CLARISSA'S POV :
"Quando finirà questa pagliacciata?" - la mia compagna di cella sbuffa impaziente al mio fianco.
"Dai un po' di arte qua dentro non ci fa male." - le dico ridendo.
Lei per risposta mi fa il segno della corda attaccata al collo come a simboleggiare un suicido.Ho imparato a conoscerla un po' in questa settimana che ci siamo ritrovate a vivere a stretto contatto , e ho capito tante cose su di lei. Usa questo sarcasmo per difendersi dalla gente. Si vede che vuole emulare quello che fa il fratello ma a volte emerge la sua spensieratezza adolescenziale, proprio com'è successo ora.
Beppe, il nostro educatore ci illustra questo nuovo progetto al quale siamo obbligati a partecipare tutti.
Dobbiamo dipingere cos'è per noi la libertà, e ad aiutarci ci saranno 4 allievi del liceo artistico.
Quanto mi manca la scuola, anche se qui ci sono le classiche lezioni da seguire , mi manca il mio mondo fatto di formule chimiche.Nell'esatto momento in cui Beppe ci ha spiegato cosa dovevamo raffigurare, ho già immaginato cosa volesse dire per me libertà: il mio pianoforte, infatti è proprio quello che sto provando a disegnare.
Ma Anita mi interrompe.
"Me lo fai un piacere?"-mi chiede.
"Che ti serve?" - la guardo confusa.
"Mi distrai mio fratello, portandolo nella stanza dove parlate di solito." - mi spiega e subito mi imbarazzo. Ciro mi sta aiutando ad ideare un piano per togliere mio padre dai guai, ma la sua vicinanza a volte mi mette in soggezione.
"E come c'è lo porto nella stanza?" - gli chiedo ancora.
"Non lo so, inventati qualche stronzata ma tienilo occupato più che puoi." - lei è nervosa e non capisco perché.
Sbuffo e poi rispondo - "E va bene, ma ricordati che mi devi un favore."
"Pure due." - mi sussurra mentre mi allontano da lei e mi avvicino al fratello."Ciro!" - lo richiamo e la sua attenzione subito si sposta su di me.
"Principe' e a che devo questo onore?"-mi chiede e sul suo volto compare la sua solita espressione arrogante.
"Devo parlarti, in privato." - gli sussurro ed i suoi amici mi guardano confusi.
"Vieni con me." - mi dice lui prima di tirarmi per un braccio e trascinarmi con lui nella stanza piena di scatole.
"Che è succiess?" - mi chiede preoccupato.
"Volevo sapere se ti era venuta in mente qualche idea." - scrollo le spalle.
"E tu me scass o cazz per me' ricer sti strunzat?! Ti ho detto che sarei venuto io da te." - mi risponde lui infastidito.
"Lo so ma sono troppo nervosa per aspettare." - gli rispondo e in parte è la verità. Ho paura che nel frattempo che io sto qui cercando una soluzione la famiglia Di Salvo avrà già fatto del male a mio padre.
"L'unica cosa che mi viene in mente è che tu debba mentire a tuo padre." - lui si appoggia al tavolino alle sue spalle ed incrocia le braccia al petto.
"Mentire? E perché?" - lo guardo con occhi indagatori.
"I Di Salvo non devono sapere quello che succede qua dentro, quindi mi devo inventare una realtà alternativa ma fattibile." - lui guarda un punto fisso davanti a sé, questo è quello che fa quando sta cercando una soluzione a qualche problema.
"Che gli dobbiamo raccontare?" - incalzo io.
"Nun o sacc, ci devo pensare." - mi dice e riporta lo sguardo su di me.
"Mo' possiamo uscire da qua dentro?"- mi chiede ma non è una vera domanda, me lo sta imponendo.
"No!" - esclamo, ricordandomi che Anita mi ha chiesto di intrattenere il fratello più tempo possibile.
"C'è un'altra cosa che devo dirti." - inizio a farfugliare, lui mi guarda alzando un sopracciglio.
In verità non so che inventarmi per farlo restare altro tempo qui con me.
Così mi viene in mente l'unica cosa che potrebbe trattenerlo, in un movimento rapido e inaspettato mi avvicino a lui e lo bacio.
Lui però si stacca subito, mi guarda da sotto le sue lunghe ciglia nero carbone e mi chiede.-"Ma che cazz faje?"Non so che cosa rispondere, non posso certo dirgli che questo è tutto un piano per far sì che sua sorella faccia qualsiasi cosa stia facendo.
Lui però, non mi da neanche il tempo di controbattere che stavolta è lui che fa combaciare le nostre labbra.
Mi attira a lui mettendomi una mano sul fianco, e in quel punto sento la pelle andare a fuoco.
Non chiede permesso, è rude ma passionale.
Gli metto le mani all'altezza del petto e sento il suo cuore battere ad un ritmo irrefrenabile, pensavo che uno come lui il cuore non c'è l'avesse neanche.
