Gloria

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"Andare avanti e poi tornare al punto di partenza, per poi ricominciare la mia corsa senza meta.
È così che amo fare per la voglia di non perdermi più niente del percorso nella gara della vita.
Dove correre non basta devi andare più veloce e spesso c'è da perdere amicizie e falsi amori, ma rientra nella norma mi ci sono abituato, mi basta sapere che...
io non ho perso tempo, ho preso vento per gonfiare le mie vele e navigare in mari sconosciuti, io non ho perso tempo a volte ho perso me per poi ritrovarmi e ripartire
Ancora verso te."

(Ermal Meta "il vento della vita")

Con gli occhi ancora chiusi tasto il comodino per cercare il cellulare.
Da un po' di tempo a questa parte, ho deciso di impostare la sveglia con questa canzone, è diventata indispensabile per motivarmi e darmi la giusta carica per affrontare una nuova giornata.
Come di routine digito il PIN, beh non penserete per caso che il riconoscimento facciale funzioni?
Apro Whatsapp e leggo i messaggi di buongiorno che arrivano dai vari gruppi, rispondo a mia volta e riponendo il cellulare sul comò, do il via alla giornata.

«Forza Gloria, caffè e si comincia!»

Ripeto a me stessa, con la speranza che dicendolo ad alta voce, possa trovare la grinta giusta per sbrigarmi.
Indosso i miei pantaloni neri, una maglietta glicine con scollo a barca e scarpe rigorosamente basse!
Lo so, lo so, non si addicono a una segretaria, ma con il capo abbiamo trovato il giusto compromesso;
le mie Chanel tacco 12 sono riposte nell'ultimo cassetto della scrivania così, in caso di emergenza, sono a portata di mano.
Concorderete con me che per rispondere al telefono, organizzare l'agenda del capo, fare qualche fotocopia e preparare del caffè, non siano indispensabili calzature che, di sicuro vanno a completare un dress code impeccabile, ma che tormenteranno i miei piedi per un'intera giornata.
Però nel caso in cui dovessi ricevere dei clienti, apro il cassetto et voilà! Miss Mancini pronta all'azione!
Certo la magia è possibile grazie al benestare di Luca, il mio capo nonché migliore amico.
In effetti credo proprio che nessun altro me l'avrebbe permesso.
Finalmente pronta, prendo tutto il necessario, apro la porta e do un ultima occhiata attraverso lo specchio posto all'ingresso.
Questi ricci, non riuscirò mai a domarli! Rassegnata esco di casa per raggiungere l'ufficio così da poter iniziare definitivamente la mia giornata lavorativa.

Durante il tragitto verso la sede dell'agenzia di marketing per cui lavoro, penso a quanto la mia vita sia cambiata nel giro di poco tempo.

(Flashback)

Con i sacchetti del pranzo in mano, vado verso l'ufficio di Stefano, ho finito prima la commissione e ne ho approfittato per prendere del sushi e fare una sorpresa al mio fidanzato. È da un po' che non riusciamo a ritagliarci del tempo per stare insieme durante la giornata. All'inizio cercavamo di trovare anche solo cinque minuti e, con la scusa del caffè, farci qualche coccola.
Apro la porta e non immaginerete mai cosa vedono i miei occhi.
Tranquille non sforzatevi, ve lo dico io: Stefano che dà una ripassata alla pratica "tette siliconate" della segretaria.

«Gloria tesoro! Che ci fai qui?»

Mi chiede con quella faccia da pesce lesso che si ritrova. Ha la stessa espressione di un bambino appena colto con le mani nella marmellata.

«Eh già, stai a vedere che ora sono io quella che è nel posto sbagliato, vero?»

Glielo dico abbastanza seccata, sperando non stia per dire ciò che penso, ti prego Stefano almeno sii originale e soprattutto onesto.

«No piccola, non è come pensi.»

Ecco lo sapevo, l'ha detto!
Tipica frase sbagliata detta nel momento ancor più che sbagliato.
Io non so perché gli uomini pensino che possiamo davvero essere così stupide da lasciarci raggirare con una frase del genere!
In una situazione più che ovvia, cosa mai può essere diverso da quello che stiamo pensando?
È lì, davanti ai nostri occhi, possiamo mai credere ad altro? Qualcuno ha davvero mai pensato che una scena del genere potesse avere una spiegazione diversa?
Io credo proprio di no!

«Quindi, non stavi testando che le nuove protesi di Barbie Malibu stessero cedendo? »

«Ma come ti permetti? Io sono tutta naturale!»

