Chapter 37

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Past

Così le prese la mano, la guardò e le sussurrò un leggero grazie.

Bil non sapeva bene come rispondere, alzò lo sguardo al cielo e una lacrima le scese.

Ad un tratto la porta scorrevole si aprì ed uscì un medico. Portava un lungo camice bianco che gli arrivava fin sopra le ginocchia, aveva poi una camicia grigio chiaro ed una cravatta blu che nascondeva sotto al camicie abbottonato. Con passi decisi si avvicinò a Bil e Robert che come lo videro andare verso di loro si raddrizzarono di scatto. Il medico si portò sulla testa gli occhiali da vista che stava indossando, si toccò il fonendoscopio che portava al collo, poi il suo sguardo si rivolse verso Rob: le devo parlare in privato disse il medico. Rob osservò Bille lei non può ascoltare? il dottore scosse la testa in segno di negazione, così Rob si alzò e seguì il dottore dirigendosi dall'altra parte della stanza. Il cuore gli batteva a mille e le mani iniziarono a sudare. Billie da lontano cercava di tenere sott'occhio la situazione. Vedeva il medico gesticolare, ma era troppo lontano da capire almeno il labiale. Rob era di spalle, quindi era impossibile capire le sue espressioni.

La porto da sua figlia disse il medico facendogli strada. Per Robert quelli sembravano essere i passi più pesanti e lunghi di tutta la sua vita, sembrava esser un viaggio infinito. Il medico percorreva alla velocità della luce scalini e sotterranei. Ad un certo punto si trovarono davanti ad un lunghissimo corridoio con mille porte chiuse. Il dottore continuò la sua camminata fino a quando finalmente non si fermò davanti alla camera 217.

Lei è qui disse. Delicatamente aprì la porta e Robert si trovò sua figlia distesa su un letto con le lenzuola bianche e un copriletto blu. Sul volto teneva gli occhialini per l'ossigenoterapia, sul braccio invece c'era una flebo e l'indice della mano sinistra era avvolto da un piccolo strumento che misura il livello di ossigeno nel sangue e i battiti cardiaci. I suoi lunghi capelli erano adagiati sul cuscino lisci e pettinati accuratamente dal personale dell'ospedale, aveva poi gli occhi chiusi e silenziosamente respirava.

Vada da sua figlia e le stringa la meno disse il medico con un basso tono di voce.

Così Rob allungò il passo e andò verso da lei. La guardò con occhi colmi di speranza nel poterla rivedere sveglia, allegra e con il sorriso stampato sulle labbra, era proprio così che lui immaginava sua figlia, sorridente e felice, poi le prese la mano. A quel tocco una scossa invase il corpo di quel padre che sperava di poter riabbracciare sua figlia e scoppiò a piangere. Il medico si avvicinò a lui e gli mise la mano sulla spalla. Dovete parlarle disse raccontatele cose belle, ricordi divertenti. Tutto ciò aiuta molto. Rob annuì con ancora le lacrime che non terminavano.

I secondi e i minuti passavano e nessuno andava a darle notizie. Aveva visto Robert camminare con passi svelti dietro al medico, poi nulla più. L'ansia la stava divorando e aveva bisogno di sapere, così andò a bussare freneticamente alla porta dello stanzino di medici e infermieri. Una ragazza in divisa aprì la porta cosa succede? chiese. Sapete dirmi qualcosa su Stefani? Se sta bene, dove l'avete portata. La prego mi dica qualcosa

La ragazza si passò le mani sulla divisa color azzurro chiaro per privacy non posso darle informazioni, mi dispiace e chiuse la porta. Bil sospirò così tornò a sedersi. La porta scorrevole continuava ad aprirsi e chiudersi, ormai Bil fissava quella porta con la speranza che qualcuno andasse da lei per darle buone notizie. Il tempo passava e nessuno che conosceva usciva da quella porta. Si immaginava di vedere la sua bella Stefani, con il suo vestito azzurro con fiori bianchi che tanto le piaceva, se la immaginava uscire proprio da li, mentre si accarezzava i lunghi capelli morbidi che le facevano da cornice il viso.

