Scappa

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Mi ero allontanata parecchio, avevo corso per ore senza stancarmi. Probabilmente l'adrenalina e la paura avevano fatto si che non sentissi la stanchezza, almeno non fino a quel momento.
Adesso ero stanca morta, tanto che mi sarei addormentata senza pensarci due volte.
Ma ero sola in mezzo alla foresta e se avessi chiuso gli occhi, sicuramente sarei morta.

Presi il coltello che avevo nel fodero dei pantaloni e cominciai a pulirlo dal sangue, ormai secco, dei vaganti che avevo incontrato durante la fuga.
La mia mente prese a galoppare e non potevo fermarla : avevo perso tutto.
Quella casa, la mia, era ben protetta e barricata, eppure nel giro di pochi minuti i vaganti avevano invaso ogni stanza.
Io ero riuscita a scappare per miracolo, riuscendo a prendere lo zaino già pronto per quelle occasioni estreme.
Non immaginavo mi sarebbe mai servito.
Non immaginavo che tutte le certezze che avevo potessero scomparire così velocemente.
Nonostante la situazione, la casa era stata, dall'inizio, un buon rifugio e un ottimo posto dove rimanere sempre.
Infatti non ero mai stata fuori così a lungo, come in quel momento.
Adesso la mia nuova casa era quella.
La mia nuova casa era il mondo.
Niente poteva farmi più paura che questa consapevolezza.

Mi imposi di smettere di pensare a tutte quelle cose e cercai di ragionare: si stava facendo buio, non avevo un riparo o un nascondiglio.
Mi guardai intorno ma vidi solo alberi e vegetazione.
Fortunatamente non c'erano vaganti, sembrava tranquilla la zona.
Pensai che se avessi avuto una corda sarei potuta salire su un albero e legarmi per non cadere, ma non avevo una corda.
Dovevo smetterla di pensare a soluzioni impossibili, così decisi che  sarei rimasta sveglia.
Non che la situazione mi avesse fatto venire sonno.

•>•

Mi svegliai di soprassalto sentendo degli spari in lontananza, presi subito il coltello e mi guardai intorno.
Non vidi nessuno nei dintorni, gli spari non erano poi così vicini ma dovevo stare comunque in guardia.

Era l'alba e mi resi conto in quel momento che mi ero addormentata, e probabilmente avevo anche dormito un bel po'.
Mi detti della stupida, non potevo permettermi di rischiare così, sarei dovuta stare più attenta d'ora in avanti, non ero più in casa al sicuro.
Però, fortunatamente, c'era ancora tutta la mia roba e non si sentiva nessun rumore adesso, dopo gli spari.
Aspettai in silenzio ancora qualche minuto e poi decisi di incamminarmi nella parte opposta a dove avevo sentito sparare.
Poteva essere persone malvagie, non potevo fidarmi e non potevo nemmeno rischiare di incontrarle da lontano.
Senza pensarci oltre mi alzai e cominciai a camminare nel bosco.
La mia mente tornò ancora una volta a quello che era successo solo poche ore prima,  e il cuore prese a battere come un tamburo.
Ogni tanto, anche prima di tutto questo, soffrivo di tachicardia e dolori al petto quando ero in ansia, con l'arrivo dei vaganti avevo imparato a conviverci.
Quindi non feci troppo caso al mio cuore che martellata e al mio petto che bruciava, e continuai senza fermarmi.

Dovevo cercare di uscire dal bosco per cercare un posto sicuro dove stare o per cercare delle provviste. Non potevo rimanere a lungo lì dentro, dato che non avevo alcuna nozione particolare e non avessi esperienza con la caccia.
Mi sarei allontanata ancora un po' per il bosco, e poi avrei trovato il modo di uscire e trovare una zona con negozi o case.
Da quando il mondo era andato in rovina, avevo completamente perso il senso dell'orientamento ( non che prima fosse una dote che mi apparteneva), e mi era sempre stato difficile capire in che zona della città fossi, d'altronde era tutto distrutto.
L'unica zona che conoscevo bene era quella in cui vivevo, naturalmente, anche se intorno c'erano pressoché solo case, era una zona molto carina, soprattutto prima del virus.

