ANNIVERSARIO

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<Mamma, quanto tempo vive una stella?>

<Dipende dalla sua massa, piccola mia. Prendi, ad esempio, il Sole, ha un ciclo vitale di durata molto elevata, circa 10 miliardi di anni. Se invece consideri una stella più grande, avrà una vita decisamente più breve>

<Perciò le stelle più piccole del Sole sono quelle che vivono più a lungo?>

<Esatto. Sei davvero brava, sei il mio piccolo genio>

<Andiamo, mamma, lo dici sempre>

<Perché è la verità>

<Lo so, però così mi vizi>

<E allora? I complimenti sono stati inventati per essere fatti, non per essere tenuti per sé>

<Sarà... io comunque continuo a pensare che i tuoi siano eccessivi>

<Oh, piccola mia, bisogna saper sempre ricevere un complimento, se ovviamente fatto con rispetto, non sai mai quando arriverà il prossimo. Delle belle parole spese per te adesso possono sembrarti delle stupidaggini, ma in futuro avranno il potere di regalarti un sorriso, specialmente se pronunciate dalla persona che ti piace>

<Mamma, ti prego, basta dire certe cose. Io non voglio innamorarmi, è una cosa disgustosa>

<Non è vero>

<Invece sì>

<E sentiamo, dove ti vedi in futuro?>

<Insieme a te, papà e Ben. Resterò per sempre con voi, così la nostra famiglia non si dividerà mai>

Il suono del cellulare mi desta dal sonno profondo in cui sono caduta ieri sera. Mi chiedo chi possa essere a quest'ora del mattino, poi afferro il telefono poggiato sul comodino e attendo un paio di secondi prima che i miei occhi mettano a fuoco il nome sul display.

<Si può sapere perché mi stai chiamando di mattina presto?> domando immersa in uno sorta di stato di tranche.

<Tanto per cominciare, è quasi mezzogiorno, dormigliona. E poi, non per fare il guastafeste, ti ricordo che sei tu quella ad avermi chiamato sette volte>

I ricordi della giornata precedente riaffiorano in un attimo. Ho tempestato Mark di telefonate per avvisarlo che stasera non potremo uscire. Qualche giorno fa Ben mi ha fatto notare un dettaglio importantissimo, però poi Angie ha insistito affinché non annullassi l'impegno preso.

<Non c'è bisogno di disdire un bel nulla. Lei sabato sera uscirà come programmato con questo ragazzo e spero per lei che sia una serata piacevole> sono state le sue parole, alle quali ho tentato di obiettare, ma invano.

<Ma Angie, non posso->

<Cosa, signorina Elizabeth? Godersi una serata tranquilla in una giornata che per lei non sarà affatto facile? Intende davvero mandare all'aria la possibilità di stare bene nel momento del bisogno?>

<I-io...>

<Mi ascolti, lasci le cose così come stanno. Lei è la prima a sapere che le servirà passare la parte conclusiva della giornata in buona compagnia, non potrà che farle bene>

Inizialmente ho assimilato le parole di Angie e ho capito che aveva ragione, ma ben presto mi sono sentita in colpa. Per qualcosa che doveva ancora accadere. Una vocina nella mia testa mi ha accusata di essere un'egoista, di star mettendo la mamma in secondo piano, e io le ho dato retta. Così, ieri sera ho chiamato più volte Mark, ma lui non ha mai risposto.

Io odio l'amoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora