Stella

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Le notti avevo gli incubi, spesso mi svegliavo di soprassalto e urlavo.
Cominciavo a respirare velocemente, il cuore batteva all'impazzata e mi passavano le immagini di quel mostro davanti agli occhi.

Puntualmente Daryl si svegliava e provava a farmi calmare. Spesso bastava che mi stringessi a lui o che mi obbligasse a guardarlo ; i suoi occhi erano in grado di farmi tornare alla luce.
Alcune volte provava a chiedermi cosa sognassi e chi fosse la persona che chiamavo con il nomignolo Ti nei miei incubi ricorrenti, ma io non ero ancora pronta per parlare e litigavamo spesso.
Lui si impuntava sul fatto che io lo assilassi tanto per fargli parlare delle sue stronzate (come amava definirle), ma poi io non mi aprivo con lui.
Io provavo a giustificarmi dicendo di non essere pronta e il più delle volte piangevo, così lui smetteva di urlare e mi lasciava ai miei demoni.

Il trauma si manifestava anche in altri modi : ero eccessivamente paranoica, sempre pronta a litigare e la mia rabbia e senso di colpa erano aumentati molto.

Daryl era fin troppo paziente, alcune volte provava a ragionare con me, altre stava in silenzio, sapendo che non ci sarebbe stato modo di farmi calmare.
D'altronde il suo modo di essere si scontrava molto con il mio, ed anche se avevamo cominciato ad andare d'accordo, in alcuni momenti la nostra rabbia si scontrava e rischiavamo di esplodere.

C'erano momenti in cui eravamo estremamente uniti, in cui eravamo in perfetta sincronia ed armonia.
Non parlavamo tanto, nessuno dei due era di molto parole, ma non serviva tra noi.

Eravamo in giro per quel mondo distrutto, da due settimane e non avevamo ancora trovato indizi su nessuno della nostra famiglia.

Avevamo incontrato e ucciso tantissimi vaganti e anche qualche persona, che si era rivelata sempre cattiva.

Daryl era particolarmente protettivo nei miei confronti, ed anche se non lo esprimeva a parole sapevo che fosse veramente affezionato a me.
Per me valeva lo stesso, nutrivo un profondo affetto, che era aumentato molto da quando mi aveva salvato da suo fratello. Avevo spesso bisogno di rassicurazioni ma lui non era proprio la persona adatta a cui chiederle.
Spesso mi allontanava, era scontroso come le prime volte, ma io cercavo di farlo aprire, stava soffrendo molto anche lui.

Mi faceva impressione ricordare come prima consideravo quell'uomo e come adesso non ne potessi fare a meno, spesso, questa cosa, era pretesto per molti litigi.
Una sera, mentre ci stavamo scaldando davanti ad un fuocherello di fortuna, mi disse :

《Rose questo non è il modo giusto, lo sai vero?》

Non capivo come potesse risultare così distante e così freddo nei miei confronti, in alcuni momenti.

《Ah no, Daryl? E perché mai? illuminami!》

A questo punto già urlavo, trafitta dal dolore e dalla rabbia. Volevo provocarlo, non ne parlavamo mai, lui puntualmente rispondeva :

《No, non parleremo di questo. Non adesso, non posso Rose.》

Risultava abbastanza duro e questo suo modo si scontrava con la rabbia che provavo. Questo meccanismo tra di noi mi portava a sentirmi costantemente in colpa.

《Prima o poi dovremmo farlo, lo sai bene.》

Chiudevo sempre così, arrabbiata e sconfitta.
Perché, infondo, sapevo che aveva ragione e sapevo che, così facendo, stavo andando in una direzione pericolosa, senza via d'uscita.
Ma il bene che gli volevo andava oltre e, alla fine della litigata, mi ritrovavo persa nei suoi occhi, incantata dalla loro bellezza.

Sapevo dove sarebbe approdato quel rapporto, per quanto riguardava i miei sentimenti, e odiavo quella parte di me.
La rabbia che alcune volte buttavo su Daryl, era anche inconsciamente per quello.
E la rabbia, l'odio che avevo per me stessa erano certamente per quello.
Era come se dessi a Daryl la colpa di quello che provavo, ma allo stesso tempo non potevo staccarmi da lui.
Un circolo vizioso, insomma.

Promise  |||  The Walking DeadDove le storie prendono vita. Scoprilo ora