11. Sorella Mihriban

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Erano quasi le 19:00. Can e Sanem avevano fatto la spesa e alcune commissioni per la tenuta. Avevano passato il pomeriggio a traslocare un po' di cose nel laboratorio di creme e per poi dedicarsi all'orto.

Sanem voleva liberare il povero Can spaventapasseri-dolma da tutta quella boscaglia. Nonostante la giornata movimentata dalle tante cose da fare, non erano stanchi, anzi si stavano divertendo un mondo. Erano ormai alcune ore che erano lì, avevano perso la cognizione del tempo. Si stuzzicavano a vicenda e ad un certo punto, dopo aver finalmente liberato il cartonato di Can ed aver tolto tutta l'erba, Sanem esclamò: "Ah, mio caro Can sei salvo!" Poi aggiunse: Ti avevo promesso che ti avrei salvato... da questo selvaggio!" enfatizzò le ultime parole guardando in direzione di suo marito.

Allora Can le rispose: "Ah, io sono un selvaggio, non è vero?"

"Assolutamente si!" rispose fiera Sanem.

"Se ti prendo, ti faccio vedere come sono selvaggio!" le disse Can. "Vieni qui, dove scappi?!" le gridò.

Sanem iniziò a correre per l'orto, si nascose dietro ad un cumulo di erbacce raccolte. Riempì le mani con quelle erbacce e appena sentì i passi di Can avvicinarsi, aspettò che fosse il più vicino possibile, e uscendo fuori, glieli tirò addosso per distrarlo. Poi scappò. Ma Can nonostante le erbacce in faccia, riuscì ad acchiapparla, la strinse forte a sè e si vendicò nell'unico modo possibile. Iniziò a fargli il solletico, mentre lei si dimenava ridendo e implorando di smetterla.

Nel frattempo, quel ridere gioioso non era passato inosservato. Qualcuno era appena rientrato alla tenuta e istintivamente, quasi correndo, aveva seguito il punto da cui sorgevano quelle risa, con un improvvisa ondata di gioia. Era lei. Mihriban, che era appena rientrata alla tenuta ed era immobile all'ingresso dell'orto. Mihriban si trovò davanti una scena dolcissima e divertente. Can stava facendo il solletico a Sanem e lei si ribellava ridendo e gridando: "Va bene, scherzavo, non sei un selvaggio, va bene, amore. Dai, aiuto! Basta! Soffro il solletico! Can! Can!"

Can non voleva cedere, allora Sanem gli disse: "Vuoi la guerra, eh? E guerra sia! Lo sai che io so qual'è il tuo punto debole, vero Can?

"Ah, non oserai." La provocò lui.

"Dici? Oserò, eccome se oserò! Se non la smetti di farmi il solletico."

Sanem sapeva che Can, in generale, non soffriva il solletico.

Anche perchè fisicamente era come l'acciaio.

Dove avrebbe dovuto soffrirlo?

Ma da quando erano sposati, aveva scoperto il suo punto debole tanto da infastidirlo. Bastava che qualcuno gli facesse il solletico dietro le orecchie, soprattutto se fatto con qualcosa di fine, come un bastoncino o per esempio un filo d'erba. E visto che Can era pieno delle erbacce che Sanem gli aveva lanciato addosso, lei ne approfittò subito per passare all'attacco. Ma lui, prontamente, con una mano, le afferrò la vita, tenendola ferma, mentre con l'altra prese lo spruzzino per innaffiare le piante e lo puntò su di lei.

"E adesso Sanem Divit, come la mettiamo? Ti arrendi?"

Mihriban nel frattempo si era incantata a guardarli. Erano una gioia per gli occhi e finalmente avevano riportato l'allegria, il colore e la felicità all'interno della tenuta.

Rivederli aveva riportato alla luce molti ricordi in Mihriban, a cui si stavano riempiendo gli occhi di lacrime. Sanem, ormai in trappola, si accorse della presenza di qualcuno e guardando oltre la spalla di Can gridò: "Mihriban!"

Can pensando che fosse un modo per evadere dalla trappola, disse:

"Si certo, come se io non ti conoscessi! Stai usando la tattica del "c'è una persona" per distrarmi e scappare, lo so! E non funziona, mia cara mogliettina!"

1. QUESTO E' SOLO L'INIZIO. STORIA DI UN FINALE MAI RACCONTATO (ITA VERSION)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora