Chapter 29

305 30 5
                                    

"Voglio scrivere canzoni con te e farle conoscere al mondo intero. Voglio vedere chi ci ama cantarle a squarciagola" sussurrò Stefani a Billie, che alle sue parole aprì gli occhi.

La luce del sole illuminava la camera da letto e la voce di Stefani ne riscaldava l'aria. Billie si girò verso di lei: fissava il muro e ripensava alle frasi appena dette e quelle cose le voleva, le voleva davvero. Durante la notte ci aveva riflettuto. Amava scrivere canzoni con Billie, lo facevano per loro sesse, per esprimere quelle cose che a voce non riuscivano a dirsi.

"Partiamo da adesso" si girò e si mise sul fianco con le mani sotto al volto che poggiava sul cuscino bianco "iniziamo da oggi. Scriviamo canzoni nostre e diffondiamole"

Bil la guardava con occhi pieni di speranza e felicità nel sapere che Stefani voleva quello che voleva anche lei. Già si immaginava insieme sul palco a cantare e perché no, anche fare qualche passo di danza. Era da molto che desiderava tutto ciò, ma credeva di tradire suo fratello, il suo migliore amico.

Scacciò il pensiero di suo fratello, che si stava impegnando nel scrivere canzoni per il suo primo album.

"Ho così tante idee" disse "che non saprei nemmeno come metterle giù"

La stanza profumava di caffè: era proprio quello di cui avevano bisogno in quel momento prima di ripartire verso casa.

Amavano berlo insieme di prima mattina, era un momento di condivisione che pretendevano di avere ogni giorno appena sveglie.

"Hai preso tutto?" domandò Stef

"Sì" rispose Billie chiudendosi alle spalle la porta della camera "andiamo".

Così si presero per mano; sapevano già che fuori dall'hotel si sarebbero trovate una miriade di persone impazienti di vederle e chissà, magari farsi anche una foto insieme.

"Non mollare la mia mano" le raccomandò Billie.

Tempo fa erano spaventate dalla folla. Tutte quelle persone che gridavano perché volevano vederle, perché volevano essere toccate da loro, perché volevano fare una foto da poter postare sui social.

Quando la folla era così agitata che riusciva a dividerle, facendole perdere, tanto da non riuscire nemmeno più a vedersi. Le guardie dovevano entrare nella folla e ricongiungerle.

Ora era diverso, ora ai fans non era permessa tutta quella libertà. Ora dovevano rimanere tutti distanti, evitando così problemi come quelli.

In meno di pochi secondi erano già sul van pronte ad andare verso l'aeroporto.

"Ti passo a prendere domani mattina alle otto"

le ricordò Billie

"Va bene, buonanotte amore!" Stef diede una carezza sul volto della sua amata, poi le diede un bacio, aprì la porta dell'auto e sgattaiolò nel giardino di casa sua. Era emozionata nel ripercorrere quella piccola stradina che portava alla porta di casa, della sua casa. Le ritornarono in mente i momenti in cui apriva quella porta trovandosi suo padre sul divano mentre sorseggiava un bicchiere di birra guardando la tv mentre osservando la porta aprirsi sorridendo, felice di poter rivedere sua figlia dopo una lunga giornata di lavoro.

Stefani nascose per parecchio tempo a suo padre l'amore che provava per Billie. Temeva una sua reazione negativa, anche se sapeva che non l'avrebbe mai abbandonata. Ma la paura di un suo allontanamento, seppure piccolo, la terrorizzava. Non avevano mai affrontato l'argomento, sapeva solo che quell'amore si discostava dall'immaginario del padre. Lui le diceva spesso che non vedeva l'ora di conoscere il fidanzatino, non la fidanzatina. Le parlava del matrimonio, anche se solo per fantasticare un po', con un uomo bravo e che l'amasse per la bellissima persona che aveva cresciuto.

Robert per Stef non fu solo un padre, ma anche una madre. Era il suo unico punto di riferimento come genitore e non fu semplice per lui riuscire a poter colmare il vuoto di Stefani nel non avere una mamma al proprio fianco.

Ma lui ci riuscì, eccome se ci riuscì.

Arrivata davanti al portone Stef si sistemò i capelli e si passò la mano sulla maglietta viola, fece un colpo di tosse e poi suonò il campanello. Aveva le chiavi in borsa, ma decise di non utilizzarle, perché voleva vedere l'espressione di suo padre nel trovarsela li, finalmente davanti a lui, e non dietro ad uno schermo.

Sentì i passi di Robert che si avvicinavano sempre di più. Quando aprì la porta un sorriso colmò quel volto che pareva sfinito.

"Stefani" sussurrò lui.

La ragazza gli gettò le braccia sul collo "papà".

Quell'abbraccio, quanto le era mancato.

Cenarono insieme, con il loro gatto accanto proprio come ai vecchi tempi.

Parlarono del più e del meno. Stef gli raccontò solo le parti belle del viaggiare per il mondo con Billie, tralasciò i loro drammi amorosi. Robert però sapeva che qualcosa non era andato nel migliore dei modi. Leggeva vari articoli di gossip. Conosceva sua figlia e se lei non accennava a nulla sapeva che non voleva affrontare l'argomento, così non mise in mezzo alcun tipo di argomento.

Le risate furono molte e questo mancò a tutti e due.

Camera sua era pulita, profumata e in ordine: proprio come l'aveva lasciata l'ultima volta che era stata li. Si fiondò sul letto, chiuse gli occhi e cadde in un sonno profondo.

Il telefono squillava e con fatica Stefani aprì gli occhi, vide l'orario e si catapultò giù dal letto "è tardi!" esclamò correndo in bagno per lavarsi i denti e il volto.

"Stavi ancora dormendo?!" la voce squillante di Billie dall'altra parte del telefono svegliò ancora di più Stefani, che con gli occhi socchiusi stava facendo colazione.

"Sì cioè non lo so, si ok forse si ma ora sto mangiando quindi ho recuperato!" disse farfugliando.

"Sto uscendo ora da casa vedi di non farti trovare in pigiama"

"Non ti preoccupare, mi vesto al volo"

Nell'aria c'era profumo di fiori, fieno e cavalli.

Appena parcheggiarono e scesero dall'auto due nitriti si fecero sentire.

"Ci hanno riconosciute?" chiese Billie con i lacrimoni agli occhi. Stef alzò le sopracciglia sorridendo, facendole capire che si, i loro due cavalli le avevano già sentite.

Bill prese la mano di Stef e la trascinò al recinto, dove i loro due cavalli stavano correndo dalle loro padrone.

Baron diede una musata giocosa alla sua padrona, così lei iniziò ad accarezzarlo prima sul grande muso, poi passò al suo possente collo.

Stef abbracciò la sua Zaira, che piegò il suo collo intorno all'esile corpo della sua padroncina, come se la stesse abbracciando.

"Prendiamo le selle e ci facciamo un giro?" chiese Bil.

La selleria era piccola, c'erano solo le loro selle e i loro cassoni con all'interno tutto ciò che occorreva alla cura dei loro due bellissimi animali.

"Stef ti prendo la sella, va bene?" urlò Billie. Non sentì risposta alcuna, così con la sella in mano si avviò verso il tronco dove avevano legato i cavalli e davanti a se trovò Stefani che stava parlando con un ragazzo.

everything i wantedDove le storie prendono vita. Scoprilo ora