Sbronza

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Pov Luca

So che avevo detto che l'avrei lasciata andare, so che prima o poi l'avrei vista tra le braccia di un altro e probabilmente avevo intuito fosse lui, ma saperlo ora, in quel modo è stato un pugno allo stomaco.
Ho visto il dispiacere nei suoi occhi, ho avvertito la paura che aveva nel dovermi dire la verità, ho sentito il suo sguardo su di me mentre ho scelto di andare via e se conosco la mia piccola Gloria, so quanto
dispiacere la mia reazione possa averle recato. Ma non potevo più stare in quella stanza, non potevo rischiare di prendere a pugni di nuovo qualcuno sotto i suoi occhi e soprattutto non potevo starle accanto per
dirle che sarebbe andato tutto bene.
Già... quante volte ho dovuto abbracciarla e ripeterle che ce l'avrebbe fatta, quante volte ho asciugato le sue lacrime, ma da ora non potrò essere la sua spalla, ma a quanto pare, ha comunque trovato qualcuno che prenderà il mio posto pure per quello.

Sto girando in auto da almeno due ore, ma c'è un solo posto dove voglio andare in questo momento.
Arrivato a destinazione, entro, mi siedo al bancone e ordino da bere.

«Whisky doppio... liscio!»

In pochi secondi il barista fa scivolare il mio bicchiere sul bancone che affero e butto giù tutto d'un fiato.

«Un altro per favore.»

Il barista ancora una volta asseconda la mia richiesta. Anche questa volta quel liquido attraversa la mia gola fino ad arrivare allo stomaco che comincia a bruciare in poco tempo.

«Lascia qui la bottiglia.»

«Ehi amico, forse è il caso...»

«Forse è il caso che ti faccia i cazzo tuoi e mi lasci quella dannata bottiglia.»

E così fa, il suono del cellulare mette distanza tra me e l'alcool che ho deciso sarà il mio siero per dimenticare. Guardo lo schermo ed è lei.
Chiudo la telefonata e mi avvento sulla bottiglia, ma ancora una volta quel maledetto cellulare comincia a vibrare nelle mie mani.

"Lasciami in pace! Non voglio sentire la tua voce né le tue spiegazioni del cazzo... ok? Dimenticati di me... cancella il mio numero, fa ciò che vuoi ma non voglio vederti mai più!"

Chiudo la telefonata e faccio per scagliare il cellulare contro il muro.

«Da qua amico, te lo tengo io. Non ti darà fastidio nessuno.»

Faccio come dice il barista e ritorno a fare ciò per cui sono venuto. Bere e dimenticare!

Pov Gloria

Usciti dall'ufficio, Jacopo mi ha riaccompagnata a casa. Durante il
tragitto, solo il ritmo incessante dei miei singhiozzi spezzava l'assordante silenzio dell'abitacolo.
Arrivati a casa sono corsa nella mia camera, gettandomi sul letto. Sarà cambiato l'appartamento, saranno diverse le lenzuola, ma è sempre pronto ad accogliere il mio dolore, è qui ogni volta ad asciugare le mie lacrime.
E mentre sono qui a disperarmi due braccia mi avvolgono accogliendo il mio corpo stanco.

«Mi... sigh dispiace sigh. Non volevo sigh...»

Il mio pianto incessante non mi dà tregua, vorrei scusarmi con lui, perché non merita di vedere la mia disperazione per un altro uomo, anche se quell'uomo ha un'importanza diversa.

«Shhh... tranquilla, non piangere... si risolverà tutto te lo prometto.»

Lo guardo e mi chiedo come possa meritare un uomo così buono, gentile e premuroso accanto a me.

«Sai cosa facciamo ora? Ti preparo una tisana così ti tranquillizzi e poi un bel bagno caldo. Vedrai, ti farà bene.»

Annuisco e ritorno ad abbracciare il cuscino mentre lui si avvia verso la cucina. Un pensiero si fa spazio nella mia mente, recupero il cellulare e scorro la rubrica fino ad arrivare al suo contatto.
Avvio la chiamata, sperando che abbia il telefono accesso e dopo pochi secondi
lo sento squillare.
C'era da aspettarselo dopo qualche squillo ha chiuso la telefonata.
Sarò anche masochista, ma ci riprovo, ho bisogno di sapere come sta non sarà di conforto sentire il suo disprezzo, di sicuro non starà meglio di come sto io in questo momento, ma sentire la sua voce per me è importante e, inaspettatamente, risponde.

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