Erano le quattro di mattina e io continuavo a rigirarmi nel letto, senza riuscire a prendere sonno. Sentivo il suo odore ovunque nella stanza, eppure lui non c'era più. Quando ero uscita dal bagno se ne era già andato, lasciandomi sola. Ovviamente, comportamento tipico di Filtiarn. Aveva un carattere difficile da comprendere, forse per troppo tempo era stato abituato ad essere solo, senza avere nessuno accanto a cui dover rendere conto dei suoi continui sbalzi d'umore; forse l'essere il capo di tutto quel mondo incasinato e in continuo mutamento lo rendeva più suscettibile di quanto pensassi inizialmente. Insomma il suo ruolo non era affatto semplice, ma nemmeno il mio lo era dopotutto. Mi ero ritrovata in quella situazione all'improvviso, a causa sua. Instaurare un rapporto come due persone normali e poi chiedermi di unirmi al suo branco? Assolutamente no. Completamente fuori discussione, lui era l'Alfa e non aveva tempo da perdere. Mancavano ventiquattro ore e poi sarebbe stato il giorno della luna piena. Anzi oggi! La tregua era finita. Benché, grazie alla mia testardaggine e perseveranza, avessi già il marchio del mio compagno ben in evidenza, l'unione tra noi non poteva dirsi del tutto conclusa. Anche io avrei dovuto marchiare lui e poi... e poi avremmo dovuto condividere anche il letto, in tutti i sensi. Miseriaccia.
Sentì la serratura della porta scattare e poi questa aprirsi, rivelando la figura di Filtiarn. Senza dire una parola avanzò fino al letto, scostò le coperte e si infilò sotto di esse, strisciando per essere al mio fianco. Osservai ammutolita la scena, completamente senza parole, fino a quando non sentì una sua mano cercare il mio corpo.
«Cosa stai facendo?» Biascicai, ancora mezza rintronata dal mio stato di dormi veglia avuto fino a quel momento in sua assenza.
«Voglio toccarti.» Mi perforò l'anima con i suoi occhi neri, fissandomi con una sincerità e una devozione che mai gli avevo visto in viso, nonostante fosse tutto completamente immerso nell'oscurità della notte. Non mi odiava fino a due secondi prima? Io non lo capivo, peggio di una donna mestruata. Perché doveva essere sempre così sincero e odioso allo stesso tempo? Mi lasciava senza respiro ogni singola volta e... Dio mio ogni volta urgeva anche un cambio mutandine.Valutai i pro e i contro della sua richiesta del tutto inaspettata e poi me ne fregai altamente. Per una volta avrei fatto qualcosa che anche io volevo, nonostante il suo modo di trattarmi, nonostante lo volessi detestare con ogni cellula del mio cervello, nonostante tutto. Perché alla fine Connor aveva ragione. Non posso aspettarmi nulla da lui, non è mai stato abituato a un semplice gesto di affetto, figuriamoci alle attenzioni che può e deve richiedere una compagna! Per lui è tutto o nero o bianco, le varie sfumature di grigio non esistono. E purtroppo amici miei non stiamo parlando di Christian Grey e Anastasia Steel, affatto. Presi un profondo respiro e poi mi decisi a fare ciò che andava fatto. Il sesso debole non è mai stata la donna, tutto il contrario piuttosto.
Da sotto le coperte, mi avvicinai lentamente al suo corpo, fino a quando non incontrai una sua mano. Questa arpionò subito i miei fianchi, spingendo il mio corpo ad aderire perfettamente con il suo petto, poi lasciò la sua mano sulla mia pancia.
«Comodo?» Commentai ironica, cercando di ignorare i brividi che mi avevano avvolto non appena la sua mano era entrata in contatto con la pelle della mia pancia scoperta.
«È da secoli che aspetto di avere nel mio letto la compagna che la Dea Luna ha scelto per me. La comodità è l'ultimo dei miei pensieri.» Soffiò sul mio collo quelle parole, rendendomi inquieta. Sentivo la sofferenza nella sua voce, quanto avesse davvero atteso tutto quello e quanto importante era per lui, ma sentivo anche che sotto c'era dell'altro.
«Ne vuoi parlare?» Chiesi posando la mia mano sulla sua. Lo sentì ringhiare sul mio collo e stringere maggiormente la presa su di me. Ero completamente appiccicata, schiacciata, plasmata a lui. C'era un'intimità tale in quei gesti all'apparenza innocua, da farmi perdere la ragione.
«No.» Soffiò ancora, posando anche un bacio sul mio collo, facendomi avvampare ed arrossire come una quindicenne in piena fase ormonale.
«Okay, beh... Se ti venisse voglia di parlarne, io sono qui e ti ascolto.» Misi da parte l'imbarazzo e cercai di contenermi e contenere i miei pensieri impuri sull'uomo dietro di me. Non sapevo se anche lui stesse pensando a ciò che stavo pensando io, ma se anche un 1% di ciò che vorticava nella mia mente era passato anche nella sua, eravamo entrambi pronti per essere arrestati.

STAI LEGGENDO
Lord of the wolves
Lupi mannariLeigh Lewis ha poche certezze nella vita: i soldi fanno la felicità la maggior parte delle volte, la salute ce l'hanno sempre i più stronzi e l'amore fa quasi sempre schifo. Vivere con queste tre verità in una cittadina sperduta del Montana le aveva...