D14 - Il Bivio

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Ci sono domande a cui è difficile rispondere. Spesso pensiamo che la colpa sia proprio di quei quesiti ma la verità è che ci spaventa quello che seguirà la nostra risposta.

Un uomo che chiede alla donna che ama di sposarlo sta basando la sua vita presente e futura su un'unica risposta, mentre la donna deve prendere una decisione sapendo che in quel momento, nel bene o nel male, la sua vita sta per cambiare.

Non è la domanda il problema: è la scelta.

Spesso mi sono chiesto se in quel momento io abbia fatto la scelta giusta.

Pecora corse via dalla stanza e io mi sedetti nuovamente, cercando di recuperare tutte le energie che potevo: non dovevo mostrare alcun segno di cedimento.

Passarono i minuti e sentii le persone entrare in casa una alla volta, prendendo posto nel salotto e increspando il silenzio con frasi dette a mezza voce.

Rimasi lì, respirando profondamente mentre il cuore mi batteva impazzito nel petto: ero sicuro di volerlo fare? Ero pronto ad accettarne le conseguenze?

Ripensai a quella prima scelta che mi aveva condotto a quel momento, a quando Yong mi aveva chiesto cosa volessi fare. All'epoca mi era sembrata una scelta così difficile e così crudele da sentirmi in trappola, senza alcuna via di fuga. Ma era niente rispetto a quello che stavo per fare.

Pecora ricomparve tremante sulla soglia della porta e mi disse: "Ci siamo tutti..."

Mi alzai e fui felice di scoprirmi saldo sulle gambe. Camminai lentamente attraverso il corridoio, ripetendomi nella testa quanto avrei detto di lì a poco.

La stanza era gremita di gente, alcuni dei quali non avevo mai visto fino a quel momento. Per un attimo mi aspettai di vedere anche Giaguaro tra di loro ma l'illusione scomparve immediatamente.

Rimasi in piedi, osservandoli mentre singhiozzavano abbracciati tra di loro, i loro sguardi rivolti verso di me.

"Niente dovrebbe interferire con il dolore della perdita di una persona che ci è cara..." cominciai, spostando lo sguardo tra di loro. "Ma purtroppo il tempo non è un lusso che ci è concesso. Lupo e Giaguaro non ci sono più e con loro è scomparsa l'illusione in cui abbiamo vissuto fino a questo momento..."

Presi una pausa e cominciai a camminare da un lato all'altro della stanza.

"Andare contro il sistema ha sempre delle conseguenze, ma non ci aspettavamo qualcosa del genere. Lupo era pronto a finire in prigione, lo è sempre stato. Ha sempre messo un'ideale sopra alla propria libertà, sacrificando tutto per inseguirlo. Lupo credeva che fossimo in vantaggio potendo agire senza essere vincolati dalla legge. Non si aspettava che lo facessero anche i nostri nemici."

Mi fermai chiudendo gli occhi, ricordando tutto quello che avevo visto fino a quel momento.

"Ieri sera ho visto il vero volto di chi ci dà la caccia. Ho visto la loro violenza e la loro follia. Ero lì e ho visto morire i nostri compagni. Non c'è stato scontro, non c'è stata alcuna possibilità di salvezza: è stata un'esecuzione. E cosa leggeremo sui giornali, oggi? Che abbiamo aggredito un poliziotto, che lo abbiamo quasi ucciso e lui si è a malapena difeso! Che siamo dei terroristi pronti a tutto! Domani a quest'ora avremo contro l'intera opinione pubblica e allora cosa faremo? Continueremo a vivere qui, nell'attesa che ci stanino con il fumo?"

Mi resi conto che stavo alzando la voce e vidi la paura balenare nei loro occhi, oltre la maschera di dolore.

"Abbiamo solo due scelte: possiamo nasconderci e rinnegare tutto, tornare a vivere una vita normale nella speranza che nessuno ci scopra mai... ma questo vuol dire sputare sul sacrificio di Lupo e Giaguaro. Questo vuol dire gettare alle ortiche tutto ciò per cui abbiamo combattuto fino a questo momento. Questo vuol dire dimenticare... volete davvero farlo?"

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