Beggin'

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Ero rinchiusa in questa stramaledetta stanza da ormai quattro ore. Troppo tempo per i miei gusti. Mi ero fatta un lungo bagno rilassante nella sua vasca da bagno che poteva contenere tranquillamente cinque persone. Mi ero vestita con tutta la calma dell'universo, rubando un paio di boxer e degli abiti puliti da quello che intuì fosse il suo armadio. L'odore sui vestiti era indubbiamente il suo. Ma poi cosa potevo fare? Sospirai affranta, ricadendo sul letto.

Filtiarn non mi aveva detto che non potevo uscire, aveva solo sottolineato che io non ero in alcun modo prevista nella sua giornata. Meglio così. Mi alzai con ritrovata curiosità, avanzando decisa verso la porta. Abbassai la maniglia con forza, scoprendo che la porta non era stata chiusa a chiave, ma era bensì aperta. Ero libera. Iniziai così la mia minuziosa ispezione in quella che era una dimora a me del tutto sconosciuta, ma che aveva tutta l'aria di essere storica quanto i miei antenati. L'ambiente era poco illuminato e pareva quasi che nell'aria ci fosse nebbia biancastra che impediva di vedere chiaramente. Se volevo scoprire qualcosa, dovevo usare i miei poteri, non c'era altra scelta.

Chiusi gli occhi fermandomi un istante. Mi concentrai solo su me stessa e sul mio lupo interiore. Inspira, espira Leigh. Inspira, espira. Forza. Riaprì gli occhi e questa volta tutto era molto più chiaro e nitido. Camminai a testa bassa, non volevo che, nel caso in cui avessi incrociato qualcuno, si potesse vedere il colore dei miei occhi quando lasciavo spazio al potere del mio lican. Arrivai di fronte a delle scale e mi fermai, indecisa sul da fare. Dal basso sentivo provenire un fitto vociare, come se fosse in atto un dibattito, quindi ci sarebbe stato sicuramente qualcosa da scoprire. Ero molto curiosa, per cui non mi feci troppi problemi ed iniziai a scendere le scale, fino a quando non giunsi all'ultimo gradino.
«Chi sei tu?» Sussultai, saltando quasi sul posto, presa alla sprovvista dalla paura del momento. Alla mia reazione esagerata alzai gli occhi al cielo. Avevo il cuore in gola e avevo i cinque sensi super sviluppati, brava Leigh.
«Parli la mia lingua?» Continuò il ragazzo di fronte a me, non avendo ricevuto da parte mia nessuna risposta alla sua domanda. Era il caso di porre rimedio alla mia gaffe.
«Sono Leigh e sì parlo la tua stessa lingua.» Allungai una mano verso di lui per presentarmi e mi stupì non poco quando, prima di stringerla e ricambiare la presentazione, lui la fissò indeciso.

«Sei nuova? Non ti ho mai visto.» Non mi disse il suo nome, ma continuò con il suo interrogatorio. Interessante. Questo mi faceva capire che era sicuramente qualcuno che si occupava della sicurezza del branco.
«Sono arrivata da poco, sì.» Non volevo svelare tutto di me subito, anche perché non sapevo se potevo davvero fidarmi di lui. Non sapevo nemmeno il suo nome!
«Omega?» Alzò un sopracciglio scettico. Compresi la sua reazione, anche perché io di omega non avevo nulla. Non ero debole, non ero schiva, non tenevo lo sguardo basso.
«No.» Asserì fredda, fissando i miei occhi nei suoi. Era giunto il momento di vedere chi dei due avrebbe distolto o abbassato lo sguardo per primo.
«Solitaria?» Chiese, facendo un passo verso di me. Io ne feci uno indietro.
«No.» Fu il mio turno di alzare un sopracciglio scettica. Mi sarei aspettata un po' più di spina dorsale e di praticità da qualcuno che si occupava della sicurezza.
«Vedo che sei proprio una chiacchierona!» Commentò schernendomi, mentre ispezionava con fin troppa premura il mio corpo. Non mi piacque per niente quell'ispezione, ma era stato lui il primo a distogliere lo sguardo.
«Ci pensi tu a compensare.» Scherzai sciogliendo le spalle, notando quanto lui invece fosse teso e agitato. Percepivo chiaramente il suo odore, ma insieme al suo ve ne era un altro, altrettanto forte e predominante. Il lican di fronte a me era già accoppiato. Aveva una compagna e quindi una famiglia da cui tornare.
«Sono il Beta del branco ed è mio dovere sapere chi sei e cosa fai qui.» Lo fermai con un cenno della mano, io non ero un problema per lui ed era meglio mettere in chiaro la cosa, prima che si creassero altri insulsi malintesi che avrei volentieri evitato.
«Io stavo solo f-» Venni interrotta da quella voce che ormai conoscevo bene e che era capace di liquefarmi le gambe in un solo istante.

Lord of the wolvesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora