Capitolo 60.

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CLARISSA'S POV:

E' finito, è finito tutto. Il mio mondo fatto di sogni e speranze si è completamente sgretolato. Tutte le cose in cui credevo fino a stamattina sono svanite , lasciando solo vuoto e desolazione.
Due semplici parole "Lei è incinta", mi hanno trascinata giù più in fondo possibile.

Se mi avessero detto pochi mesi che sarei finita in un carcere minorile per colpa di mio padre, che mi sarei innamorata del figlio di un boss e che addirittura lui mi avrebbe messa incinta per poi scappare, di sicuro avrei pensato che si trattasse di un bruttissimo scherzo, e invece è proprio quello che è successo.
Non mi pento di nulla, tutto quello che ho fatto l'ho fatto con il cuore, solo che mi sarei aspettata una fine diversa. Non so cosa fare con questa gravidanza, però non mi aspettavo che Ciro volesse prendere una decisone per entrambi, questo casino lo abbiamo fatto insieme ed insieme dovevamo risolverlo, e invece mi ritrovo da sola...

Quando torno in cella, dopo la visita in infermeria, sono sicura di sembrare uno straccio perchè appena Anita mi vede la sua espressione da felice cambia in un nano secondo.
"Clari ma che cazzo ti è successo?"- si avvicina a me preoccupata.
Ma non riesco a parlare perchè scoppio a piangere di nuovo, Anita mi abbraccia subito e appoggiando la testa sulla sua spalla mi lascio andare ad un pianto liberatorio.
Dopo pochi minuti, ancora scossa, Anita riesce a farmi sedere sul letto e lì finalmente le racconto la verità.
"Sono incinta."- le dico con la testa sulle sue gambe, sento la mia amica sussultare.
"Cazzo!"- esclama ma non riesco a capire il suo stato d'animo così mi giro a guardarla.
"Non so che fare, Ciro si è arrabbiato tantissimo, non mi ha chiesto neanche io come stessi o cosa avessi intenzione di fare, mi ha solo detto di toglierlo e basta."- cerco di spiegarle ma Anita sembra ancora più confusa.
"Ciro lo sa?"- mi chiede adesso spaventata.
"Sì, è venuto in infermeria. Non so come sia riuscito ad entrare, ma una volta dentro gli ho dovuto raccontare la verità."
"Scusa, ma ho bisogno assolutamente di fumare."- mi dice mentre si avvicina alla finestra e si accende una sigaretta.
"Quindi, cosa farai?"- mi chiede muovendo la gamba in modo nervoso.
"Non lo so. Tuo fratello mi ha fatto capire bene che non vuole questo bambino, ma io?! io non so cosa voglia realmente."- le confido, a lei posso dire tutto.
Appoggia la sigaretta che non ha ancora finito nel posacenere, e poi si inginocchia davanti a me.
"Mi conosci Clarissa, sai che sarò il più sincera possibile, perchè le mezze verità nun e sacc proprio ricer.- mi dice lei facendomi sorridere per un attimo.- Quindi questo è ciò che penso: hai 16 anni, ed una pena da scontare della quale tra l'altro non sai neanche per quanto tempo, questo potrebbe essere un problema sì ma non poi così tanto grave, tante donne hanno portato avanti gravidanze in carcere. Ma la cosa che deve spaventarti più di tutto, è che questo bambino sarà un Ricci, sarà il nipote di Don Salvatore Ricci, avrà persone ovunque e dico veramente ovunque che vorranno ucciderlo, solo magari per fargli un dispetto, o per chiudere i conti com diccim nuje. Guarda quello che è successo a me e Pietro, solo perchè siamo figli suoi, e se questo bambino nascerà e porterà per assurdo addirittura il suo nome e cognome, cazzo, quello sì che sarà un problema, un problema che tu non potrai risolvere. "- una volta dette queste parole si alza e si avvicina di nuovo alla sua sigaretta per continuare a fumare.
"Io non cosa dire..."- il suo discorso mi ha destabilizzato, perchè so che questa è la situazione in cui si troverà mio figlio o mia figlia se decido di portare avanti questa gravidanza.
"Non credo tu debba decidere ora, immagino che la gravidanza sia all'inizio e c'è ovviamente un altro po' di tempo per pensarci, no?"- mi chiede guardandomi attentamente, io annuisco flebilmente incapace di aggiungere altro.
"Io sono dalla tua parte Clari, qualsiasi cosa tu decida di fare."- mi dice dolcemente.
"Grazie, apprezzo tanto quello che tu mi abbia detto. Ho solo bisogno di tempo per pensarci."- mi stendo sul suo letto guardando un punto fermo nella rete del letto di sopra.

