23. Risvegli che fanno bene al cuore

1.5K 91 37
                                    

Fu uno dei risvegli più dolci per i "neosposini". La debole luce della mattina entrava dall'oblò, illuminando i loro corpi ancora intrecciati l'uno all'altra. Can e Sanem si trovavano al centro del letto, con la fronte appoggiata l'una all'altro. Con un braccio sul fianco di sua moglie, Can la teneva ancora nella sua morsa, stretta a sé. Sanem invece, aveva le mani appoggiate al petto di suo marito, mentre le loro gambe erano intrecciate in unico groviglio. Dormivano sempre così, attaccati l'uno all'altra. Non sopportavano l'idea di stare lontani. Avevano bisogno di sentire il contatto fisico, il respiro confondersi l'uno con l'altro, le loro menti connesse e le loro anime intrecciate tanto da non capire dove iniziava l'uno e dove finiva l'altro. Il primo a svegliarsi quella mattina fu Can. Solitamente era una gara a chi era più mattiniero tra i due, ma da quando erano tornati, non avevano ancora ripreso quel ritmo a cui la barca, per quanto bella, li aveva costretti. La vita in mare aperto era bella, ma aveva anche le sue regole e molti fattori da tenere in considerazione: il tempo, il clima e le condizioni del mare. Non erano loro a dettare le regole, ma il mare per loro.

E adesso che erano tornati sulla terraferma, fu come se si fossero rilassati e lasciati andare a quella "stanchezza" che, per vari motivi, avevano sempre trattenuto in mare.

Erano come sospesi in un tempo e in uno spazio irreale.

Can cambiò posizione. Si distese sulla schiena, si stirò con gli occhi ancora chiusi e poi, piano piano, li aprì dolcemente. Sanem si era mossa di conseguenza appoggiando la testa sul suo petto. Can abbassò la testa e si mise ad osservarla con il viso a pochi centimetri dal suo. Era così innocente quando dormiva, pensò. Delicatamente iniziò a far scorrere le sue dita lungo la sua guancia scoperta. Con movimenti lenti. Su e giù. Poi si avvicinò e la baciò delicatamente in quel punto più e più volte, poi scese sulla spalla scoperta.

Lei accennò un sorriso con gli occhi ancora chiusi. Piano piano Sanem si stirò e aprì gli occhi. Quando mise a fuoco suo marito che la guardava proprio come un bambino guarda il suo regalo sotto l'albero di natale, il suo sorriso si allargò, dando il colpo di grazia a Can.

"Buongiorno, vita mia." disse Can.

Sanem sorrise ancora mezza addormentata e rimase a guardarlo. Can aveva i cappelli spettinati, il petto nudo e un sorriso da far girare la testa.

"Buongiorno, amore mio grande." rispose di rimando Sanem, guardandolo dolcemente.

"Hai dormito bene?" chiese lui.

"Mh, mh." rispose Sanem in segno di assenso, rannicchiandosi di nuovo contro di lui. "La barca è così calma."

"Tu?" chiese lei.

"Non potrei aver dormito meglio." rispose. Poi la guardò dritta negli occhi, e con la mano libera appoggiata sul fianco di Sanem l'avvicinò a sé e la baciò dolcemente, riaccendendo quella fiamma nei loro occhi.

"E' stata una delle notti più belle della mia vita." Gli sussurrò Can all'orecchio.

Sanem si illuminò e abbassò la testa timidamente. Sorrise anche lui. Poi Sanem, lo guardò negli occhi, passò una mano sulla sua guancia, lo accarezzò dolcemente e avvicinò il proprio naso a strofinare il suo. Lo guardò adorante per un momento, poi fu lei a baciarlo. "Anche per me." gli sussurrò in risposta Sanem. In barca avevano già passato serate magiche come quella, con sfondi ancor più mozzafiato forse, ma la serata appena trascorsa era stata davvero diversa. Fu come se entrambi fossero stati guidati da qualcosa di più forte e incontrollabile di tutto ciò che avevano provato in precedenza. Come se fosse stato il destino a guidarli nelle loro azioni, nel posto giusto al momento giusto. Lo sentivano entrambi. Era qualcosa di molto più grande di loro, a cui non sapevano dare esattamente una spiegazione logica. Era dentro di loro, nelle loro vene, guidava i loro impulsi...

1. QUESTO E' SOLO L'INIZIO. STORIA DI UN FINALE MAI RACCONTATO (ITA VERSION)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora