Battito

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Provai a smettere di pensare.
Avrei voluto tapparmi le orecchie per non sentire, non potevo più sopportare i versi di quelle creature.

Eravamo chiusi in quel magazzino da non so quanto tempo, e i vaganti non accennavano ad andare via.
Rick e gli altri, sarebbero stati, tra non molto, al punto di incontro e noi non saremmo stati lì.
Speravo che, accorgendosi della nostra assenza, sarebbero venuti a tirarci fuori.

Non avrei saputo decidere se fosse stato meglio uscire con tutti quei vaganti, o stare da sola, per ore, con Daryl.
Se ne stava immobile, a fissare evidentemente il vuoto, con le orecchie tese, per captare ogni rumore.
Non avevamo più parlato e questo mi turbava, odiavo il silenzio e adesso ce n'era troppo.
Cominciavo ad agitarmi, se i pensieri nella mia testa avevano il tempo di invaderla, e con quel silenzio ci stavano riuscendo benissimo.

Il respiro cominciò a farsi corto ed affannoso.
La testa prese a girare ed ebbi una vertigine, fortunatamente ero seduta.
Cominciai a sudare.
Stavo per avere un attacco di panico.
Non potevo permetterlo, non ora, non con Daryl.
Sentii il petto pesante, come se avessi il peso del mondo su di me.
Chiusi gli occhi e provai a calmarmi.

《Calmati.》

La voce di Daryl arrivò dura e rabbiosa, come a rincarare la dose.
Lo guardai, esasperata e dolorante, non avevo posto anche per la rabbia.
Ricambiò lo sguardo, più morbido di quando avessi pensato.
I suoi occhi erano talmente profondi, e simili ai miei, che fecero l'effetto contrario : mi agitai ancora di più.
Per risposta, mi guardò come se fosse stufo di dover sopportare quella situazione.
Cominciai a piangere, i ricordi e la situazione attuale, mi fecero pensare che era tutto perduto, sarei morta in quella farmacia, con l'uomo più stronzo della terra. (Quante volte avevo già pensato che sarei morta? Troppe.)

Sentii Daryl alzarsi, ma avevo gli occhi chiusi e non lo guardai nemmeno. Poi udii il rumore del ferro che avevamo incastrato alla porta, lo stava levando.
Cercai di alzarmi, barcollando, tra le lacrime. Ci mancò poco che cadessi, mi sembrava di essere sulla Luna.
Mi avvicinai a Daryl, che mi dava le spalle e aveva la mano sulla maniglia.
Si girò e mi afferrò per le braccia, per sostenermi.

《Cosa pensi di fare?!》

Mi guardò, duro e scocciato, come se non avesse tempo da perdere con me.

《Ci salvo da questa situazione del cazzo! Sembra che tu ti sia stufata di questa bella sistemazione.》

Disse sarcastico e arrabbiato che mi stessi lamentando a seguito del mio malessere.

《Tu sei uno stronzo! Sei senza cuore e senza amore, io ti odio.》

Le parole uscirono da me con disperazione, dovuta alla difficoltà che stavo avendo in quel momento.

《 Si, ok ma adesso levati e siediti.》

Disse, perentorio.

《No, non te lo permetto, è troppo rischioso. 》

《Non mi importa, non posso più stare fermo qui con te, che non sai nemmeno respirare. 》

Questo era troppo.
Con il cuore stanco e il respiro corto, alzai il braccio e gli diedi uno schiaffo, in pieno volto.
Sembrò non accorgersene nemmeno, come se lo avessi dato ad un'altra persona. Non sembrava essere presente con il corpo e con la mente, in quel magazzino, in quel luogo, in quel mondo.
Era come eclissato.

Le mie gambe cedettero e lui mi sorrese, mi guardò e mi afferrò.
Chiusi gli occhi, con una morsa alla gola, mi abbandonai, quasi per terra, poi lui disse :

《Calmati, bambina, devi trovare la forza.》

Lo guardai come non avevo mai fatto e come non pensavo che avrei mai fatto, e lui fece lo stesso con me.
Poi mentre mi appoggiava per terra, guardandomi con occhi indecifrabili, si girò e uscì.

■■■■■■


Non potevo credere che fosse uscito veramente.
Aveva semplicemente lasciato la stanza e si era chiuso la porta, dietro di sé.
Sentivo i corpi dei vaganti cadere a terra, con versi inascoltabili, e Daryl lottare con forza. Anche senza vederlo immaginavo i suoi movimenti rapidi e silenziosi.
Avevo paura potesse morire.
Avevo paura che non lo avrei più rivisto, che non sarebbe tornato, che lo avrei trovato morto o che, nella peggiore delle ipotesi, lo avrei visto in mezzo ai vaganti vagando senza anima.
La paura non accennava a mollare la presa dal mio cuore, ma dopo le parole e lo sguardo di Daryl, nonostante la situazione, mi ero calmata.
Così mi concentrai, dovevo assolutamente aiutarlo, non potevo permettere che morisse per provare a salvarci, a salvarmi.
Perché, non lo avrebbe mai ammesso, ma era quello che stava facendo.
I vaganti dovevano essere davvero molti, perché li sentivo ancora molto forte, ma potevo udire anche Daryl, non si era allontanato molto dalla porta.
Poi, proprio mentre avevo preso la scelta di uscire, sentii un tonfo sulla porta e un urlo di dolore.
Non di nuovo. Non lasciare che muoia.
Quando non riuscivo a trovare la speranza parlavano con Dio e quella era l'occasione giusta.
Dopo qualche secondo mi sentii chiamare, era Daryl.
Con decisione aprii la porta e lo trovai accasciato su di essa, con in mano il coltello e la gamba sinistra, quella a cui era stato ferito, era distesa.
Lui si girò verso di me, senza parlare, ma io avevo già capito.
Lo presi sotto le ascelle e lo tirai dentro, con tutta la forza che avevo.
Cercò di aiutarmi spingendosi con la gamba buona e dopo poco fummo dentro. I vaganti provarono a riversarsi su di lui, ma io mi parai davanti, proteggendolo.
Ne uccisi due che erano proprio davanti a me e poi, con non poche difficoltà, chiusi la porta.
Guardai Daryl, che era molto pallido e sudato, stava indicando con la mano un punto dietro di me. Caddi a terra, affianco a lui, il vagante stava per mordermi il viso, senza pietà.
Cercai di accoltellarlo ma non riuscivo a muovere abbastanza le braccia, così cercai di prendere la pistola che mi aveva dato Rick : senza mirare in un punto preciso sparai, sperando di salvarmi.
Il vagante emise un singulto, ma non mollò l'interesse verso il mio viso, approfittai del momento per affondare il coltello nel suo cervello.
Lo spostai da me e mi girai, di fretta, verso Daryl.
Era sdraiato, agonizzante, forse svenuto.
Mi avvicinai a lui e presi il suo viso tra le mani sporche di sangue, era caldo e freddo nello stesso momento.

《Daryl, devi svegliarti. Avanti, sveglia!》

Lo scossi leggermente, senza ottenere chissà che risultato. Temetti per il peggio, e le lacrime cominciarono a scorrere indisturbate.
Gli spostai i capelli dal viso, come avevo già fatto e cercai di svegliarlo ancora.
La sua gamba era messa male, di nuovo. Sembrava che un vetro si fosse conficcato in profondità, avevo imparato da Hershel che non bisognava mai levare un corpo estraneo, altrimenti il soggetto sarebbe morto dissanguato dopo poco.
Mi avvicinai di nuovo al suo viso, il suo respiro era molto debole, ma non era ancora morto.
Poi, come per miracolo, aprì leggermente gli occhi, cercando il mio viso.
Lo presi tra le mie mani, come per sorreggerlo, e lo guardai. Quindi dissi piano :

《Sei vivo! Grazie al cielo... senti, non muoverti, sei messo parecchio male, adesso vado a prendere la tua moto e porto gli altri qui... senti non... non ti muovere, starai bene, Daryl... io... io tornerò con Rick e gli altri e... poi andremo da Hershel. 》

La mia voce era come un sussuro, e tremava. Non riuscivo a nascondere la paura e l'agitazione che la sua condizione mi stava portando a provare.
Gli adagiai la testa sulla mia felpa grigia, delicatamente e poi feci per alzarmi, ma lui bloccò con presa debole il mio braccio.

《Rose... non puoi...》

Le parole uscirono dalla sua bocca con quella che sembrava la fatica più grossa che avesse mai fatto, e non servì che finisse la frase, sapevo cosa voleva dire, quindi lo interuppi.

《No, no... Daryl, devo andare, non posso lasciare che tu muoia qui. Andrà bene, non morirai e nemmeno io.》

Dissi guardandolo, entrambi avevamo capito. Lui sapeva che io sapevo, e io avevo capito che lui sapeva.
A me importava di lui e a lui di me.
Gli presi la mano e la strinsi, senza che lui potesse ricambiare, poi gli sorrisi, non capendo se fosse ancora in grado di notarlo e uscii, senza guardarmi più indietro.



Capitolo venti! Che bel traguardo!
Vi ringrazio per essere arrivati fino a qui... a presto ❤

Promise  |||  The Walking DeadDove le storie prendono vita. Scoprilo ora