Si stacca solo per darmi il tempo di riprendere fiato, mi fissa intensamente, alza un angolo della bocca soddisfatto e poi riprende a baciarmi, ed io glielo lascio fare perché per qualche strano motivo tutto ciò mi piace da impazzire.Quando si stacca quasi sono tentata di riprendere a baciarlo, ma la sua espressione mi lascia perplessa.
"Non doveva succedere." - mi sussurra con voce roca.
"Hai ragione." - confermo.
Ma nonostante ciò che mi ha appena detto, non mi lascia andare, mi tiene ancora stretta a lui.
"Ora possiamo uscire?" - la sua mascella è serrata, come se stesse cercando di trattenersi.
Io annuisco, anche se in realtà vorrei restare qui.
Lascia scivolare la mano dal mio fianco ed io piano mi allontano.
"Esci dopo di me e stai attenta a non farti vedere da nessuno." - mi dice avvicinandosi alla porta.
"D'accordo." - gli dico guardandolo poi uscire dalla porta.Quando torniamo in cella, non riesco a smettere si pensare a quello che è successo, sento ancora il sapore delle sue labbra sulle mie.
"Ma che tieni?" - Anita mi guarda incuriosita.
"Perché? Che ho?" - le chiedo iniziando ad agitarmi.
"Non lo so. Hai una faccia strana." - scrolla le spalle mentre scende dal tavolo dove era seduta a fumare.
Ha questo brutto vizio di sedersi lì per fumare.
"Non ho niente che non va." - distolgo lo sguardo.
"C'entra Ciro? Ti ha detto qualcosa su tuo padre?" - mi chiede e quando pronuncia il nome del fratello le mie guance iniziano ad andare a fuoco.
"Ho fatto una cazzata." - confesso. Ho bisogno di parlare con qualcuno, e lei la cosa più vicina ad un'amica che abbia qui dentro.
"Beh allora siamo in due ad aver fatto una cazzata." - lei ridacchia leggermente.
"Che intendi?" - la guardo confusa.
"Prima tu." - mi incita a parlare.
"Facciamo che lo diciamo insieme." - Ribatto.
"Okkei ci sto." - mi dice lei e si siede di fronte a me sul mio letto.
"Ho baciato Ciro."
"Ho baciato Edoardo."
"Che cosa hai fatto ?" - mi chiede meravigliandosi.
"E tu invece? Il migliore amico di tuo fratello? Ma sei impazzita?" - sgrano gli occhi.
"In realtà è stato lui a baciare me." - si affretta a spiegarmi.
"E tu glielo hai lasciato fare?" - chiedo.
"Non riesco a smettere, questo gioco tra me ed Edoardo mi piace troppo. È un continuo provocarsi e stuzzicarsi, e appena l'ho visto rivolge le stesse attenzioni ad un'altra ho sentito il bisogno di riportarlo da me." - mi spiega lei.
"Eri gelosa della ragazza del progetto?" - le chiedo sorridendo e lei subito si scalda.
"Io gelosa? Ma sei pazza? Questo è solo un gioco per me." - alza un sopracciglio e per un secondo rivedo il fratello.
"Attenta a non farti male in questo gioco, però." - la ammonisco.
"Principessa non farmi la predica, ti ricordo che hai baciato mio fratello. Ed io sono molto possessiva nei confronti dei miei fratelli, quindi dammi un buon motivo per non piantarti un coltello nella gola." - mi minaccia lei.
"L'ho fatto per te. Tu mi hai chiesto di trattenerlo più tempo possibile, gli argomenti di cui parlare erano finiti, ed io mi sono inventata questo piano.
Ma mi sono staccata subito, è stato tuo fratello a baciarmi ancora, e poi un'altra volta ancora." -le spiego mentre mi mordo il labbro inferiore ripensando a quel bacio.
" E ti è piaciuto e pure assai. " - mi prende in giro lei.
" Ma non è vero, è servito solo a tenerlo lontano da te. "- mi affretto a dire.
" Ragazzina sei nei guai fino al collo. "- le ride soddisfatta.
"E perché?" - chiedo turbata.
"Perché adesso mio fratello non ti lascerà mai più in pace." - mi dice Anita, io la guardo smarrita.Non so come gestire questa cosa, perché c'è una parte di me che è preoccupata di quello che potrebbe fare uno come Ciro, ma c'è un'altra piccolissima parte di me che fremita al sol pensiero che lui possa anche solo baciarmi ancora.
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ODIJ E AMMORE // MARE FUORI
FanficDue ragazze completamente diverse che però condividono due storie molto simili. Anita Ricci è la figlia del boss più temuto di Napoli. Ha 16 anni ma ha le idee già molto chiare, un giorno otterrà tutto ciò che ha suo padre. Non hai mai seguito le re...