Mi imposi di non pensare più alla vita che facevo prima, ne tantomeno a quella che facevo fino ad un giorno fa.
Dovevo lasciare indietro i ricordi per riuscire a sopravvivere là fuori, non potevo consentirmi di essere sbadata o distratta.
Mentre camminavo ebbi un capogiro (anche questa una cosa comune) e mi ricordai di non aver mangiato niente, così aprì una merendina e ne mangiai meno di metà, quasi solo un morso.
Dovevo tenere in conto che forse avrei potuto non trovare  negozi o case e quindi del cibo, dovevo conservare il più possibile quello che avevo.
Intorno a me era tutto silenzio, un sollievo dopo le urla e i versi  che avevo sentito ieri. Non avevo neanche sentito più spari, probabilmente quelle persone si erano allontanate o, peggio, erano morte.
Decisi di non proseguire più e mi incamminai fuori dal bosco, sperando di sbucare in mezzo a dei  negozi, sarebbe stato un colpo di fortuna, e io non ero mai stata molto fortunata ; ne prima ne dopo l'apocalisse.

Ma quella volta le mie preghiere erano state ascoltate da qualcuno, perché mi ritrovai proprio in un centro abitato, tipo quello da cui ero scappata.
Sembrava non ci fosse nessuno, ne umano ne morto, quindi mi diressi verso la strada, decisa a perlustrare quelle abitazioni in cerca di cose utili e di cibo.
Attraversai la strada ed entrai in una casa con le finestre rotte e la porta praticamente divelta, entrai cercando di non fare rumore.
Con il coltello alla mano mi guardai intorno assicurandomi che non ci fossero dei vaganti e la prima stanza che perlustrai fu, logicamente,  la cucina.
Presi a frugare in ogni cassetto e ad aprire ogni scaffale, trovando solo dei cereali, un po' di carne in scatola e una bottiglia di coca cola.
Presi tutto e decisi di salire al piano di sopra, magari avrei trovato qualche vestito caldo, dato che avevo solo una felpa di riserva.
Salì le scale e notai, alle pareti, le foto della famiglia che viveva in quella bella casa : c'erano un uomo e una donna molto giovani, con una bambina piccola. Aveva dei bei riccioli biondi e occhi vispi e sereni.
Proseguì senza troppe cerimonie e andai nella camera dei genitori, avrei trovato sicuramente roba della mia taglia lì, forse la donna della foto vestiva S come me.
Aprì il grosso armadio e vidi molti vestiti colorati ma poche cose calde, la donna doveva essere molto raffinata, ma adesso mi servivano cose più rudimentali.
In alto vidi alcuni maglioni blu, presumibilmente, del marito e mi misi in un punta di piedi per raggiungerli.
Stavo proprio per acchiapparne uno quando sentii dei rumori al piano terra : erano voci o solo versi di vaganti?
L'ansia mi invase di nuovo e non riuscì a concentrarmi fino a quando non sentii un altro rumore, veniva dalla stanza in cui ero, precisamente dal guardaroba che avevo aperto.
Mi girai di scatto e vidi un vagante che cercava di allungarsi verso di me, incastrato tra il muro e il porta abiti. Come avevo fatto a non vederlo? Com'era possibile che  non lo avessi sentito? forse prima era nascosto dietro perché non aveva sentito rumori ed era uscito solo dopo.
Non sapevo che fare, lo scock aveva invaso il  mio corpo e la mia mente.
Cercai di pensare a chi sarebbe arrivato prima a me, a chiunque ci fosse di sotto o quel vagante incastrato?
Mi rigirai una volta verso la porta della camera e mentre decisi che avrei ucciso prima il vagante, sentì un rumore molto forte : il guardaroba si stava staccando e veniva dritto sopra di me.
La mia mente diceva "spostati", ma il mio corpo non fece un passo.
Caddi e tutto il peso dell'armadio mi venne addosso, mi mancò il respiro e non potei non pensare che era giunta la mia ora.
Non vedevo il vagante, ma sapevo che era vicino, e per di più sentii delle voci sulle scale.
Avevo sempre meno respiro nei polmoni, come se qualcuno stesse risucchiando tutto l'ossigeno dentro al mio corpo. Sentii gli occhi chiudersi e l'ultima cosa che vidi e udii fu un uomo che urlava "qui, venite!".
Senza più forze chiusi gli occhi, consapevole che sarei morta.
Non avevo mantenuto la mia promessa.



Buongiorno! Come state?
Ecco il primo capitolo, buona lettura, spero vi piaccia!

Promise  |||  The Walking DeadDove le storie prendono vita. Scoprilo ora