Le regole dettate da suo padre erano state semplici: "Hai voluto l'intero appartamento? Le altre spese spettano a te" e lei aveva accettato di buon cuore.
Facendo economia poteva ridurle al minimo. Niente connessione internet, tanto c'era quella dell'università. Riscaldamento solo dove e quando serve. Autobus, niente macchina.
Conduceva uno stile di vita spartano, lo sapeva, ma non se ne curava. La sua filosofia era: "Colui che vive con poco, apprezza di più le piccole cose".
Avrebbe quindi apprezzato quel primo viaggio in taxi. Non aveva mai provato fino a quel momento, si era immaginata di indicare una macchina in fuga gridando: "Segua quell'auto!" o avrebbe intavolato una discussione sulla società con quel tassista tanto cordiale quanto spericolato, per poi lasciare la mancia una volta arrivata a destinazione, come quelle donne sofisticate dei film americani.
Si sarebbe goduta il viaggio in treno, con quelle persone caratteristiche nel suo stesso vagone. Si sarebbe chiesta la storia di quell'uomo di mezz'età vestito di tutto punto ma con un occhio nero e forse se ne sarebbe inventata una, sogghignando inconsapevole dello sguardo degli altri passanti, che magari immaginavano storie a loro volta su di lei.
E infine si sarebbe divertita su quell'autobus scassato di provincia, che saltava e rimbalzava a ogni buca tanto da dare l'impressione di essere in groppa a un cavallo imbizzarrito. Si sarebbe immaginata rodei e storie tipiche del Far West.
Avrebbe fatto tutto questo perché era ciò che Jessica le aveva insegnato, a trarre il massimo da ogni situazione e che quando la realtà non è un granché, la cosa migliore è arricchirla con la fantasia.
Ma non c'era spazio per la fantasia o per il divertimento. Il viaggio in taxi fu cupo e silenzioso, con il tassista che le lanciava un'occhiata di tanto in tanto per poi tornare a guidare dopo aver visto la sua espressione.
Si accorse a malapena della presenza degli altri passeggeri sul treno quando il controllore le chiese il biglietto.
E ogni buca su quel pullman scassato era una in meno verso il suo obbiettivo.
Aveva stretto talmente tanto forte la lettera da conficcarsi le unghie nel palmo della mano ma non se ne accorse, concentrata sul caos che regnava dentro di lei.
Le domande si accumulavano, una sopra l'altra, così veloci da non prendere forma.
Chi l'aveva scritto? Cosa l'aspettava? Cos'era l'Ala del Gabbiano?
Ma, soprattutto, stava davvero andando incontro alla verità o era stato solo uno stupido scherzo? O peggio?
Non poteva fare a meno di pensarci, più si avvicinava alla sua meta più era sicura che fosse solo una cattiveria, che qualcuno si stesse divertendo alle sue spalle. Arrivò anche a pensare che qualcuno l'aveva attirata fuori di casa solo per poterla rapinare con calma.
"Che facciano pure..." si disse decisa. "Finché c'è anche una sola possibilità, io la seguirò"
Il pullman superò un distributore per poi entrare in una piccola cittadina, girando nel dedalo di curve per poi fermarsi in mezzo a un grande parcheggio pieno di macchine.
Era arrivata, quella era Rocca Arriga. Per la prima volta da quando era uscita di casa, si ritrovò incapace di proseguire, per il semplice motivo che non sapeva dove andare. Aveva solo un nome, L'Ala del Gabbiano. Avrebbe chiesto aiuto a un passante ma non c'era anima viva e l'autobus era già ripartito. Il cellulare, fonte inesauribile di informazioni su ogni cosa, stava riposando sul suo letto a un centinaio di chilometri di distanza, soddisfatto dopo aver assolto il suo ruolo di orologio.
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Il Branco
Mystery / ThrillerErika è una ragazza la cui sorella è scomparsa dopo essersi unita a un gruppo ecoterroristico di stampo animalista chiamato Il Branco. La sua ricerca la condurrà al diario del ricercato numero uno del paese e alla sua storia. Risultato migliore: (GR...