Midnight Sky

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Qualcuno di quei tre lupi mannari sottosviluppati e ficcanaso mi aveva dato retta? Certo che no.

Avevano preso in considerazione la mia idea? Neanche per sogno.

Avevano seguito il loro piano iniziale, facendo esattamente ciò che sospettavo il nostro avversario si aspettava che avremmo fatto? Certo che sì.

Io avevo fatto tutto il possibile per avvertirli, ma ovviamente la mia opinione non era interessata a nessuno.

Inoltre quel posto era orribile, sia dal punto di vista strategico, siccome eravamo schiacciati tra tre enormi catene montuose, sia dal punto di vista della difesa, dato che non si vedeva niente al di fuori della neve e degli enormi alberi che riempivano la vallata. Ed io non ero di certo un'esperta del settore strategico. Se i nostri simpatici nemici avessero deciso di attaccarci in quel preciso momento, saremmo morti tutti. E tanti cari saluti alle alleanze e ai trattati di pace.

Ma torniamo a noi...

Il monte dei tre passi era silenzioso e tremendamente inquietante. Eravamo in una quindicina di mannari appartenenti al branco delle terre del Nord, al comando il grande e solo signore dei lupi: Filtiarn. L'aria era carica di tensione e pura energia mannara che anche un umano l'avrebbe percepita chiaramente. All'orizzonte ancora nessun branco appartenente al Cerchio si era mostrato, causando un'evidente irritazione al capo branco.
«Rilassati.» Sussurrai al suo orecchio, facendo in modo che nessun altro sentisse. Lui era il capo e doveva dare l'esempio, ma soprattutto doveva apparire sempre calmo e sicuro di sé, nonostante sapessi che il pensiero e la preoccupazione per Charlie e per tutto ciò che era successo, non era così facile da dissimulare. Se solo mi avessero dato retta però... Scossi la testa e misi da parte i miei pensieri.

Passarono altri dieci minuti e non si era presentato ancora nessuno. Sentivo chiaramente la rabbia di Filtiarn aumentare secondo dopo secondo, alimentando così anche la mia preoccupazione. Sapevo che dovevo cercare di tenerlo calmo, ma i mezzi a mia disposizione si stavano esaurendo minuto dopo minuto.
«Se non arrivano nel giro di ve-» Mi bloccai dal proseguire, non appena percepì la presenza di qualche membro del branco invadere i miei pensieri.
«Mia Alpha! Mannari in avvicinamento ad ovest!» Urlò una sentinella di pattugliamento, tramite il collegamento mentale che univa tutto il branco. Non eravamo in molti, Filtiarn aveva preferito lasciare ben protetta la casa branco, ma i pochi presenti si rizzarono subito sull'attenti, senza bisogno che l'afa dicesse nulla.

Dopo qualche minuto anche noi iniziammo a distinguere chiaramente delle persone in avvicinamento. Già il fatto che fossero in forma umana e non animale, lasciava ben sperare, almeno questo dopotutto.
«Filtiarn, vecchia volpe, ci si rivede!» L'alpha delle terre del Sud Maximo, un omone di quasi due metri, dalla pelle ambrata e dal tratti marcati tipici del sud. Grosso e spaventoso, ma dallo sguardo buono.
«Maximo è sempre bello vedere il tuo faccione sorridente.» Si scambiarono un abbraccio, con pacche sulla schiena e qualche risata che aiutò tutti a rilassare per qualche secondo la tensione del momento.
«Allora avete novità?» Chiese l'Alfa con un sorriso incerto ad increspargli le labbra. Era vivida la sua paura, nonostante cercasse in ogni modo di nasconderla. L'occhio allenato della specie alfa non sbaglia mai però...
«Le abbiamo.» Annuì serissimo il mio compagno, senza perdere neanche per un secondo la sua solita aura di potere.
«E...?» Maximo era impaziente di sapere, nonostante ciò andasse contro una delle primissime regole del Cerchio.
«Non aspettiamo gli altri?» Chiese infatti Filtiarn incerto, con un sopracciglio inarcato a completare l'espressione a tratti contrariata. Tuttavia bastò uno sguardo da parte dell'altro capo branco per far desistere dal non rivelare la verità, con una scrollata di spalle e un'alzata di occhi al cielo, il signore dei lupi.
«E siamo nella merda.» Concluse quindi Filtiarn, facendo scoppiare a ridere l'Alfa delle terre del Sud.

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