La voce di Nunzia, la guardia, però mi fa tornare alla realtà.
"Clarissa la direttrice vuole vederti."- a quella frase mi catapulto giù dal letto.
"E perchè?"- chiedo, ma immagino sia perchè abbia saputo della mia gravidanza.
"Lo sai perchè, piccre, non fare tante storie."- il suo tono è deluso, credo che nessuno avrebbe mai pensato che sarei finita proprio io ad essere quella incinta.
Dopo essermi scambiata una breve occhiata con Anita, seguo Nunzia in silenzio fino alla stanza della direttrice.
Nunzia, ovviamente, bussa prima di entrare nella stanza ma ciò che mi stupisce è che dall'indietro si sentono più di una voce.
"Avanti."- la voce della direttrice rimbomba per tutto il corridoio, e sempre in silenzio seguo Nunzia.
"C'è la signorina Clarissa, Direttri'."- le comunica Nunzia.
"Falla passare."- le ordina, e così facendo la guardia mi fa completamente spazio per farmi entrare.
Quando metto piede nella stanza però mi rendo conto che avevo ragione, la Direttrice non è sola, con lei ci sono i miei genitori.
"Mamma?! Papà?!"- li guardo confusa, spero non abbiano già saputo della mia gravidanza
"Clarissa, accomodati, parliamo."- la direttrice mi indica una sedia al fianco dei miei genitori libera.
"Come hai potuto, Clarissa?"- mio padre è deluso, segno che sì hanno saputo tutto.
"Clarissa, devo sapere la verità. E' successo qua dentro? Il ragazzo in questione ti ha fatto pressioni per riuscire ad avere un rapporto intimo con te?"- mi chiede la direttrice, e sembra essere tornata al primo giorno che sono arrivata qui, sembra un interrogatorio.
"Il ragazzo in questione è Ciro Ricci, è lui lo stronzo che ha messo incinta mia figlia."- mio padre esplode in una rabbia che non ho mai visto in lui.
"Oh Mio Dio, no, no, non è andata così."- cerco di spiegare in preda ad un attacco di panico.
"No, che non sei stata abusata? O che il ragazzo è Ciro Ricci?"- continua a chiedermi la direttrice.
Improvvisamente sento la mano di mia mamma accarezzarmi una spalla. -" Clari, raccontaci com'è andata veramente."
Mi giro a guardare i suoi occhi così simili ai miei, e solo all'ora prendo coraggio e parlo.-" Il ragazzo è Ciro, sì, ma non mi ha mai costretta a fare nulla, noi ci siamo innamorati."
Vengo però interrotta da mio padre.-" Ancora con sta stronzata?"
"Signor Parisi, la prego di moderare il linguaggio e per favore facciamo finire il discorso a sua figlia."- lo ammonisce la direttrice.
"Non è successo nulla qui dentro. - decido di omettere di quella volta in bagno, sono sicura che non sia successo all'ora, altrimenti non mi troverei con i calcoli - è successo fuori dall'IPM."
Poi decido di rivolgermi ancora una volta a mio padre.- " E' successo a casa sua, ed anche in altre parti, se proprio vuoi conoscere tutti i dettagli."
Mio padre mi tira uno schiaffo che rimbomba per tutta la stanza ed è impossibile non pensare a quella volta quando Ciro mi disse che le principesse come me non vanno neanche sfiorate, chissà se adesso la penserebbe allo stesso modo.
"Andrea!"- lo richiama mia madre mentre mi tira in un abbraccio.
"Basta cu sta sceneggiata."- mio padre adesso è furioso, ma non cederò, non mi farò vedere spezzata dalla sua rabbia.
"Signori calmiamo gli animi."- ci ammonisce ancora una volta la direttrice.
"E' la realtà dei fatti, papà, sono incinta del ragazzo che amo."- gli grido contro ribellandomi dalla stretta di mia madre.
"Tu questa gravidanza non la porterei avanti."- posso notare tutto l'odio che sta provando per me in questo momento dal suo sguardo.
"Non decidi tu per me."- mi alzo dalla sedia, procurando un rumore stridente. Sono stanca di questa cosa che tutti vogliono sapere cos'è giusto per me o cosa invece no.
"E invece sì, cretina, perchè sei minorenne ed io sono tuo padre."- le sue parole mi feriscono più dello schiaffo.
"Mamma, ti prego, di' qualcosa."- imploro mia madre di difendermi.
"Mi dispiace Clarissa ma tuo padre ha ragione."- mi risponde lei guardando altrove perchè non riesce neanche a guardarmi negli occhi.
"Complimenti Clarissa, sei diventata come il resto dei ragazzi rinchiusi qui dentro. Solo che tu fai più rabbia perchè loro non hanno niente, tu invece hai tutto e lo stai buttando via."- è la direttrice a parlare, scuotendo il capo contrariata.
"Questi ragazzi qua dentro sono pieni di sogni e amore, solo che voi siete troppo ciechi per vederlo."- mi affretto a difendere i miei amici, perchè sì ormai sono una di loro e non c'è niente di male in questo.
"Bene, salutali perchè non li rivedrai più."- mi dice mio padre, con un sorriso vittorioso stampato in faccia .
"Che significa?"- chiedo stupita.
"Significa che verrai traferita, Clarissa, in un altro istituto, fuori Napoli."- mi spiega la direttrice.
"Non potete farmi questo."- li supplico e le lacrime iniziano a scendermi sulle guance.
"E invece è proprio ciò che farò, così imparerai a disobbedirmi."- mi dice mio padre.
E poi li lascio lì, incurante, di Nunzia che mi richiama, esco dalla stanza e corro via.
Vorrei andare da Ciro, abbracciarlo e farmi cullare da lui, ma non posso perchè anche lui mi ha lasciata da sola. Non so che fare, ho così tanta paura....

ODIJ E AMMORE // MARE FUORIWhere stories live. Discover now