In trappola

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Mi svegliai con un mal di testa insopportabile e del sangue sulla fronte.

Il sole era alto e sembrava una giornata bellissima.

Provai a tirarmi a sedere, dolorante in ogni punto del corpo, per poi ricordarmi quello che era successo.

Ero nel bosco, ci avevano attaccati, mi ero divisa dalla mia famiglia, la nostra casa era distrutta e Merle mi aveva inseguita.

Daryl non era con me, lo avevo abbandonato.

Cercai di capire dove fossi precisamente, ma non c'era molto da capire : ero nel bosco, di nuovo, da sola.

Tastai la mia fronte e mi ricordai che ero inciampata mentre correvo, e che avevo sbattuto la testa, poi solo il vuoto.

Il mondo girava ed ero parecchio confusa e stordita.

La paura e la disperazione pesavano sul mio cuore e, con difficoltà, riuscii a trattenere le lacrime.

Mi guardai intorno, dovevo essere sicura che non ci fossero vaganti e, soprattutto, che Merle non fosse vicino.
Avevo corso molto e, sicuramente, lo avevo seminato, ma non potevo rischiare di stare ferma troppo a lungo.

Mi alzai barcollante e, con la borsa a tracolla, ripresi a camminare.

Non avevo cibo, non avevo acqua, non sarei resistita in quel bosco molto a lungo.
Ogni mia speranza era completamente svanita, e mi decretai praticamente già morta.
Ero sola in quel bosco e non sapevo dove andare, con quello schifoso che mi cercava e la fine del mondo intorno a me.

Forse avrei dovuto semplicemente fermarmi e lasciarmi morire, come molte altre volte vedevo la morte sfiorarmi con un dito.

Dopo molti minuti di disperazione, mi convinsi che non potevo mollare, non ancora almeno.
Non fino a quando non avrei trovato gli altri.

Il senso di colpa per aver abbandonato tutti, soprattutto Daryl, mi accompagnava ad ogni passo e mi rendeva difficile persino respirare.
Ero stata talmente vigliacca e codarda da andarmene, senza nemmeno aiutarlo.
Non sapevo se fosse ancora vivo, e se non lo era non potevo non prendermi la colpa.

Il pessimismo e l'odio verso me stessa mi invasero come non facevano da molto, e mi ritrovai a camminare con la vista annebbiata e le palpitazioni.

Camminai per molte ore, invasa da pensieri e da dubbi, poi, come per miracolo, vidi una vecchia casa poco distante da me.
Uccisi un gruppo di vaganti ed entrai senza problemi.
Mi dissi che non meritavo tutta quella fortuna, eppure sembrava che Dio mi avesse assistito, ma nel momento sbagliato.

La casa era molto sporca e vuota, nessuna traccia di cibo o di acqua.
In una piccola camera trovai un letto mal messo e mi ci sdraiai.

Avrei voluto dormire per sempre.

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Mi svegliai di soprassalto, un rumore mi aveva spaventata ed il mio cuore batteva forte.

Qualcuno stava combattendo contro dei vaganti, sentivo delle voci e dei chiari rumori di lotta.

La paura, come ormai faceva spesso, si impossessò di me e mi bloccò.
Sarebbero entrati nella casa a breve, mi avrebbero trovata e non avrei potuto fare niente.

Tirai fuori dalla fondina la mia pistola e mi nascosi, non ancora del tutto sconfitta.
Il pensiero della mia promessa e della mia famiglia, mi diede la forza necessaria per fare almeno quello.

Le voci sembravano sempre più vicine, erano tutti uomini e non dovevano essere più di quattro.
Inconsciamente mi ritrovai a sperare che non fossero persone cattive, forse mi avrebbero semplicemente aiutata o lasciata stare. Non erano tutti cattivi, giusto?
Provai a convincermene ma la diffidenza vinceva sull'ottimismo e la buona fede.

Promise  |||  The Walking DeadDove le storie prendono vita. Scoprilo ora