Questo posto riempie sempre il mio animo di un'immensa tristezza. Molte persone lo vedono come il luogo dove essere più vicini a coloro che ci hanno lasciati, mentre io non la vedo affatto così. Come può un cimitero assumere un'importanza maggiore rispetto a qualsiasi altro posto nel mondo? I migliori momenti con mia madre non li ho passati qui, ma in un luogo in cui ho paura di rimettere piede perché sono certa che rievocherebbe in me ulteriori dolorosi ricordi, di cui tra l'altro sono già piena.
Il fatto che la salma della donna più importante della mia vita sia stata sepolta qui non mi fa sembrare di essere in contatto con lei. In tre anni non mi sono mai sentita come se lei mi stesse ascoltando dall'aldilà o chissà dove si trova adesso, né qui né in nessun altro posto. L'unico in cui non ho provato coincide con l'unico in cui ho promesso a me stessa di non tornare mai più. È lì che immagino risieda una parte della sua anima, non sotto un grosso pezzo di marmo in cui è stato inciso il suo nome.
<Perché non le parli mai?> mi chiede Ben.
Siamo immobili da cinque minuti di fronte alla tomba di nostra madre e nessuno dei due ha proferito parola finora, o almeno fino a un istante fa. Perché all'improvviso gli è venuta l'idea di aprir bocca?
<Sarebbe inutile, non ascolterebbe> rispondo celando il vero motivo per cui ogni volta che veniamo qui faccio scena muta.
<El, sono passati tre anni ormai, smettila di avercela con lei. Sai meglio di me che non è colpa sua> mi smaschera però mio fratello.
<Questo lo so>
<Ma?> mi esorta a continuare.
Ma una parte di me continua a sentirsi abbandonata.
Sospiro.
<D'accordo, ci parlo un pò> gliela dò vinta.
<Ti aspetto all'ingresso> dice Ben, poi mi lascia da sola ad affrontare le mie emozioni.
Rabbia e dolore cominciano ad intrecciarsi al solo pensiero di cosa dire. So che non riceverò alcuna risposta, ma allora perché lo sto per fare? Perché sto per lasciarmi andare ad un resoconto degli ultimi tempi che sfocerà in un fluire di ciò che provo pur sapendo che dopo non cambierà nulla? Magari mi sentirò più leggera, ma continuerò a pensarla allo stesso modo.
Ciononostante, ho detto a Ben che l'avrei fatto, dunque...
<Ehi, come va?> inizio puntando lo sguardo sulla foto incastonata nella piccola cornice circolare posta sulla lapide.
Sul serio?
Senti, la cosa è già difficile di per sé, non ti ci mettere pure tu.
Fantasia portami via.
Speriamo ti porti via al più presto.
<È da tanto che non parliamo, eh? Da tre anni per l'esattezza. Sai, di cose ne sono successe da quando... Ben ha imparato ad affrontare il dolore, è stato così bravo che non mi stupirei se un giorno dovesse diventare il wrestler più forte che esista. Papà invece lavora un sacco per portare avanti la famiglia, mentre io... beh, io...>
Vi è mai capitato di sapere perfettamente cosa dire ma di non volerlo fare? Spesso ciò accade perché interviene un profondo senso di colpa che ci fa preferire la verità alla menzogna, e nel mio caso è proprio quest'ultimo a bloccarmi. È come se il mio cuore e le emozioni in esso racchiuse stessero combattendo contro il mio cervello e la sua logica. Meglio mentire oppure essere sincera?
<Ok, non ce la faccio a continuare. Vuoi sapere come stanno veramente le cose? Beh, da quando ci hai abbandonati tuo figlio viene bullizzato perché non ha più una madre, tuo marito fa di tutto per non rivedere i suoi figli, e tua figlia... beh, tua figlia convive con un tremendo senso di colpa che teme non se andrà mai. Non c'è giorno che passi senza chiedersi se se avesse potuto fare qualcosa per salvarti> ammetto ormai schiava dell'onestà e delle lacrime.
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Io odio l'amore
Chick-Lit"Ciao, mi chiamo Elizabeth Lewis. Sono una ragazza allegra, solare, determinata e soprattutto... timida" Queste sono le parole utilizzate da Elizabeth per descriversi. Lei è una ragazza americana come tante altre. Studia, legge molti libri d'amore...