Capitolo 44.

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CLARISSA'S POV :

Oggi nel mio giorno libero avrei voluto essere in mille altri posti diversi, ma purtroppo ho dovuto chiamare mio padre e dirgli che sarei uscita.
Sono tornata a casa mia e nonostante sia arrabbiata con i miei genitori, soprattutto con mio padre non posso fingere che casa mia e la mia famiglia non mi siano mancati.
Siamo stati tutto il giorno insieme, abbiamo parlato di tante cose ma mai una volta abbiamo toccato l'argomento Di Salvo, e va bene così perché non avrei saputo mentire sul fatto che questa sera Ciro andrà all'incontro con Wanda per dirgli di lasciarci in pace.

Avevo chiesto a Ciro di tenermi aggiornata su quello che sarebbe successo tra lui e Wanda. Anche se mi ha spezzato il cuore, non vorrei mai che gli accadesse qualcosa per colpa mia.
Sono ormai le due di notte quando sento dei rumori alla finestra.
Mi precipito giù dal letto e avvicinandomi alla finestra noto che è Ciro che sta lanciando dei sassi, cercando di attirare la mia attenzione.
Avrà sicuramente riconosciuto la mia camera dal pianoforte che si intravede dalla strada.

Anche se dovrei odiarlo non riesco a trattenere l'emozione mentre in silenzio per non svegliare i miei genitori che ignari di tutto dormono tranquilli, scendo le scale di casa mia e mi catapulto fuori.
"È finita." - Mi dice asettico con le mani infilate nelle tasche della tuta.
"I Di Salvo non ci infastidiranno più? - gli chiedo ansiosa.
"Mai più. Gli ho fatto capire che se toccano te o tuo padre è come se toccassero uno dei Ricci e  Wanda sa che durante una guerra questo non può succedere. "- Cerca di spiegarmi questa legge di strada che a me continua a risultare sbagliata, ma in questo momento mi ha aiutato a salvare mio padre.
"Bene, allora grazie." - gli rispondo incrociando le braccia al petto.
"Non voglio la tua gratitudine." - mi dice lui avvicinandosi.
"E cosa vuoi?" - lo guardo confusa.
"Voglio che tu venga con me in un posto." - quasi mi impone.
"Non voglio venire da nessuna parte con te. Ti ringrazio per quello che hai fatto stasera, ma sei stato abbastanza chiaro una settimana fa. Io e te non siamo niente più, anzi non lo siamo mai stati." - gli dico con il cuore che piange in silenzio ma è meglio chiudere questa storia il più in fretta possibile.
"Solo per questa sera, ti prego, poi domani una volta tornati in quel posto di merda torneremo ad essere due completi estranei proprio come vuoi tu." - il suo sguardo su di me, mi fa rabbrividire.
"Guarda che questa cosa di essere estranei l'hai decisa tu." - gli ricordo, lui buffa spazientito.
"Vuo' veni' cu' me, o no?" - mi chiede agitandosi.
"Pure se volessi non posso. Ai miei genitori verrebbe un infarto se si svegliassero e non mi trovassero." - scuoto la testa.
"Non sei mai uscita di nascosto?" - mi chiede divertito.
"Perché avrei dovuto?" - alzo un sopracciglio contrariata.

"Si proprio na principess ro cazz." - mi dice sogghignando. Sentire di nuovo per soprannome uscire dalla sua bocca mi procura una strana fitta allo stomaco.
Senza rispondergli mi giro e sto per tornare in casa ma lui mi blocca.
"Aspetta, non andartene." - mi supplica con la mano ferma sul mio braccio.
"Cosa vuoi ancora?" - gli chiedo esausta.
"Vieni con me, solo un'ultima volta." - non l'ho mai visto pregare nessuno eppure con me lo sta facendo.
"Te l'ho detto, non posso." - Cerco di essere fredda e distaccata ma sto morendo dalla voglia di andare con lui.
"Vai nella tua camera, metti dei cuscini sotto le coperte e poi scendi alla finestra." - propone lui.
"Cosa? Ma sei pazzo?" - strabuzzo gli occhi.
"Jamm Clari' non succederà nulla di grave." - Mi inchioda con lo sguardo, io faccio un respiro profondo e poi decido di prendere forse la decisione peggiore della mia vita.
"Okkei, va bene. Aspettami sotto la finestra." - gli dico e lui finalmente allenta la presa sul mio braccio .
Quando risalgo nella mia camera faccio esattamente come mi ha detto Ciro. Infilo due cuscini sotto le coperte coprendoli totalmente. Indosso le scarpe dell'Adidas che sotto i pantaloni della tuta grigia, che uso per dormire stonano completamente ma non ho tempo di cambiarmi.
Apro la finestra e mi osservo intorno per capire come scendere da quassù. Al lato della mia finestra ci sono dei fili che non so neanche a cosa servono, ma credo andranno bene per reggermi.
Non ho mai fatto nulla del genere ma non avevo dubbi che anche questa mia prima volta sarebbe stata con Ciro.
Titubante ed impaurita mi chiudo la finestra alle spalle e mi aggrappo ai fili cercando di scendere senza farmi del male.
"E vist t'aggia mparat nata cosa." - mi dice Ciro una volta scesa a terra.
"Possiamo fare in fretta? per favore." - lo supplico.
Mi afferra la mano e mi porta vicino al suo motorino io resto ferma senza salire.
"Tien paur pure e chest?" - mi chiede confuso.
Vorrei dirgli che tutto ciò che riguarda lui mi fa paura e mi affascina  allo stesso modo, ma non lo farò.

ODIJ E AMMORE // MARE FUORIWhere stories live. Discover now