Ha il coraggio anche di parlare miss silicone!
Da quella risposta capisco che non c'è da perderci tempo, non devo dare soddisfazione a nessuno lì dentro se non a me stessa. Così, mi avvicino alla scrivania, poggio i sacchi del pranzo e mi volto per andare via.

(Fine flashback)

Con quella porta chiusi definitivamente anche un capitolo della mia vita, lasciai il lavoro di assistente presso lo studio di Stefano, così come il suo appartamento dove vivevo da due anni.
Lui ha tentato in ogni modo di parlarmi e farmi cambiare idea, ma per me ormai la questione era chiusa.
Addio avvocato Stefano Corsi, pratica archiviata!

Certo non è stato facile, stavamo insieme da quattro anni, ma a quanto pare lui aveva bisogno di revisionare pratiche per tutta Milano. Eh sì, avevo scoperto che Barbie Malibu non fosse l'unica, sembra si sia ripassato tutta la Mattel!

Fondamentale è stato l'aiuto di Luca, mi ha offerto la stanza degli ospiti del suo appartamento fino a quando, un mese fa, ho trovato il grazioso monolocale dove vivo ora. Cosa più importante, mi ha assunto come segretaria alla Ricci&Greco grafica e comunicazione. A dirla tutta non è che ne avessero proprio bisogno, però lui sa che non avrei mai accettato un aiuto economico da parte sua in attesa di un lavoro più consono ai miei studi: giurisprudenza.

Come Luca, fin da bambina, ho sempre adorato trovare un modo originale per convincere chiunque a comprare qualsiasi oggetto trovassi. Preparavo tanti disegni che presentassero tutti i vantaggi dell'oggetto in questione e nessuno riusciva a dirmi di no. In futuro, poi, la mia originalità mi ha portato spesso ad aiutare Luca con i progetti che preparava per potenziali clienti. Al momento della scelta del percorso di studi, però, mi arresi all'idea di iscrivermi a giurisprudenza per fare felice il mio papà.
Ci teneva così tanto e io non volevo deluderlo, stava già combattendo contro la sua malattia non volevo dargli alcun tipo di dispiacere.

Peccato però che non sia vissuto abbastanza a lungo da poter partecipare alla mia cerimonia di laurea. Sono sicura che insieme alla mamma, lì dove si trovano ora, abbiano applaudito fieri alla proclamazione: "Per l'autorità conferitami dal Magnifico Rettore la dichiaro dottoressa in giurisprudenza."

Penso di aver reso davvero felice mio padre quel giorno, ma ora so che lui vorrebbe vedere anche la mia di felicità. Lavorare con Luca, quindi, mi darà l'opportunità di dare sfogo alla mia creatività e mettere a frutto tutte le scuole che ho frequentato parallelamente al mio tirocinio, perché dopotutto non ho mai abbandonato definitivamente il mio sogno.

Arrivata al parcheggio dell'agenzia vado verso il posto auto a me destinato e spengo il motore. Mentre recupero la borsa sento un rombo che riconoscerei tra mille: ed eccolo lì!
Il mio supporto, la mia ancora di salvezza, l'unico che c'è sempre stato: Luca Greco socio dell'azienda.

Parcheggia la moto, toglie il casco e mi rivolge uno dei suoi splendidi sorrisi che mi scaldano sempre il cuore.

Alt! Alt! Alt! So già cosa state pensando: "Gloria, hai per caso dimenticato di dirci quanto sia incredibilmente sexy? E tu vorresti farci credere che siete solo amici? "

Ebbene sì, siamo solo amici! Non ho mai pensato a Luca in quel senso e sono sicura che per lui sia lo stesso. È sempre stato protettivo, attento, dolce e premuroso proprio come un fratello. Mi ha sempre difesa da bambina quando a scuola mi prendevano in giro, mentre al liceo allontanava tutti i malintenzionati. Ricordo quando conobbi Stefano, prima di accettare l'idea che ci frequentassimo, gli ha fatto il terzo grado e lo teneva sempre d'occhio.
Inutile dire che, appena gli ho raccontato dei sui tradimenti, non si è mostrato affatto sorpreso.

«Salve capo! »

«Buongiorno dottor Scholl!» dice guardando le mie comodissime scarpe.

Scoppiamo a ridere e, mentre prende la mia borsa, avvolge le mie spalle con un braccio. Lo saluto con un bacio sulla guancia e ci avviamo verso l'entrata dell'agenzia.

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