Pericolo

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Le mie gambe cedettero, la testa girava e il mio corpo tremava.
Rick si avvicinò per rimettermi in piedi, non c'era tempo per stare lì, fermi.
Le lacrime solcavano il mio viso stanco, e la rabbia prese possesso di ogni parte di me, di nuovo.
Avevo fallito, non ero arrivata in tempo, e forse Daryl era stato preso da quelli di Woodbury, o magari lo avevano già ucciso.

Guardai la scia di sangue che c'era sul pavimento, sicuramente lasciata dalla ferita di Daryl. Qualcuno doveva averlo trascinato fuori e fatto salire su un auto o qualcosa del genere.

《Rick sono stati quegli stronzi di Woodbury, noi non possiamo... dobbiamo, Rick... ti prego!》

Persi totalmente il controllo, l'uomo di fronte a me sembrava stupito dalla mia reazione e provò a farmi ragionare, ma era evidente che fosse inutile.
Avrei voluto darmi un contegno, farmi vedere più forte, ma il senso di colpa e la delusione di aver fallito, esplosero dentro di me.
Mi sentivo responsabile di quella situazione e non potevo perdonarmi, non fino a quando non lo avrei riportato a casa sano e salvo.

《Rose, adesso non ragioni... probabilmente è prigioniero in quella comunità, ma sta bene. Dobbiamo riprenderci e poi attaccare, ora siamo stanchi e senza un piano.》

Le sue parole mi fecero infuriare ancora di più, forse perché sapevo che aveva ragione, ma non potevo accettarlo.

《Andrò da sola, allora.》

Rick mi guardò, molto contariato, e mentre stava per controbattere a tono, altri vaganti ci attaccarono.
Usavo il mio coltello con una rabbia disumana, come se servisse a sfogare tutto quello che avevo dentro.
Quando riuscimmo a liberarci dall'attacco, uscimmo dalla farmacia per tornare dagli altri, qualunque cosa avremmo fatto, dovevano sapere tutti.
Rick spiegò la situazione, e la mia volontà di andare subito a cercarlo, creando molta confusione nella mente di tutti.

《Sentite, lo so che è rischioso, ma non posso tornare a casa senza di lui. Avevo il compito di salvarlo e non posso tornare a casa senza averlo portato a termine. Andrò da sola, non vi chiedo di venire con me, solo lasciate che vada...》

Le mie parole suonavano amare in modo tragico e sentii, negli sguardi dei miei compagni, molta comprensione.

《Verremo con te, prendiamoci solo questa notte. Portiamo le medicine a casa, e ripartiamo all'alba, sono solo poche ore, adesso siamo tutti troppo scossi. 》

La voce di Carol era impregnata di tristezza, ma anche di speranza.

Dopo un lungo momento di riluttanza acconsentì ad aspettare quelle poche ora che ci separavano dall'alba.
Avremmo preso altre munizioni ed escogitato meglio il piano.
Forse qualcuno sarebbe anche riuscito a riposare, di certo questo non valeva per me.

••• ○○○ ••• ○○○ •••

Arrivammo alla prigione che era notte inoltrata, io non avevo assolutamente voglia di stendermi o fare qualsiasi altra cosa.
Dovevo essere pronta per ripartire.

Carol, dopo molta insistenza, riuscì a convincermi a farmi entrare, avrei fatto una doccia veloce e poi sarei tornata fuori, ad aspettare.

Il gruppo che era rimasto alla prigione dormiva, e non si svegliarono quando arrivammo.
Feci piano e mi diressi alle docce, dopo poco sentii una voce che mi chiamava.

《Rose siete tornati, come stai? State tutti bene?》

Beth si era svegliata ed era dalla porta, di spalle, ancora con la voce impastata di sonno.

Io le spiegai quello che era successo là fuori, e tutte le preoccupazioni e i pensieri negativi si fecero largo in me.
Ero stufa di parlare, volevo agire.

《Beth, torna a letto, tra poche ore partiremo di nuovo.》

Lei cercò di consolarmi e di rassicurarmi, ma notando che l'impresa sembrasse impossibile, se ne andò poco dopo.

Uscii dalla doccia e dopo essermi vestita mi incamminai fuori, pronta per aiutare Rick che stava organizzando le armi e il piano, insieme a Glenn.

《Sono qui, come posso aiutare?》

Dissi con urgenza nella voce, e i due uomini mi guardarono con un pò di compassione, che non fece altro che innervosirmi di più.
Fortunatamente non provarono a mandarmi via.

《Ok, abbiamo deciso che con noi verrà anche Carl, non vuole stare senza fare niente. Ci muoveremo a gruppi : Tu ed io, insieme a Carl ci occuperemo di trovare Daryl, invece Maggie, Michonne, Glenn e Carol si divideranno per distrarre gli uomini di guardia al cancello.》

Il piano sembrava buono e una piccola speranza si accese in me.
Rick stava mettendo in macchina il necessario e Glenn stava caricando le armi per la battaglia.
Mi avvicinai al capo e gli chiesi :

《Rick, pensi che sarà vivo?》

Lui mi guardò con dolcezza, mi accarezzò la guancia e io mi lasciai un pochino andare.
Poi con fare paterno, rispose :

《Si, sono sicuro di sì. Il Governatore non sprecherà l'occasione di tenerlo prigioniero per trarne qualche vantaggio, ma noi lo libereremo.
È importante, vero, per te?》

Quella domanda mi fece gelare il sangue, e come mi ero sciolta, mi irrigidì di nuovo, come un pezzo di ghiaccio.
Non sapevo cosa rispondere e non sapevo nemmeno quello che stavo provando.
Lui cercò di colmare quel silenzio imbarazzante e continuò :

《Voglio dire, ho notato come hai reagito quando lui non era lì. Non è grave ammettere che tu sia preoccupata per lui.》

Non potevo credere che stessimo davvero parlando di quello, non ero tipo da affrontare certi discorsi e tanto meno con un uomo.
Non ero mai stata abituata, e questo mi mise ancora più in difficoltà.

《Rick, mi preme salvarlo perché era mio compito farlo. Ma solo perché è parte del gruppo, e ho imparato da voi che non si lascia nessuno indietro. 》

L'uomo davanti a me sorrise, sconfitto come sempre, ma, questa volta, mi diede l'idea di non essersi proprio bevuto quella spiegazione.

Ma, d'altronde, non sapevo nemmeno io che cosa provassi di preciso, in proposito.
Avevo solo il senso di colpa che mi attanagliava e la necessità di ritrovare Daryl, di saperlo al sicuro, poi sarebbe tornato tutto come prima.
L'odio sarebbe ripiombato in mezzo a noi e saremmo andati avanti.
Ma non potevo permettermi di vivere con il senso di colpa di aver lasciato un'altra persona da sola.
I ricordi inchiodarono la mia mente, cercai di scacciarli via e continuai ad aiutare Rick, in silenzio.

Poi, per non rimanere ferma, decisi che avrei portato le medicine che avevamo trovato in farmacia, nel piccolo ambulatorio della prigione.
Rientrai e presi il mio zaino, pieno di roba, poi mi incamminai.
Era buio, ma ormai conoscevo la prigione molto bene.
Appena arrivata cominciai a sistemare le fialette, cercando di dargli un ordine preciso, anche se ero molto disordinata di indole.
In seguito riposi nei vari cassetti le garze, bende e le siringhe.
Mentre stavo chiudendo la borsa l'occhio mi cadde sulla bandana di Daryl, quella che mi ero tenuta.
Era sporca del suo sangue.
La strinsi forte nella mano, incapace di identificare le emozioni che si districavano nel mio cuore.
Poi, con un sospiro, mi rimisi la borsa in spalla e tornai verso le celle.
Mentre percorrevo il corridoio buio sentii un'esplosione, il mio cuore ebbe un sussulto di paura e mi precipitai fuori.
Molte auto, furgoni e addirittura un carro armato, sostavano davanti alla nostra recinzione, i fari puntati verso di noi.
Rick e gli altri erano davanti al cancello, guardavano la scena impietriti quanto la ero io.
Mi avvicinai ad Hershel e Beth, erano tutti lì.
I loro sguardi erano molto preoccupati, cercai l'attenzione di Rick, poco distante da me, ma era troppo concentrato sulla scena.

Poi, come se non bastasse quello che avevamo davanti, il Governatore scese dal carro armato e si avvicinò alle reti, accompagnato da Merle ed un uomo con il volto coperto.
Il terrore prese il sopravvento su tutti noi ed i peggiori scenari passarono davanti alla mia mente.

《Rick, ve ne siete persi uno per strada.》

Merle levò il sacco dalla testa dell'uomo e con orrore ebbi la certezza che fosse Daryl.
Aveva il viso gonfio e gli occhi bassi.
Potevo immaginare fin troppo bene l'espressione vuota dei suoi occhi.

La rabbia, la mia più acerrima nemica, prese il sopravvento.

Presi la pistola e cominciai a correre.

Promise  |||  The Walking DeadDove le storie prendono vita. Scoprilo ora