Chapter 25

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"...Billie era li, immobile. All'improvviso è come se avesse perso la capacità nel muoversi, non riusciva più a dare ordini al suo corpo. Clar se ne accorse, così si avvicinò ancora di più, fino a quando le loro labbra si toccarono. Quel bacio fece pulsare il sangue a Bil, e come se il suo corpo riuscì a sbloccarlo la spintonò via, con il triplo della violenza che aveva usato prima. Una lacrima le scese dal viso"

Past

Il viaggio sembrava non finire più, l'ansia era alle stelle e la paura di poterla perdere la mangiava viva. Clarie era ripiombata nella sua vita come una bomba a mano, inaspettata e violenta. Man mano il sole incominciava a farsi vedere e timidamente si alzava nel cielo azzurro. Le nuvole erano poche, tanto da riuscire ad intravedere qualche piccola stella che si sarebbe nascosta nel cielo con il passare dei minuti.

"Ah, le stelle... brillano di luce propria e qualsiasi sia la loro luce in un modo o nell'altro rimangono meravigliose"

Pensò Billie.

Il viaggio fu silenzioso e nonostante Bil avesse sonno non riuscì a chiudere occhio.

Appena riconobbe il vialetto di casa di Stef il sonno che aveva le scomparve immediatamente ed il cuore palpitò rumorosamente, tanto che le sembrò per un istante di sentilo davvero.

"Tutto bene?" chiese Fin alla sorella mentre cercava di parcheggiare l'auto.

"No, ma adesso scendo e vado da lei, devo affrontare la situazione"

Fin spense il motore, si slacciò la cintura e si sistemò per guardare la sorella che era accanto a lui "sei una ragazza con le palle, vai da lei e non farla andare via. Io ti aspetto qui".

Bil annuì senza dire altro, si tolse la cintura, guardò dritta davanti a se e sospirò. Poi aprì la portiera e scese dalla macchina dirigendosi a passi svelti verso il portone di Stefani. Erano le otto del mattino, Robert era già uscito per andare al lavoro e Bil lo sapeva perché l'auto non c'era. Le sudavano le mani, così se le passò sui vestiti con i quali si era esibita la sera precedente, non aveva nemmeno pensato di cambiarsi.

Mise la mano in tasca, strinse il piccolo peluche e si guardò attorno. Il giardino era bellissimo, tutto curato e pieno di fiori colorati, proprio come piacciono a Stefani.

I secondi passavano e Bil non si decideva a suonare quel dannato campanello. Il suono del clacson di suo fratello la riportò nel mondo reale. Al che si girò e con la testa annuì al fratello,  per fargli vedere che c'era e che a momenti avrebbe schiacciato quel campanello.

Così senza girarsi intorno tirò su la mano e suonò.

Dopo poco la porta si aprì e appena vide il volto di Stef sorrise. Aveva il pigiama e si era svegliata da poco. Aveva i lunghi capelli raccolti in una coda alta, per non parlare del viso: nudo. Non indossava nessun tipo di trucco, solo la crema che emanava ancora un dolce profumo. I suoi occhi verdi fissavano il volto di Billie i quali ricambiavano lo sguardo e senza vedere le sue labbra, capì dalla curvatura degli occhi che Stef stava sorridendo. Al che sorrise anche lei, ma appena le venne in mente il motivo per il quale si trovava li il sorriso le andò via e nel suo volto calò la tristezza.

"Che succede?" chiese Stefani dubbiosa

Bil deglutì "ti devo parlare"

Stefani spalancò la porta e preoccupata fece entrare la ragazza.

"Andiamo in camera tua" glielo disse perché temeva di non poter più salire quelle scale e di conseguenza non vedere più quella camera, che un pochino apparteneva anche a lei.

La stanza di Stefani ogni mese veniva riorganizzata. Spostava i mobili in base all'umore che aveva in determinati momenti. Non ci pensava troppo a come disporre i mobili, il primo pensiero era quello, e così li metteva.

Questa volta però erano disposti proprio come qualche tempo fa e Bil lo notò subito.

"Cosa devi dirmi?" chiese Stefani sedendosi sul letto attaccato alla parete. Bil ingoiò rumorosamente la saliva, si sedette accanto a lei e iniziò a parlare.

Stef non aprì bocca e per tutto il tempo la fissò con gli occhi praticamente fuori dalle orbite. Era come paralizzata, non riusciva a muoversi, poi spostò il suo sguardo dagli occhi di Bil alla porta di camera sua, imbrattata da fotografie in stile polaroid.

Le mancava il fiato.

"Dimmi qualcosa" la esordì Bil cercando di riportare il suo sguardo di nuovo su di lei. Ma i suoi occhi continuarono a fissare quella porta, che poche persone avevano aperto. Quella camera era il suo piccolo rifugio, li poteva sentirsi protetta da tutto il male che poteva esserci fuori. In quella camera per la prima volta è riuscita a sentirsi amata, quell'amore che solo Bil era riuscita a darle e che in quell'istante però la stava uccidendo.

"Ti prego" esordì Billie.

Stef cercò di aprire leggermente la bocca "mi hai distrutta, non vedi?" quelle furono le prime parole che con fatica riuscì a pronunciare. Bil si tirò indietro con la mano i suoi capelli blu mare e poi con quella stessa mano accarezzò il volto di Stefani "prometto che ti aggiusterò, a costo di tutto".

Stefani prese la mano di Bil e la staccò dal suo volto "vado a riposare ancora un po'. E' presto, metto la sveglia verso le dieci". Si alzò dal letto e Bil imitò il suo muoversi nella speranza di qualcosa, poi Stef continuò "ti accompagno alla porta".

Scesero le scale, una davanti all'altra. Bil continuava a sperare in qualcosa, un qualcosa che nemmeno lei sapeva e che continuava a non succedere.

Arrivate alla fine delle scale Stefani aprì la porta d'ingresso permettendo a Billie di uscire.

Bil cercò di catturare un suo sguardo, non riuscendosi. Sconfitta fece per uscire, quando però Stef la prese per il braccio bloccandola. Bil si girò verso di lei. Stefani prese la sua mano e coprendosi la bocca con il volto coperto dalle lacrime sussurrò un leggero "ti amo". Quelle parole volarono nel vento e senza nemmeno dar il tempo a Bil di replicare Stef mollò la presa e di scatto chiuse la porta.

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