Sto bene amore mio

Queste parole riecheggiavano nei pensieri di Billie, sentiva la sua voce.

Continuava ad osservare quella porta e quando questa per l'ennesima volta si aprì Bil provò ad immaginare chi sarebbe uscito, un signore, una donna, un dottore? Si immaginava una donna, con i capelli ricci raccolti in una coda alta indossava un abito lungo rosso. Invece uscì un signore anziano con una camicia bianca e dei jeans. A seguire da quella porta uscì una figura maschile, l'uomo era brizzolato e a quella vista Bill di scatto si alzò: era Robert. Si avvicinò sempre di più a lei e quei secondi sembravano essere infiniti .

Sembra che stia proprio dormendo, vai da lei e parlale

Silenzio

E' nella stanza 217 le mise la mano sinistra sulla spalla, poi l'abbracciò. Bil rimase immobile per qualche secondo e quando capì l'amore che c'era in quell'abbraccio ricambiò il gesto.

Bil cercò suo fratello e gli fece segno che stava andando da Stefani.

Percorse il lungo corridoio osservando attentamente ogni singolo numero delle camere.

207, 213, 2015... 207 alla vista di quel numero attaccato alla porta il cuore fece un battito più forte del dovuto. Si fermò, mise la mano tremante sulla maniglia e lentamente l'aprì. Non sapeva in che condizioni l'avrebbe potuta trovare. Fece poi un passo e come la vide le scese una lacrima che però cacciò via con il palmo della mano. Prese la sedia che si trovava alla sua destra e la poggiò accanto al letto. Si sedette e tremante, le prese la mano che poi si portò vicino al petto avvolgendola in un abbraccio bagnato di lacrime.

Rimase così, come se si fosse immobilizzata poi si fece forza e iniziò a parlarle sottovoce sei bellissima

Le accarezzò i capelli che tanto di lei amava, poi passò al volto e con le dita sfiorò ogni suo lineamento, prima la fronte, scese al naso, l'arco di cupido per poi finire alle labbra che aveva baciato così tante volte. La toccò pensando che quello fosse il volto più bello dell'intero mondo e rimase incantata nel guardarlo. La voglia di poterla abbracciare le fece venire un brivido lungo tutto la schiena, così spostò la sedia, si tolse le scarpe e con delicatezza si sedette sul letto, portò le gambe sopra ad esso e poi avvolse Stefani con le sue braccia, le diede un bacio sulla fronte, in segno di protezione e amore puro, poi portò la testa accanto alla sua, chiuse gli occhi e in poco tempo si addormentò. Un rumore improvviso svegliò Billie.

Signorina mi dispiace, ma l'orario delle visite è giunto al termine

Bil si sfregò gli occhi, li aprì e guardò fuori dalla finestra. Il cielo era buio, si era fatta sera.

Mi scusi, vado via disse mentre scese dal letto.

Signorina, vada a casa a riposarsi,potrà tornare domani mattina alle otto.

L'infermiera si mise di lato per far uscire Billie, che prima di andare via si porse verso Stefani e le diede un caloroso bacio sulle labbra che tanto le erano mancate.

Non si staccò subito, con la speranza di essere ricambiata, era abituata a questo, ogni volta che la baciava Stefani intensificava sempre il bacio, ma quella volta fu diverso. A quella mancanza Bil serrò le labbra, strinse i denti e si staccò.

Ci vediamo domani amore mio.

Con passi pesanti tornò nella sala d'attesa di prima, Finneas le andò incontro ti saluta Robert. Billie aveva lo sguardo perso andiamo a casa disse. Il fratello annuì, poi si tolse la felpa e la porse alla sorella indossala, fa freddo.

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