Addio

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Lo sentite anche voi?
Chiudete gli occhi, fate un respiro profondo e concentratevi.
Ora lo sentite, vero?
Quello scricchiolio quasi sordo, che precede un lieve tonfo, anch'esso
con un suono quasi muto.
Il mio cuore! Frammento dopo frammento si sta sgretolando, sta lasciando il mio corpo stanco anch'esso di doversi ricostruire pezzo dopo pezzo, per poi rompersi di nuovo.
Lui è stanco, io sono stanca.
Sono qui fuori da almeno dieci minuti da quando Riccardo se n'è andato sottolineando, ancora una volta, di fare la scelta giusta.
Quale sarebbe secondo voi la scelta giusta?
Mandarlo a quel paese e poi? Come va, va?
Chiedere l'aiuto di Luca?
E poi chi aiuterà lui a uscirne illeso?
Parlare con Jacopo?
Certo, lui non ci penserebbe un attimo ad affrontare Riccardo...
E poi?
Come posso guardarlo ancora negli occhi e non sentirmi in colpa per essere stata la causa dei suoi mali?
Non è facile affrontare Riccardo, lui non si muove se non ha già ponderato ogni mossa. Lui ha già la soluzione a ogni imprevisto che gli si presenti e ogni volta è sempre più forte della precedente.
Ed io?
Posso essere considerata una debole, una senza carattere, una fifona...
forse è così, probabilmente avete ragione.
Posso solo dire che io amo, amo con tutta me stessa Jacopo da non voler vedere come potrebbe soffrire giorno per giorno.
So già cosa volete dirmi... Gloria, non credi che così soffrirà per te?
Non soffrirà lo stesso per amore?
Si, ma le pene d'amore, prima o poi passano. Potrà ritornare ad amare ed
essere felice, continuando ad avere la sua vita, così come l'ha pensata, voluta, costruita.
Ora, so solo di dover rientrare e fare come se nulla fosse successo, come se nulla fosse cambiato, come se nulla mi avesse turbato.
Vado verso l'entrata e vedo venirmi incontro quegli occhi stupendi che sempre mi danno conforto, amore e felicità. Come farò a farne a meno?

«Ehi, che fai qui fuori?»

«Avevo bisogno di un po' d'aria.»

«Perché non mi hai chiamato? Ti avrei fatto compagnia.»

«Ma no tranquillo, stavate giocando... non avrei mai osato disturbarvi.»

Cerco di tenere un tono sicuro e quasi allegro anche se dentro sto piangendo tutte le mie lacrime.

«Stai tremando... vieni qui!»

Rientrando mi stringe forte a se, facendo aderire il mio corpo al suo. Appoggio la testa al suo petto e mi lascio riscaldare dalle sue forti braccia mentre il ritmo del suo cuore mi culla.
Seduta al tavolo, tutto ciò che accade mi passa davanti come se io non fossi qui. Sono in uno stato di anestesia cosciente. Il mio corpo è qui, fermo, assente mentre la mia mente assorbe ogni informazione senza, però, permettermi di reagire.
Osservo Adele e Luigi che ridono felici, Sonia in pista che balla con qualcuno e Sara che ascolta Luca con il solito rossore sulle guance. In un altro momento mi sarei concentrata ad ascoltarli, avrei scambiato con Adele degli sguardi d'intesa e con un sorriso sarei riuscita a rassicurare Sara. Ma ora non ci riesco, mando giù un ultimo sorso di birra per annaffiare i miei pensieri con l'alcol e renderli più leggeri.

«Tutto bene?»

«Portami via.»

E salutando tutti lasciamo il locale.

. . .

Ho deciso che questa notte la passerò con lui, lo amerò con tutta me stessa mi godrò ogni singolo istante di tutto ciò che mi regalerà. Ogni suo abbraccio, bacio, carezza, sguardo, ogni singola parte di lui e dell'amore che ci doneremo, sarà impressa nella mia mente e nel mio
cuore. Rivivrò in loop questa notte per il resto della mia vita.

«Amami, amore mio! Amami come sai.»

Si avvicina e mi sfiora le labbra, chiudo gli occhi e comincio a gustare ogni singolo movimento delle nostre labbra. La sua lingua piano, quasi a bussare si fa spazio fino ad assaporare la mia e il mio cuore si inonda d'amore.

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