Rivelazioni

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«Tu?»

Continua ad avvicinarsi costringendomi sempre più ad attaccarmi alla parete, sento il suo respiro caldo sul collo mentre si avvicina al mio orecchio.

«Che c'è zuccherino, ti sei persa?»

«Spostati, non sono in vena di scherzare.»

«E chi ti dice che io stia scherzando?»

Cerco di spingerlo con tutta la forza che ho ma, per quanto mi sforzi, non riesco a spostarlo nemmeno di un millimetro.
Riccardo è un uomo alto, muscoloso, mentre io sono piuttosto gracile, non potrei mai sperare di riuscire ad allontanarlo.
È a pochi centimetri da me, sento il suo fiato sul collo e ho il terrore che continui ad avvicinarsi. D'istinto sposto il viso di lato e i miei capelli ricadono sulla guancia, ma lui, imperterrito, con una mano sposta i miei ricci per avvicinarsi ancora di più. È a un soffio da me, fa per baciarmi ma poi si blocca.

«Io e te dobbiamo parlare.»

«Cosa vuoi?»

Gli rispondo a muso duro, riacquistando tutta la sicurezza che poco prima vacillava a contatto con lui.

«Innanzitutto che la smettessi di parlarmi così, la tua arroganza può anche essere eccitante, ma dobbiamo ristabilire i ruoli... Gloria»

«Posso sapere di cosa stai parlando?»

«Che fino a prova contraria, sono il tuo capo, anche se fate finta che non sia così! Inoltre da domani in ufficio, ti pregherei di essere più accomodante, sempre se davvero ci tieni al tuo amico.»

«Cosa vuoi dire?»

«Tu sai chi conta davvero in agenzia? Anche se io e Luca figuriamo come
soci, sai benissimo che i fondi provengono dalle tasche di mio padre e, soprattutto, che sono il socio azionario di maggioranza!
Questo deve farti capire che, se le cose non cominciano ad andare a mio piacimento, qualcuno si ritroverà senza lavoro. E questo a prescindere da che si tratti di una segretaria o un "socio".»

Lo guardo scioccata, sono davvero senza parole, non riesco proprio a capire cosa voglia da me e soprattutto perché tirare Luca in ballo. È vero che da quando lavoro per loro non ha mai risparmiato battute e
sguardi indecifrabili, ma non è mai andato oltre. Ha sempre rispettato il fatto che fosse Luca il contatto diretto per tutto ciò che riguardasse il lavoro. Perché ora questo cambiamento?

Si avvicina alle mie labbra, le sfiora quasi con le sue, mi tiene ferma dai fianchi e istintivamente chiudo gli occhi. Sento il suo respiro caldo, che sa di alcol misto a fumo, sempre più vicino e comincio seriamente a tremare.

«Ti...ti prego, lasciami andare.»

La mia supplica è un filo sottile che sussurro a fior di labbra e poco alla volta lo sento liberare la presa e lasciarmi andare.

«Allora... Intesi?»

Abbasso il capo e annuisco silenziosamente

«Niente scherzi zuccherino, mi basta una telefonata e il tuo amico si ritroverà in mezzo alla strada.»

Fa per andarsene ma si volta raccomandando un'ultima cosa.

«Naturalmente da domani oltre a essere gentile e accondiscendente, cerca di mantenere le distanze con Greco. Qualsiasi cosa tu debba fare per allontanarlo, falla entro stasera!»

E se ne va.
Non ho capito bene cosa sia successo, ma di certo le sue parole e il suo tono sicuro e autoritario mi hanno letteralmente
impietrita. Ho sentito un brivido percorrere la mia schiena all'udire le
sue minacce nemmeno troppo velate e la cosa peggiore è che ha messo in mezzo Luca e io non posso permettere che lui perda il suo lavoro. Non può vedere vanificare i suoi sacrifici, il bene che gli voglio va oltre la mia avversione per quell'uomo.

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