le stelle dalla finestra. Mi piacciono perchè sono libere. Loro stanno lì, in silenzio aspettando chi le guarderá per ore proprio come faccio io , scintillanti che brillano di luce propria. Ecco perchè me le sono tatuate sulla pelle."- gli faccio vedere il mio tatuaggio posto sotto la clavicola dove c'è scritto per l'appunto "libre como las estrellas."
"Dovresti rappresentare questo."- mi dice guardandomi con occhi sognanti.
"E tu dovresti averlo capito che non faccio mai quello che mi dicono gli altri."- mi richiudo di nuovo a riccio, gli ho raccontato anche fin troppo.
"Questo tuo modo di fare freddo e distaccato non ti porterà da nessuna parte."- ribatte lui.
"Questa sono io, non ti devo piacere per forza."- faccio spallucce.
Lui sembra voglia dirmi qualcosa, ma la sua mascella è serrata, così sono io a continuare a parlare.
"Hai finito ora con la tua psicanalisi?"- chiedo stanca di tutta quella situazione.
"Non ti dimenticare quello che mi ha detto di riferirti tuo fratello."- mi ricorda lui.
"Che qua dentro non vuole casini e bla bla bla, ho capito."- dico io con tono canzonatorio.E' ovvio che se voglio fare casino di sicuro lo faccio, e non devo certo chiedere il permesso a mio fratello ma ad Edoardo gli faccio credere che è così solo per togliermelo dai piedi.
Quando va via però ripenso alle sue parole, ed istintivamente inizio a disegnare impacciatamente sulla tela un cielo stellato.
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ODIJ E AMMORE // MARE FUORI
FanfictionDue ragazze completamente diverse che però condividono due storie molto simili. Anita Ricci è la figlia del boss più temuto di Napoli. Ha 16 anni ma ha le idee già molto chiare, un giorno otterrà tutto ciò che ha suo padre. Non hai mai seguito le re...