Pov Riccardo
Mi sveglio con un forte dolore alla testa. Ho la vista ancora annebbiata mentre cerco di mettere a fuoco la stanza. Come appena i miei occhi si abituano alla luce, vedo Gloria ancora stesa sul divano legata mani e piedi, poi tutto riaffiora, la botta alla testa e lei che mi guarda con una mazza tra le mani, mentre mi dà del rammollito. Cerco di muovermi per raggiungere Gloria, ma mi rendo conto solo ora che sono immobilizzato. Sono legato anch'io e non riesco a spostarmi nemmeno di un millimetro.
«Gloria, Gloria... Gloria mi senti?»
Nulla non mi risponde, non si muove e io non posso raggiungerla.
«Cazzo Mancini! Svegliati!»
«È inutile che ti agiti l'ho imbottita di sedativi.»
Mi agito sulla sedia, cercando di liberarmi, ma più strattono le corde, più si stringono attorno ai miei polsi.
«Tesoro, agitarti non serve a nulla.»
Si avvicina, si siede sulle mie gambe, stringe il mio volto nella sua mano e mi bacia. Mai come questa volta le sue mani su di me, mi danno il voltastomaco.
«Che c'è? Non ti sei mai lamentato prima di avermi addosso...»
Giro il viso rivolgendo lo sguardo a terra. Devo pensare a come potermi liberare e soprattutto a come farle credere che non sia cambiato nulla.
Ma conoscendola, non sarà facile.«Non mi sto lamentando...slegami, voglio divertirmi anch'io.»
«Mi hai preso per stupida, forse?»
Lo sapevo che non sarebbe stato facile...
«Mi spieghi perché? Cos'ha lei che io non ho? Tu eri perfetto per il piano e invece hai rovinato tutto! Perché anche tu ti sei lasciato incantare da lei, perché?»
Si alza e comincia a camminare nervosamente avanti e indietro. Ha le mani che le tremano, è agitata perché nemmeno lei aveva previsto di arrivare a tanto. Questo per quanto possa darmi un vantaggio sulle sue mosse che non ha previsto, resta comunque un problema, perché è allo sbaraglio e non posso prevedere quanto possa diventare pericolosa.
«Sono anni che pianifico la mia vendetta, da quando da ragazzine è cominciata a diventare un peso. Si è presa tutto, l'affetto di mia madre e ora anche te.»
«Valentina, tesoro ascoltami, non è così. Io voglio te, lo sai! Ti prego liberami, possiamo ancora rimediare.»
«Certo, come no.»
«Si, ascolta. Ora devi andare via da qui e da Milano, dimmi un posto, lo sai non è un problema.»
«Zitto, devi stare zitto! Devo pensare...pensa Valentina, pensa.»
«Ascolta, tesoro. Io ti raggiungerò presto. Aspetterò che Gloria si risvegli, la porterò a casa e mi organizzo per venire da te al più presto.»
Rimane in silenzio, magari ci sta riflettendo e riesco a convincerla.
Non credevo potesse arrivare a tanto, ho bisogno che qualcuno mi aiuti. Forse c'è solo una persona che può riuscire a farla ragionare.
Il suono di un cellulare mette in allerta Valentina. Si avvicina al tavolino, non avevo visto che sono lì posizionati, sia il mio che quello di Gloria. Guarda per capire quale abbia suonato e lo prende.
Va verso Gloria e le prende una mano. Dito dopo dito cerca quello giusto per poter sbloccare il telefono. Passano alcuni secondi mentre legge il messaggio ricevuto da Gloria e sul suo volto si delinea una smorfia di rabbia. Si volta verso di me si affretta a raggiungermi, mi mette il cellulare a pochi centimetri dal viso e mi invita a leggere un messaggio che le ha inviato Luca.
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ChickLitLa vita spesso ci mette davanti a delle scelte, fare quella giusta a volte è doloroso. Riuscirà Gloria a trovare la sua felicità?