AMICIZIA

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<Buongiorno a tutti voi> entra entusiasta la professoressa di letteratura.

Il venerdì è sempre di buon umore perché realizza che sta per arrivare il weekend, il che significa niente ragazzi a cui insegnare argomenti di cui a metà classe non interessa un fico secco.

La signora Miller è una donna sulla cinquantina che ama il look total black dal lunedì al giovedì e uno più colorato il venerdì.

È una persona simpatica e sempre disponibile, se qualcuno le chiede di rispiegare un concetto non se lo fa ripetere due volte, a differenza di altri docenti le cui impostazioni cerebrali dicono tutte la stessa cosa: "finire il programma".
Letto con la voce da robot crea l'effetto giusto.

<Buongiorno professoressa> ci alziamo dalle nostre sedie per salutarla.

<State comodi> dice con la sua solita voce gentile, poi si accomoda alla cattedra e caccia alcuni fogli dalla sua borsa viola.

<Scusi il ritardo prof> entra in classe Daniel.

<Signorino Moore, la scuso volentieri. Un minuto di ritardo è il suo miglior tempo, vedo che sta facendo progressi>

<Vedrà che un giorno o l'altro arriverò puntuale soltanto per lei> le rivolge un sorriso scherzoso.

<Adesso non esageri, non vorrei mai privare di ulteriore tempo un ragazzo affascinante e corteggiato come lei> scherza la professoressa riferendosi alle decine di ragazze che ogni mattina si radunano attorno a Daniel all'ingresso della scuola.

È a causa di quelle oche giulive se fa sempre tardi. Non le sopporto, mi rubano secondi preziosi da passare insieme a Daniel. O meglio, secondi in cui lo fisserei così intensamente nel tentativo di scolpire la sua immagine ancora più a fondo nel mio cuore.

<Tornando a noi, spero abbiate studiato per il test di oggi> annuncia miss Miller prima di cominciare a distribuire i fogli nemici giurati dei ragazzi.

Guardo il mio con aria di sfida.

A noi due.

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In trenta minuti ho già risposto a tutte le domande e mi sono girata verso Daniel solamente undici volte.

A quanto pare oggi anch'io ho stabilito un nuovo record.
Solitamente i miei occhi si nutrono della sua vista perlomeno quindici volte durante un compito in classe. A volte è per vedere se si trova in difficoltà e cercare eventualmente un modo per aiutarlo, altre invece è semplicemente per sfamare un pochino il bisogno che ho di lui.

E no, non mi riferisco ad un bisogno "pericoloso", al quale devi provvedere h24, bensì ad un bisogno decisamente meno influente che riesci a tenere a bada.

Decido di ricontrollare le risposte date.

<Avete ancora quindici minuti a disposizione> ci informa miss Miller.

Perfetto, tutte le risposte sono corrette. Ne sono sicura perché ho studiato ore e ore per arrivare preparata a questo compito e commettere anche un singolo errore non è concesso.

Fin da piccola mi è stato insegnato che devo sempre dare il massimo. Arrendersi non è mai un'opzione, e anche se talvolta può sembrare che invece lo sia non c'è da temere, perché sicuramente non sarebbe l'unica.

<Angioletto mio, non dimenticare mai ciò che sto per dirti. Se ti trovi di fronte ad una decisione complicata sappi che se le opzioni possibili non ti soddisfano puoi sempre creare una strada che possa renderti felice. Spesso dovrai lottare molto, consumerai tante energie, ma ti posso assicurare che ne varrà la pena, perché un giorno guarderai al tuo passato e il sorriso che ti apparirà in volto mi riempirà il cuore di gioia. Io ti vedrò da lassù e sarò ancora più onorata di essere tua madre>

Io odio l'amoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora